Se
il
Signore
trova
una
piccola
resistenza,
una
titubanza
o
una
insicurezza,
si
ferma
alla
porta
e
aspetta,
non
entra
a
prescindere
dalle
nostre
abitudini
o
sensazioni.
La
via
preferenziale
che
desidera
è
quella
dell'
abbandono
totale
nel
silenzio
:
è
risaputo
che
lo
Spirito
di
Dio
agisce
in
ambienti
non
consoni
alla
confusione,
non
viene
coinvolto
nel
nostro
marasma
di
emozioni
e
sentimenti.
Tutti
coloro
che
l'hanno
ricevuto
si
trovavano
in
luoghi
diversi
senza
sapere
dove
andare
e
sono
rimasti
sorpresi,
magari
nel
sonno,
nel
deserto,
sulla
montagna
o
in
Cenacolo.
Se
ci
mettiamo
del
nostro,
finiremmo
per
aumentare
l’egocentrismo
e
diventare
“Cristologici”,
perché
vorremmo
gestire
la
parola
del
Signore.
Tra
alterchi
e
litigi
noi
cristiani
discutiamo
se
è
meglio
andare
a
Lourdes
o
a
Fatima.
Che
importanza
ha?
Ognuno
vada
dove
vuole!
Non
illudiamoci
che
cambiando
luogo
si
può
ottenere
di
più,
potremmo
ottenere
il
massimo
anche
stando
sotto
un
ponte
o
in
cantina,
se
abbiamo
l'amore
nel
cuore.
Saremo
veri
cristiani
quando
faremo
fatica
a
parlare
dei
peggiori
nemici,
a
criticarli.
Invece
siamo
troppo
predisposti
per
le
abitudini
del
mondo.
Comportandoci
in
un
modo
non
conforme
alla
parola
di
Dio,
dimostriamo
che
il
Signore
non
è
stato
perfetto
nella
creazione
e
gli
facciamo
fare
brutta
figura.
Piantando
dei
pomodori,
crescono
fichi?
Oppure
piantando
grano,
crescono
melanzane?
Non
c'è
pesce
che
può
vivere
fuori
dall'acqua
e
non
c'è
uomo
che
può
viverci
dentro.
Dio
è
perfetto
nella
sua
creazione,
non
pensiamo
che
doveva
crearci
in
modo
diverso.
Prendiamo
più
seriamente
la
nostra
fede,
senza
andare
a
scontrarci,
ma
amandoci
gli
uni
gli
altri,
a
prescindere
da
chi
ci
troviamo
davanti.
Anche
il
peggiore
può
diventare
il
migliore.
Perché
non
riusciamo
ad
offrire
noi
stessi
a
vantaggio
di
nostro
fratello?
Il
Signore
si
compiace
di
noi
quando
riusciamo
a
subire
ogni
sorta
di
prova,
quando
non
fuoriesce
più
una
parola
cattiva
verso
il
nemico.
Questa
è
una
possibilità
terrena,
non
è
impossibile,
basta
non
avere
orgoglio.
I
prodigi
che
il
Signore
può
fare
dipendono
dalle
nostre
buone
azioni,
è
un
requisito
che
ha
stabilito
Dio
per
elargire
le
grazie.
Abbiamo
la
condizione
che
corrisponde
al
Vangelo?
Chi
prega
con
rabbia
e
livore
non
ottiene
risultati,
ottiene
di
più
chi
non
fa
calcoli
e
non
chiede
niente.
Perché
vogliamo
subito
il
miracolismo
ed
escludiamo
il
sangue
versato
di
chi
ci
ha
preceduto?
Desideriamo
assistere
ad
ogni
avvenimento,
come
la
santa
messa,
non
partecipare.
Quando
assistiamo
siamo
spettatori,
ci
emozioniamo
del
sacrificio
degli
altri,
invece
quando
partecipiamo
siamo
protagonisti
,
ci
offriamo
sull'altare
per
il
nostro
fratello.
È
diverso
il
concetto.
Per
nessuno
è
precluso
il
cammino
di
crescita
spirituale.
Assistere
è
comodo,
il
protagonista
che
è
Dio
deve
soddisfare
la
nostra
presenza,
la
platea.
È
terribile!
Nessuno
di
noi
partecipa
al
corpo
di
Cristo,
ma
assiste
passivo
a
Colui
che
si
offre
per
la
nostra
salvezza.
Memori
di
questa
richiesta,
non
sappiamo
neanche
amare
il
nostro
fratello.
Non
solo
non
riusciamo
a
non
parlare
del
peggior
nemico,
ma
sparliamo
dei
nostri
amici!
Tante
persone
si
radunano
per
discutere
sulla
parola
del
Signore,
ma
essa
va
vissuta
non
ragionata.
Non
è
triste
pensare
che,
mentre
noi
stiamo
discutendo
o
pregando
tra
alterchi,
maldicenze
e
frecciatine
ambigue,
fuori
dalle
nostre
chiese
troviamo
militari
armati?
Il
male
non
scherza,
fa
sul
serio.
Perché
questa
competizione
e
gelosia?
Sicuramente
il
Signore
si
trova
nel
tabernacolo,
nella
sua
parola,
non
nelle
rivelazioni
private,
quelle
confondono
ed
emozionano.
Quando
davanti
alle
prove
durissime
della
vita
non
ci
si
lamenta
del
Signore
o
del
nemico,
lì
c'è
Dio.
Siamo
sfigurati
dall'ingiustizia
come
Gesù
sul
calvario?
Quello
che
recitiamo
noi
è
un
falso
copione.
È
dimostrato
che
tutti
coloro
che
hanno
raggiunto
un
certo
livello
di
santità,
non
è
perché
hanno
assistito
a
certe
catechesi,
ma
hanno
amato
la
carità
e
l'amore,
senza
favorire
la
critica,
l'ambiguità,
la
cattiveria,
la
falsità.
Con
il
sostegno
della
fede
affrontiamo
tutte
le
prove
della
vita
con
amore,
però
dobbiamo
conoscere
il
Signore,
la
sua parola.
Confidenze di Maria santissima a Roberto Longhi sul monte Misma
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