Desideriamo
di
più
amare
il
fratello
o
i
risultati
personali?
Se
questo
fratello
è
la
pecorella
smarrita
è
meglio
per
noi
perché
il
premio
sarà
moltiplicato
all'infinito.
Nel
giorno
del
giudizio
il
Signore
compenserà
di
più
chi
ha
amato
totalmente,
chi
ha
saputo
perdonare
e
chi
non
ha
criticato.
Ci
alleniamo
in
questi
passaggi?
Il
mondo
ha
preso
una
piega
che
per
troppi,
in
generale,
non
ci
sarà
più
ritorno.
E'
scritto
sul
Vangelo.
Il
tabernacolo
sull'altare
lo
vediamo
bello,
maestoso,
dorato,
con
i
marmi
che
lo
contornano.
Già
ci
trasmette
una
forza
meravigliosa
pur
non
vedendo
fisicamente
la
presenza
di
Dio.
Il
nostro
cuore
è
così
pulito
per
ospitare
Gesù?
Ci
siamo
resi
conto
che
siamo
dei
tabernacoli
viventi
da
quando
abbiamo
ricevuto
la
prima
Comunione?
Immaginiamoli
adorni,
lerci,
sporchi,
trascurati,
disgustosi…
Cosa
dirà
il
Signore?
Quella
è
la
nostra
vita.
Se
perseveriamo
nella
malizia,
nella
perversione
e
nel
putridume,
possiamo
accendere
tutti
i
lumini
che
vogliamo
(le
nostre
preghiere),
ma
sempre
il
nostro
cuore
rimane
lercio,
sporco.
Invece,
amando,
possiamo
eliminare
duemila
anni
di
errori
e
le
nostre
brutte
abitudini.
Il
Signore
non
solo
vede
quello
che
facciamo,
ma
sente
sempre
quello
che
diciamo:
abbiamo
fermato
o
favorito
le
critiche?
Quando
una
persona
viene
messa
a
dura
prova
per
i
nostri
giudizi,
sentiamo
una
malsana
soddisfazione.
Non
confidiamo
a
nessuno
le
vigliaccate
ricevute.
Il
Dio
della
misericordia
è
anche
il
Dio
della
giustizia,
non
tratterà
allo
stesso
modo
coloro
che
subiscono
rinunce,
prove
e
umiliazioni,
con
quelli
che
peccano.
E
nemmeno
ci
rivelerà
il
difetto
di
un
altra
persona,
chi
ha
una
visione
estatica
non
tira
conclusioni
malevoli
verso
il
fratello,
se
lo
fa
è
sotto
un
fattore
demoniaco.
Non
lasciamoci
incantare
da
seducenti
mistificatori,
la
legge
naturale
non
può
essere
modificata.
Se
amassimo
il
Signore
dovremmo
saziarci
della
sua
parola
e
rivelare
il
Vangelo,
non
ribaltare
i
suoi
insegnamenti.
Come
possiamo
decollare
per
il
cielo
se
abbiamo
un
terreno
pieno
di
rovi,
sterpi
e
insidie?
Il
mondo
del
Signore
non
è
fatto
di
furbi
e
di
lestofanti
che
usano
parole
maliziose,
ma
di
persone
che
amano
veramente
e
sanno
accettare
le
ingiustizie.
Mettiamoci
in
dubbio
per
migliorare,
facciamo
qualcosa in più oltre le preghiere, potrebbe essere determinante per la nostra salvezza.
CI CONSUMIAMO NELLA BATTAGLIA MIGLIORE?
Lo
spirito
cattivo
viene
avvertito
come
un
falso
bene
perché
ci
soddisfa
di
più
nelle
richieste
materiali
ed
è
presente
in
noi
quando
abbiamo
una
reazione
non
controllata,
piena
di
rabbia.
Si
manifesta
come
un
pensiero
sostenibile
di
difesa
dell'ingiustizia,
ma
ci
fa
creare
altra
ingiustizia.
I
sentimenti
di
rabbia
sono
suggerimenti
di
una
battaglia
persa:
chi
reagisce
con
l'insulto
agli
insulti,
accumula
altro
male.
In
una
giornata
quante
ore
viviamo
con
la
gioia
e
quante
con
la
delusione
e
la
polemica?
