Quando abbiamo un problema fisico prendiamo una pastiglia e immediatamente abbiamo un sollievo, mentre quando prendiamo l’Eucarestia, che ha un potere immenso, vanifichiamo la grazia di Dio e rompiamo la sua alleanza. Torniamo a essere sul piede di guerra come se non l’avessimo ricevuta. Fate tutto senza mormorazioni e senza critiche ”, se non ci estraniamo dal mondo polemico saremo sempre artefici e collaboratori del male. La stessa bocca che prega non dovrebbe dire malignità, perché quel piccolo muscolo che domina il mondo può commettere un male infinito. I peccati sessuali dopo una certa età se ne vanno, mentre quelli della lingua peggiorano tutti gli anni. Le rivelazioni private sono servite solo a confondere i cristiani. Più che dire quello che pensiamo dovremmo pensare a quello che diciamo e dispiacerci quando una persona parla o pensa male di qualcuno. Chi vuol parlare di Dio deve avere l’amore nel cuore altrimenti è meglio che taccia. Tutte le guerre e le lotte fratricide sono nate dalla lingua perché poi partono da un conflitto di idee e di interessi. Ne uccide più la lingua che la spada , è da ipocriti pregare quando con la stessa lingua sparliamo. Il male ci conosce benissimo, se non ci attacca in un modo ci attacca nell’altro. È una guerra impervia che difficilmente vinceremo se non sappiamo accettare la croce, l’ingiustizia. Non se contestiamo, giudichiamo o denunciamo. Otterremo tutto con la preghiera se sapremo gestire la lingua. Lettera di san Giacomo : Fratelli miei, non vi fate maestri in molti, sapendo che noi riceveremo un giudizio più severo (chi sa la legge e non la osserva…), poiché tutti quanti manchiamo in molte cose . Se uno non manca nel parlare, è un uomo perfetto, capace di tenere a freno anche tutto il corpo. Quando mettiamo il morso in bocca ai cavalli perché ci obbediscano, possiamo dirigere anche tutto il loro corpo. Ecco, anche le navi, benché siano così grandi e vengano spinte da venti gagliardi, sono guidate da un piccolissimo timone dovunque vuole chi le manovra. Così anche la lingua: è un piccolo membro e può vantarsi di grandi cose. Vedete un piccolo fuoco quale grande foresta può incendiare! Anche la lingua è un fuoco, è il mondo dell'iniquità, vive inserita nelle nostre membra e contamina tutto il corpo e incendia il corso della vita, traendo la sua fiamma dalla Geenna. Infatti ogni sorta di bestie e di uccelli, di rettili e di esseri marini sono domati e sono stati domati dalla razza umana, ma la lingua nessun uomo la può domare : è un male ribelle, è piena di veleno mortale . Con essa benediciamo il Signore e Padre e con essa malediciamo gli uomini fatti a somiglianza di Dio. È dalla stessa bocca che esce benedizione e maledizione. Non dev'essere così, fratelli miei! Dire male è maledire. Amiamo i nostri cari senza aspettarci un contraccambio. Quante volte abbiamo messo in croce una persona, un parente, un collega con la nostra linguaccia? Se parliamo un linguaggio diverso da Gesù parliamo come il suo accusatore fariseo al quale non andava bene niente. Che cristiani siamo quando diciamo: Perdono ma non dimentico, lo vedo ma non saluto ”? A COSA SERVE PREGARE QUANDO NON SI AMA? Profaniamo la parola di Dio quando parliamo un linguaggio diverso da quello del Signore. Dopo la trasfigurazione Gesù aveva detto ai tre apostoli di non dire niente di quello che avevano veduto, mentre noi diamo sfogo alla nostra fantasia. Perché andiamo a parlare di un Dio che non esiste? Il miracolismo è fuori dalla nostra portata, annunciamo solo ciò che viene da noi, l’amore. Il volto di Dio potrebbe essere ben diverso da quello che riveliamo noi, potremmo essere quel cieco che accompagna nel fosso un altro cieco. Dove sono i nostri meriti? È inutile recitare il ruolo dei mistici e dimostrarsi miracolosi o miracolati, serve solo a impoverire l’immagine di Dio. Il Signore è stato esplicito e così sua Madre alle nozze di Cana: Fate tutto quello che Lui ci dirà” . La Madonna ci ha detto di pregare in alcune apparizioni, ma oggi i tempi sono cambiati, nessun santo ha vissuto l’esperienza devastante di quella che stiamo vivendo noi. Come può dire che servono preghiere quando si manca d’amore? Semmai viene dirci di amare e perdonare, poi di pregare. È un sacrilegio attribuire a Maria Santissima parole che non ha detto. Oggi c’è bisogno più che mai di usare la bontà, l’amore, la dolcezza e la mitezza, perché siamo troppo arroganti, presuntuosi e superbi. Crediamo sempre di avere ragione. Si dicono miliardi di preghiere ogni giorno ma si manca d’amore. Persino i gruppi si criticano tra di loro! Noi riveliamo la quantità non la qualità. Ci si può de-cristianizzare anche pregando, molte volte è più acida una persona che prega perché pensa di poter giudicare e criticare. La preghiera che va a buon fine è quella di chi sa accettare l’ingiustizia e non si scandalizza degli altri . Preghiamo come dobbiamo pregare e amiamo come dobbiamo amare. La preghiera è la linfa vitale del cristiano che rispetta i comandamenti, non il toccasana che ci evita la superstizione o che ci fa ottenere qualcosa. Confidenze di Maria santissima a Roberto Longhi sul monte Misma
Saper gestire la lingua
