È
stupido
chi
pensa
che
siamo
frutto
dell'evoluzione.
Chi
ha
creato
l'elemento
che
deve
evolversi?
C'è
una
partenza,
non
abbiamo
fatto
un
salto
nel
buio.
Pensare
di
essere
stati
creati
da
un
Dio
meraviglioso
ci
deve
rendere
più
responsabili
non
così
fatalisti.
Senza
il
suo
intervento
come
potremmo
procreare?
Dovremmo
estasiarci
davanti
all'universo
creato
dove
tutto
fa
il
suo
corso
in
un
modo
naturale,
ma
noi,
la
creatura
più
bella
e
intelligente,
l’abbiamo
imbruttito.
Ci
è
stata
data
una
regola
di
vita
attraverso
i
profeti,
ci
è
stata
donata
la
Santissima
Vergine
Immacolata,
con
il
suo
divin
Figlio
e
lo
Spirito
Santo.
Non
dobbiamo
inventare
nulla,
abbiamo
molto
più
di
quello
che
è
necessario
e
potremmo
star
bene
in
ogni
situazione.
Potremmo
salvarci
seguendo
la
parola
del
Signore
e
vivere
in
modo
fraterno,
nel
gaudio
e
nella
letizia.
Ma
ci
siamo
svuotati
allegramente
della
cristianità.
Dov'è
il
risultato
dopo
miliardi
e
miliardi
di
preghiere?
Si
sbaglia
di
grosso
chi
pensa
che
il
buon
cristiano
è
quello
che
ha
pregato
di
più,
perché
allora
vuol
dire
che
non
fa
testo
il
Vangelo.
Stiamo
attenti
perché
pagheremo
anche
l’aver
consigliato
male
gli
altri.
O
siamo
caritatevoli
o
non
lo
siamo,
non
c'entrano
le
preghiere.
È
scritto
che
tutto
sparirà,
ma
rimarrà
la
carità
.
Chi
è
caritatevole
non
critica,
non
parla
di
malizia,
di
intrighi,
di
opportunismo,
aiuta
con
amore
e
non
vuole
nemmeno
che
si
sappia.
Chi
non
è
caritatevole
dubita
dell'integrità
fisica
e
morale
degli
altri
.
Critica
il
sacerdote
ma
non
dà
niente
alla
parrocchia.
E'
la
malizia
dei
perversi.
Perché
chi
non
ha
dato
niente
di
suo
critica
un
ambiente
e
mette
in
dubbio
quello
che
hanno
fatto
gli
altri?
Questo
avviene
anche
nelle
nostre
famiglie
e
nella
fede:
quello
che
ha
fatto
meno
vuole
apparire
come
quello
che
ha
fatto
di
più,
pretende
di
più
e
critica
chi
ha
fatto
bene.
È
una
perfidia
demoniaca.
Non
siamo
caritatevoli
perché
pensiamo
solo
a
questa
dimensione,
vogliamo
che
il
mondo
vada
come
diciamo
noi
e
rifiutiamo
chi
non
condivide
le
nostre
scelte.
Siamo
perseguiti
dal
nostro
orgoglio,
dalla
presunzione
e
dalle
nostre
parole.
La
nostra
felicità
non
deve
essere
l'infelicità
altrui.
Abbiamo
il
cuore
aperto
all'amore?
Troppe
volte
pensiamo
a
star
bene
solo
noi,
ma
il
nostro
egoismo
viene
pagato
a
caro
prezzo
da
persone
magari
più
deboli,
fragili
o
meno
scaltre.
Invece
di
approfittare
della
bontà
degli
altri,
perché
non
ci
sacrifichiamo?
E
quando
li
facciamo
felici
dobbiamo
essere
contenti,
non
senza
sentimento
come
degli
zombie.
Non
escludiamo
la
pecorella
smarrita,
cerchiamo
di
recuperarla.
Come
può
giudicare
e
condannare
il
fratello
uno
che
prega?
Si
lamenta
di
ciò
che
prima
commetteva
anche
lui,
così
annulla
quello
che
di
buono
fa.
La
malizia
dei
perversi
è
terribile
,
si
presenta
nel
migliore
dei
modi,
è
accattivante.
Quando
ci
difendiamo
facciamo
un
errore
dietro
l'altro
perché
la
rabbia
ci
assale,
sarebbe
più
intelligente
non
cogliere
la
provocazione.
Eva
non
doveva
parlare
col
male,
perché
vogliamo
discutere
e
far
valere
i
nostri
diritti?
Il
silenzio
è
il
custode
della
verità
,
proviamo
a
tacere
quando
ci
accusano
ingiustamente,
accettiamo
l'iniquità.
L'occhio
è
lo
specchio
dell'anima,
è
il
miglior
giudice,
chi
devia
lo
sguardo
è
in
difetto.
Pregando
dovremmo
concretizzare
dentro
di
noi
la
parte
migliore,
perché
esce
la
peggiore?
Dov'è
la
dimostrazione
che
con
il
nutrimento
più
dolce
diventiamo
buoni?
Preghiamo
con
le
parole
che
ci
ha
insegnato
Dio
(anche
quelle
ce
le
ha
fornite
in
abbondanza),
ma
pur
conoscendone
il
significato
non
dimostriamo
i
benefici.
Quando
siamo
messi
alla
prova
anche
noi
siamo
avidi,
avari,
maligni,
al
di
sopra
di
tutto
ci
sono
sempre
i
nostri
interessi.
Nessuno
vede
il
pensiero
di
un'altra
persona,
ma
conosciamo
il
progetto
che
ha
in
mente
vedendo
ciò
che
va
a
realizzare.
Le
nostre
preghiere
sono
la
forza
dei
nostri
pensieri,
però
l'opera
che
andiamo
a
fare
non
è
conforme
ad
essi.
E’
l'ipocrisia
che
Dio
ha
già
rifiutato.
Chi
prega
è
desideroso
del
bene,
ma
non
riesce
a
dimostrarlo
perché
ha
dentro
di
sé
la
malizia
dei
perversi
.
Che
tristezza
quando
vediamo
delle
persone
convinte
di
applicare
la
Parola,
ma
non
la
confermano
con
la
loro
vita.
È
una
delusione
per
noi,
figuriamoci
per
il
Signore!
Crediamo
di
essere
buoni
e
di
aver
subito
ogni
male,
ma
subiamo
anche
la
reazione
di
chi
abbiamo
provocato
con
il
nostro
comportamento.
Non
si
può
obbligare
una
persona
a
vivere
diversamente
dal
suo
sentire
e
scontrarsi
perché
ha
delle
vedute
diverse
dalle
nostre.
I
conflitti
più
grandi
nascono
a
livello
spirituale,
dalla
fede,
soprattutto
in
famiglia.
La
preghiera
è
l'ossigeno
della
nostra
anima,
perché
non
dovrebbe
fuoriuscire
altrettanto
bene
nel
momento
della
prova?
È
come
piantare
il
seme
di
un
fico
e
veder
crescere
un
rovo.
Abbiamo
scombinato
i
veri
tesori
che
Dio
ci
ha
dato,
gestendo
nel
modo
peggiore
la
nostra
libertà.
Dimostriamo
la
fede
nelle
azioni
che
intendiamo
creare,
amando,
non
giudicando,
mettendoci
in
gioco
per
non
peggiorare la situazione nell’ambiente in cui viviamo.
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