È
facile
portare
negatività
in
un
ambiente,
basta
una
goccia
di
sporco
per
inquinare
un
secchio
d'acqua
pulita.
Il
silenzio
è
il
custode
della
giustizia,
accettando
con
gioia
e
non
reagendo
è
la
vittoria.
Amare
significa
non
lamentarsi,
non
avere
la
malizia
e
il
desiderio
di
togliersi
il
saluto,
ma
aver
voglia
di
sostituirci
alla
persona
che
soffre.
Chi
ha
Dio
nel
cuore
aspetta
solo
di
far
felice
un
altra
persona,
ringrazia
per
quello
che
è,
per
quello
che
ha
e
per
dove
si
trova.
Se
da
una
parte
il
progresso
ci
ha
avvantaggiati,
dall'altra
abbiamo
un
grosso
svantaggio:
siamo
portatori
di
2000
anni
di
errori
perché
non
abbiamo
conosciuto
l'autenticità
cristiana
.
Come
possiamo
racchiudere
la
nostra
fede
in
una
preghiera?
Facciamo
le
cose
con
il
massimo
dell'impegno,
come
nel
nostro
lavoro.
Quanti
hanno
guadagnato
il
proprio
pane
come
si
conviene?
Chi
ha
colpe
o
risentimenti
verso
altre
persone,
non
solo
non
vive
bene
qui,
ma
vivrà
da
disperato
anche
nell'altra
dimensione.
Perché
consumiamo
le
nostre
energie
per
difendere
cose
che
non
hanno
l'importanza
della
vita
spirituale?
L'uomo
ha
consumato
tutto
di
sé,
sostenendo
scontri
psicologici
che
portano
solamente
danno,
per
l'invidia,
la
gelosia,
il
desiderio
di
primeggiare,
di
tradire,
l'avidità.
Avremo
la
gioia
nell'altro
mondo
se
gioiremo
in
questo,
anche
accettando
l'umiliazione
estrema
davanti
a
mille
ragioni.
Ci
abbandonaniamo
totalmente
alla
volontà
di
Dio?
Chi
reagisce
è
costretto
a
fare
anche
la
parte
negativa
e
difendersi
in
tribunale
con
battaglie
che
durano
anni.
Il
male
si
difende
offendendo,
usa
le
nostre
parole
contro
di
noi,
non
diamo
mai
questa
possibilità
al
nemico.
Perchè
poi
i
buoni
diventano
pessimi
difensori
di
se
stessi,
non
riescono
ad
essere
maliziosi,
perversi
e
ruffiani
come
i
cattivi,
i
quali
faranno
di
tutto
per
distruggerci
perché
sono
più
scaltri
dei
figli
della
luce
.
Il
peccatore
vede
il
peccato
negli
altri,
il
buono
invece
vede
gli
altri
tutti
buoni,
è
ingenuo,
passa
per
incapace,
conosce
solo
il
bene
e
anche
se
dovrà
penare
per
colpa
del
cattivo,
alla
fine
avrà
la
meglio.
E
potrà
liberare
tante
anime
della
sua
stirpe.
E'
quando
perdiamo
nell'orgoglio
che
abbiamo
vinto,
se
ci
amiamo
le
nostre
diversità
diventano
pregi.
La
battaglia
più
difficile
e
cruenta
è
quella
di
mantenerci
integri
davanti
al
Signore.
È
una
battaglia
che
non
ha
limiti
perché
il
nemico
più
micidiale
e
invisibile
entra
nelle
nostre
menti,
ci
illude
che
abbiamo
sempre
ragione,
prepara
tante
trappole
per
farci
scontrare
e
ci
usa
contro
il
Creatore.
Così
passeremo
anni
di
tribolazioni,
malumori,
divisioni,
contrasti,
rifiuti
tra
un
parente
e
l'altro,
tra
un
confinante
e
l'altro.
Sostenere
l'amore,
non
vuol
dire
non
essere
scaltri,
ma
farci
difendere
da
Dio
che
ci
fa
uscire
vittoriosi
(anche
se
con
le
ossa
rotte...).
Non
ci
abbandona
in
mezzo
a
una
landa di ululati solitari
.
Perché sosteniamo di più la battaglia che ci distrugge e rifiutiamo quella che ci salva?
Confidenze di Maria santissima a Roberto Longhi sul monte Misma
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