Il
nostro
Dio
è
esigente,
si
aspetta
una
risposta
ben
precisa
dal
nostro
comportamento,
affinché
possiamo
meritarci
la
sua
misericordia,
non
pretenderla.
Perché
la
fede
è
una
responsabilità
anche
davanti
agli
altri.
In
che
misura
diffondiamo
la
verità
che
Dio
ci
ha
rivelato,
se
dimostriamo
che
il
nostro
traguardo,
il
nostro
fine,
è
tutt'altro
rispetto
a
quello
che
il
Signore ci ha detto?
Quelli
che
il
Signore
chiama
beati,
per
noi
sono
gente
di
serie
"C",
da
non
considerare
perché
sono
“
poveri
martiri
”
o
“
poveri
cristi
”.
Come
andiamo
in
senso
contrario:
i
miseri
e
gli
umili
vengono
scartatati
dalla
società
e
ritenuti
individui
che
non
valgono
niente.
Non
solo
non
sono
beati
per
noi,
ma
vogliamo
raggiungere
un
risultato
contrario!
Questo
ci
fa
capire
che
tutto
il
resto
cammina
di
conseguenza:
il
Signore
ci
dice
di
non
giudicare
e
di
non
criticare
e
noi
critichiamo
e
giudichiamo.
Le
due
beatitudini
sono
esattamente
opposte
e
noi
testimoniamo
la
seconda
verità.
Ecco
perché
entriamo
nella
casa
del
Signore
con
uno
spirito
che
non
è
coerente
con
quello
che
ci
è
stato
rivelato;
potrebbe
essere
un
peccato
grave,
un
sacrilegio.
E
abbiamo
anche
l'ardire
di
dire:
“io
non
pecco
più”
…
Che
vigliaccheria!
Se
sapessimo
i
peccati
che
facciamo
in
continuazione
e
che
magari
non
abbiamo
mai
confessato,
di
omissione...
Siamo
illusi
dal
fatto
che
forse
facciamo
più
un
certo
tipo
di
peccato
(la
bestemmia,
l'adulterio,
ecc..),
ma
tutti,
chi
più
chi
meno,
commettiamo
gli
altri
peccati di ipocrisia. E sappiamo come si è comportato Gesù con gli ipocriti del Tempio.....
LO SPECCHIO DEFORMANTE
Noi
continuiamo
a
rivelare
l'esatto
contrario
di
ciò
che
Dio
ci
ha
insegnato
e
non
vediamo
più
l'autenticità
della
nostra
fede.
Se
improvvisamente,
a
nostra
insaputa,
ci
mettono
davanti
a
uno
specchio
deformante,
non
ci
riconosciamo
più.
Così
stiamo
trasmettendo
la
nostra
fede,
in
una
forma
difforme,
tanto
da
non
riconoscerla
più.
Che
pazienza
che
hanno
il
Signore
e
la
Madonna
davanti
a
queste
cose,
e
neanche
ce
lo
dicono.
Siamo
tutti
colpevoli
quando
diciamo
agli
altri
di
andare
in
chiesa
per
risolvere
un
problema,
pensando
di
aver
fatto
il
nostro
dovere:
diciamo
pure
di
frequentare
la
chiesa
e
la
casa
del
Signore,
ma
per
onorarlo,
lodarlo
e
ringraziarlo,
non
per
un
secondo
fine
o
per
convenienza.
Diamo
la
giusta
motivazione
alle
persone
che
vogliamo
aiutare!
Chi
di
noi
durante
la
discussione
con
una
persona,
pur
avendo
ragione,
si
dispiace
per
aver
creato
anche
indirettamente
problemi
e
sofferenze
all'altro?
Chi
di
noi
ha
questo
spirito
contrito,
questa
bontà
di
cuore?
Chi
di
noi
si
umilia?
Siamo
tutti
impettiti
dalla
nostra
ragione:
“l’altro
deve
chiedermi
scusa!”.
Se
avessimo
quel
sentimento
di
amore
verso
chi
si
è
comportato
in
un
modo
molto
brutto
con
noi,
saremmo
tanto
graditi
al
Signore,
da
innalzare
contemporaneamente
verso
il
cielo
tante
preghiere.
Ecco
perché
il
miglior
modo
di
pregare
è
di
non
pregare,
ma
di
battersi
il
petto
contriti
e
umiliati;
poi
le
preghiere
che
reciteremo
si
innalzeranno
come
il
fiore
più
bello
da
questa
terra.
Facciamo
tesoro
di
quello
che
sentiamo
dal monte Misma, perché è utile ai fini della vita eterna.
Confidenze di Maria santissima a Roberto Longhi sul monte Misma
Veri o falsi beati
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Monte Misma - Oasi della Pace - via Spersiglio 25 Pradalunga (Bergamo)
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