E
di
colpo
potremmo
sentirci
appesantiti.
Un
giorno
renderemo
conto
non
solo
di
tutte
le
parole
infondate,
ma
anche
di
tutto
quello
che
avremmo
potuto
dire
e
non
abbiamo
detto.
Le
cose
maldicenti
e
maliziose
sono
ormai
per
noi
una
costante,
troviamo
sempre
punti
negativi
nelle
persone.
Però,
senza
rendercene
conto,
blocchiamo
la
parte
migliore,
quella
della
verità,
della
gioia,
dell'incitamento
a
comportarsi
sempre
meglio.
Quanti
di
noi
non
hanno
detto
cose
che
avrebbero
potuto
dire
in
nome
di
Dio,
dell'amore,
del
perdono?
Siamo
pronti
a
condannare
e
accusare,
ma
non
siamo
altrettanto
pronti
a
dire
cose
che
assolvono,
che
giustificano,
che
amano.
Siamo
sicuri
che
la
parte
più
pesante
sia
quella
infondata
e
maliziosa?
Fa
più
parte
della
nostra
vita
la
maldicenza
o
la
benevolenza?
Potrebbero
pesare
di
più
le
parole
belle
e
meravigliose
che
avremmo
dovuto
dire.
Sono
i
peccati
di
omissione.
Li
abbiamo
mai
confessati?
La
Chiesa
non
è
un
collegio
sindacale
ma
dimora
di
Dio
con
noi.
Perché
tante
polemiche
invece
di
lodare
e
ringraziare
il
Signore?
La
parte
migliore
per
noi
è
la
parte
peggiore
per
gli
altri
e
la
parte
peggiore
per
noi
è
la
parte
migliore
per
gli
altri.
Bisogna
pensare
a
quello
che
si
dice,
ma
anche
a
quello
che
conosciamo
e
non
abbiamo
detto.
Se
diciamo
le
cose
migliori
ne
beneficiano
quelli
che
ci
stanno
accanto,
se
invece
siamo
opportunisti
e
diciamo
solo
le
cose
che
hanno
un
riscontro
per
noi,
che
amore
è?
La
Madonna
sotto
la
croce
non
ha
detto
parole
negative,
ha
somatizzato
quel
dolore
e
ha
parlato
solamente
d'amore,
di
bene,
di
cose
che
fanno
gioire.
Chi
di
noi
vive
lo
stile
di
Gesù
nelle
famiglie
e
parla
d'amore,
di
dolcezza,
di
mitezza,
di
perdono,
di
comprensione?
È
una
baggianata
pensare
che
Maria
Santissima
ci
dica
di
pregare
e
di
fare
novene
per
salvare
il
mondo.
Meriterebbe
più
comprensione
e
solidarietà
da
parte
nostra.
Cosa
vogliamo
che
ci
dica?
È
rassegnata
perché
possiamo
fare
molto
di
più
e
non
lo
facciamo.
Quante
volte
l'Angelo
Custode
che
ci
accompagna
fa
finta
di
non
vedere
e
di
non
sentire...
Minimizza
anche
davanti
a
Dio!
Come
possiamo
avere
dei
meriti
quando
il
Signore
ci
ha
dato
il
potenziale
di
una
Ferrari
e
ci
facciamo
superare
da
una
500?
Oggi
nelle
famiglie
si
profana
anche
l'atto
sessuale,
non
lo
si
vive
più
con
rispetto,
dignità
e
purezza.
Dove
vediamo
l'amore
che
Gesù
ha
seminato
dalla
croce?
Vediamo
opportunismo,
avidità,
interesse.
Desideriamo
di
più
perdere
quello
che
abbiamo
per
far
felice
una
persona
o
difendere
tutto
quello
che
riteniamo
sia
giusto
per
noi?
Il
lavoro
e
il
sacrificio
dei
nostri
padri
è
diventato
motivo
di
odio
per
i
figli
che
rimangono.
Sarebbe
stato
meglio
se
avessero
usato
quei
beni
per
loro.
