Quando
pensiamo
di
aver
fatto
il
nostro
dovere,
perché
facciamo
così
fatica
a
fare
qualcosa
in
più
per
i
familiari,
gli
amici,
l'ambiente
di
lavoro?
Non
ci
viene
tolta
la
nostra
libertà,
dobbiamo
dimostrare
l'amore
cristiano.
Facciamo
le
cose
per
obbligo
o
per
amore?
Lasciamo
divertire
gli
altri
al
posto
nostro
e
facciamo
volentieri
qualcosa
in
più
per
il
bene
comune
nei
posti
dove
ci
troviamo.
In
fondo
la
libertà
che
vogliamo,
quella
che
ci
fa
pensare
alla
sufficienza,
ci
manda
in
crisi,
ci
annoia,
ci
fa
fare
cose
sbagliate
come
utilizzare
il
nostro
tempo
parlando
male
degli
altri.
Anche
nelle
nostre
case
ci
sono
insofferenze
e
tensioni
perché
invece
di
fare
qualcosa
in
più,
vogliamo
che
lo
facciano
altri.
È
più
importante
offrire
al
Signore
una
preghiera
o
un'azione
buona?
Perderemmo
solo
pochi
minuti
di
tempo.
Se
ci
lamentiamo
vuol
dire
che
non
c'è
amore.
Chi
ci
dice
che
oltre
la
sufficienza
non
è
il
nostro
dovere?
Non
saremo
mai
felici
se
non
facciamo
contenti
gli
altri
e
la
nostra
coscienza
ce
lo
ricorda.
Così
contagiamo
anche
la
natura
che
diventa
“nevrotica”.
Gesù
ci
ha
chiamato
amici
offrendo
se
stesso,
era
il
più
degno
di
essere
servito
ma
è
venuto
per
servire.
Se
non
ci
aiutiamo
gli
uni
gli
altri
non
possiamo
chiamarci
amici,
è
un
peccato
non
fare
un
favore
a
un'altra
persona.
Conosciamo
la
giusta
misura?
Dimostriamo
di
avere
più
pazienza
e
disponibilità.
Non
dobbiamo
pensare
che
uno
si
approfitti
di
noi,
perché
tutti
ci
siamo
approfittati
della
bontà
di
Gesù.
Molti
cristiani
hanno
abbandonato
la
strada
vecchia
per
prendere
quella
nuova,
ma
nessuno
ci
dice
se
abbiamo
fatto
bene.
Solo
quando
nel
corso
della
vita
il
nostro
risultato
finisce
nel
nulla,
significa
che
abbiamo
seguito
la
nostra
fantasia.
Dio
invece
ci
dà
la
concretezza.
Smettiamola
di
pensare
che
devono
essere
sempre
il
Signore
e
la
Madonna
a
venirci
incontro,
impegniamoci
noi
ad
andare
incontro
a
loro.
Perché
siamo
nel
gruppo
dei
lamentosi
e
dei
polemici?
La
giustezza
del
vivere
ce
la
dà
il
Signore,
quella
di
saper
parlare
e
di
saper
tacere.
Prendiamo
pastiglie
e
medicinali
per
tante
malattie
del
corpo,
ma
lingua
è
sempre
sana…
Il
diavolo
sa
che
è
il
nostro
punto
debole
e
lui
ci
stimola
a
tenerla
in
allenamento
perché
"
nel
molto
parlare
non
manca
la
colpa
"
(Prov.
10,19).
Facciamo
tacere
la
lingua
quando
abbiamo
tutte
le
ragioni
per
parlare,
come
ha
fatto
Gesù
davanti
a
Pilato.
Il
Signore
è
contento
quando
sappiamo
portare
la
nostra
croce
senza
lamentarci.
Non
quando
proviamo
le
emozioni
e
le
gioie
agli
incontri
di
preghiera
e
poi
dopo
ci
rattristiamo
perché
ci
hanno
provocato.
Si
può
essere
felici
anche
sotto
una
prova
difficile,
quando
non
ci
facciamo
provocare
e
non
cadiamo
nelle
trappole
dell'infido
che
vuole
farci
scontrare
con
altre
persone.
Sentiremo
una
vocina
che
ci
dice:
"
Bravo,
hai
resistito
".
Non
critichiamo
i
nostri
fratelli
che
ci
provocano.
Molti
cristiani
sostengono
l'apostasia
e
pensano
di
essere
i
difensori
della
verità,
parlano
in
nome
di
Dio
e
non
sanno
portare
la
pace
nelle
loro
famiglie!
Maria
Santissima
desidera
il
nascondimento
del
proprio
figlio,
salvaguardiamo
la
nostra
anima
con
dovizia,
attenzione
e
giustezza?
Siamo
contenti
della
nostra
vita?
Se
fosse
tutto
giusto
quello
che
abbiamo
fatto,
il
nostro
stato
d'animo
sarebbe
diverso.
Quando
pensiamo
di
avere
sempre
ragione,
togliamo
la
protezione
contro
il
male.
La
semplicità
è
alla
nostra
portata
e
insieme
all'umiltà
possiamo
fare
grandi
cose
come
ha
fatto
Maria
Santissima.
Non
si
elimina
il
peccato
criticando
il
peccato.
La
gioia
del
demonio
è
quella
di
mettere
in
luce
i
difetti degli altri, un'esperienza che abbiamo provato tutti. Impariamo a non coinvolgere in negativo le altre persone.
COSA REGALIAMO AL RE DEI RE ?
Se
fossimo
invitati
dal
re
più
potente
della
terra,
chi
ne
beneficerebbe
di
più?
Chi
avrebbe
il
privilegio
più
grande
tra
noi
e
il
re?
L'etichetta
ci
insegna
che
in
queste
occasioni
non
ci
si
presenta
a
mani
vuote,
ci
si
veste
in
modo
adeguato
e
si
ringrazia
il
re
che
ha
avuto
l'umiltà
di
invitarci.
Perché
quando
andiamo
in
chiesa
dal
Re
dei
re
pensiamo
di
ottenere
delle
grazie
particolari?
Lui
ci
invita,
ci
dà
la
possibilità
di
varcare
quella
soglia
e
noi
pretendiamo
un
regalo?
Cerchiamo
di
capire
il
nostro
ruolo.
Dovremmo
offrire
testimonianze
d'amore
e
fioretti
,
così
si
ossequia
il
Signore
e
la
Madonna.
Invece
appena
usciti
cerchiamo
l'espediente
per
criticare
e
giudicare.
A
cosa
servono
milioni
di
preghiere
recitate
da
persone
ipocrite?
La
critica
non
viene
dal
cielo,
davanti
al
tabernacolo
dobbiamo
avere
il
desiderio
di
far
felice
il
nostro
fratello.
Dobbiamo
rivelare
l'amore,
non
inutili
parole
polemiche.
Se
non
siamo
degni
di
entrare
in
chiesa,
proviamo
qualche
volta
a
penalizzarci,
a
non
entrare,
magari
quel
gesto
ha
più
valore.
Può
essere
colpa
nostra
se
le
persone
vicino
a noi non sono felici, non sentiamoci migliori solo perché abbiamo detto tre preghiere.
Confidenze di Maria santissima a Roberto Longhi sul monte Misma
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