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Quando abbiamo un problema fisico prendiamo una pastiglia e immediatamente abbiamo un sollievo, mentre quando prendiamo l’Eucarestia, che ha un potere immenso, vanifichiamo la grazia di Dio e rompiamo la sua alleanza. Torniamo a essere sul piede di guerra come se non l’avessimo ricevuta. Fate tutto senza mormorazioni e senza critiche ”, se non ci estraniamo dal mondo polemico saremo sempre artefici e collaboratori del male. La stessa bocca che prega non dovrebbe dire malignità, perché quel piccolo muscolo che domina il mondo può commettere un male infinito. I peccati sessuali dopo una certa età se ne vanno, mentre quelli della lingua peggiorano tutti gli anni. Le rivelazioni private sono servite solo a confondere i cristiani. Più che dire quello che pensiamo dovremmo pensare a quello che diciamo e dispiacerci quando una persona parla o pensa male di qualcuno. Chi vuol parlare di Dio deve avere l’amore nel cuore altrimenti è meglio che taccia. Tutte le guerre e le lotte fratricide sono nate dalla lingua perché poi partono da un conflitto di idee e di interessi. Ne uccide più la lingua che la spada , è da ipocriti pregare quando con la stessa lingua sparliamo. Il male ci conosce benissimo, se non ci attacca in un modo ci attacca nell’altro. È una guerra impervia che difficilmente vinceremo se non sappiamo accettare la croce, l’ingiustizia. Non se contestiamo, giudichiamo o denunciamo. Otterremo tutto con la preghiera se sapremo gestire la lingua. Lettera di san Giacomo : Fratelli miei, non vi fate maestri in molti, sapendo che noi riceveremo un giudizio più severo (chi sa la legge e non la osserva…), poiché tutti quanti manchiamo in molte cose . Se uno non manca nel parlare, è un uomo perfetto, capace di tenere a freno anche tutto il corpo. Quando mettiamo il morso in bocca ai cavalli perché ci obbediscano, possiamo dirigere anche tutto il loro corpo. Ecco, anche le navi, benché siano così grandi e vengano spinte da venti gagliardi, sono guidate da un piccolissimo timone dovunque vuole chi le manovra. Così anche la lingua: è un piccolo membro e può vantarsi di grandi cose. Vedete un piccolo fuoco quale grande foresta può incendiare! Anche la lingua è un fuoco, è il mondo dell'iniquità, vive inserita nelle nostre membra e contamina tutto il corpo e incendia il corso della vita, traendo la sua fiamma dalla Geenna. Infatti ogni sorta di bestie e di uccelli, di rettili e di esseri marini sono domati e sono stati domati dalla razza umana, ma la lingua nessun uomo la può domare : è un male ribelle, è piena di veleno mortale . Con essa benediciamo il Signore e Padre e con essa malediciamo gli uomini fatti a somiglianza di Dio. È dalla stessa bocca che esce benedizione e maledizione. Non dev'essere così, fratelli miei! Dire male è maledire. Amiamo i nostri cari senza aspettarci un contraccambio. Quante volte abbiamo messo in croce una persona, un parente, un collega con la nostra linguaccia? Se parliamo un linguaggio diverso da Gesù parliamo come il suo accusatore fariseo al quale non andava bene niente. Che cristiani siamo quando diciamo: Perdono ma non dimentico, lo vedo ma non saluto ”? A COSA SERVE PREGARE QUANDO NON SI AMA? Profaniamo la parola di Dio quando parliamo un linguaggio diverso da quello del Signore. Dopo la trasfigurazione Gesù aveva detto ai tre apostoli di non dire niente di quello che avevano veduto, mentre noi diamo sfogo alla nostra fantasia. Perché andiamo a parlare di un Dio che non esiste? Il miracolismo è fuori dalla nostra portata, annunciamo solo ciò che viene da noi, l’amore. Il volto di Dio potrebbe essere ben diverso da quello che riveliamo noi, potremmo essere quel cieco che accompagna nel fosso un altro cieco. Dove sono i nostri meriti? È inutile recitare il ruolo dei mistici e dimostrarsi miracolosi o miracolati, serve solo a impoverire l’immagine di Dio. Il Signore è stato esplicito e così sua Madre alle nozze di Cana: Fate tutto quello che Lui ci dirà” . La Madonna ci ha detto di pregare in alcune apparizioni, ma oggi i tempi sono cambiati, nessun santo ha vissuto l’esperienza devastante di quella che stiamo vivendo noi. Come può dire che servono preghiere quando si manca d’amore? Semmai viene dirci di amare e perdonare, poi di pregare. È un sacrilegio attribuire a Maria Santissima parole che non ha detto. Oggi c’è bisogno più che mai di usare la bontà, l’amore, la dolcezza e la mitezza, perché siamo troppo arroganti, presuntuosi e superbi. Crediamo sempre di avere ragione. Si dicono miliardi di preghiere ogni giorno ma si manca d’amore. Persino i gruppi si criticano tra di loro! Noi riveliamo la quantità non la qualità. Ci si può de- cristianizzare anche pregando, molte volte è più acida una persona che prega perché pensa di poter giudicare e criticare. La preghiera che va a buon fine è quella di chi sa accettare l’ingiustizia e non si scandalizza degli altri . Preghiamo come dobbiamo pregare e amiamo come dobbiamo amare. La preghiera è la linfa vitale del cristiano che rispetta i comandamenti, non il toccasana che ci evita la superstizione o che ci fa ottenere qualcosa.

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