Chi
è
più
avido?
Quello
che
pretende
o
quello
che
non
concede?
Con
quale
spirito
andiamo
ai
pellegrinaggi
quando
per
“un
misero
euro”
svanisce
tutto?
Al
ritorno
da
essi
non
ci
sono
testimonianze
cristiane,
c'è
tanta
ambiguità
e
ipocrisia.
Il
Signore
nel
giorno
del
giudizio
non
guarderà
al
numero
dei
nostri
viaggi
nei
luoghi
benedetti,
ma
se
avremo
confermato
nelle
nostre
case la sua parola.
AMIAMO DI PIÙ IL PECCATO O IL PECCATORE?
Se
odiamo
di
più
il
peccatore,
amiamo
di
più
il
peccato,
se
odiamo
di
più
il
peccato,
amiamo
di
più
il
peccatore.
La
pecorella
smarrita
nella
parabola
di
Gesù
è
il
peccatore;
Lui
l'amava
infinitamente
al
punto
di
abbandonare
le
altre
99
per
andare
a
recuperarla.
Guardiamoci
allo
specchio
e
chiediamoci:
odiamo
di
più
il
peccato
o
il
peccatore?
A
cosa
serve
scandalizzarci
dei
peccati
degli
altri?
Se
fossero
sotto
attacco
di
una
moltitudine
di
demoni
e
avessero
bisogno
di
un
difensore,
chi
li
difende?
Trovano
solo
accusatori.
Facendo
così
però
amiamo
il
peccato,
perché
Gesù
ci
ha
detto
di
non
criticare
e
non
giudicare.
Non
prendiamo
posizione
sulle
parole
degli
altri,
fidiamoci
solo
di
noi
stessi,
di
quello
che
conosciamo
personalmente,
altrimenti
renderemo
conto
anche
del
peccato
degli
altri.
Un
cristiano
autentico
anche
davanti
alla
morte
non
pregherà
mai
per
essere
salvato
o
guarito,
pregherà
sempre
per
essere
perdonato.
Saremmo
pronti
ad
offrirci
per
salvare
un
altro?
Se
fossimo
veri
cristiani
questo
sarebbe
un
fatto
naturale,
non
un
atto
eroico.
Essere
cristiani
vuol
dire
dare
con
gioia
noi
stessi
per
far
felice
un
altro.
I
primi
cristiani
quando
venivano
martirizzati
nelle
arene,
varcavano
con
fierezza
quella
porta,
anche
se
potevano
avere
un
po'
di
paura.
In
situazioni
migliori
non
riusciamo
neanche
ad
essere
comprensivi
gli
uni
con
gli
altri.
Chi
di
noi
riesce
a
sacrificarsi
per
far
felice
chi
ci
vive
accanto?
Tante
persone
non
si
sopportano,
sono
costrette
a
vivere
nella
stessa
casa
e
non
si
amano.
Vogliamo
far
valere
la
legge
di
Dio
o
la
nostra?
Ci
ricordiamo
le
offese
ricevute
10
o
20
anni
fa
e
dimentichiamo
la
parola
di
Dio
che
ascoltiamo
ogni
domenica.
Siamo
i
veri
miscredenti,
sono
più
coerenti
coloro
che
dicono
di
non
credere.
Questo
momento
difficile
che
stiamo
vivendo
è
la
colpa
dei
peccati
che
imperversano
in
ogni
angolo
della
terra
e
in
ogni
famiglia.
Se
vedessimo
confrontata
la
nostra
fede
con
la
vera
fede,
salvo
poche
eccezioni,
resteremmo
inorriditi
nel
vedere quanto siamo lontani da essa.
Confidenze di Maria santissima a Roberto Longhi sul monte Misma
I peccati si possono raddoppiare
© Un deserto sul Misma - Silenzio, preghiera, meditazione, abbandono….
Monte Misma - Oasi della Pace - via Spersiglio 25 Pradalunga (Bergamo)
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