Non
dobbiamo
essere
annunciatori
di
grandi
disgrazie
perché
nessuno
conosce
i
disegni
di
Dio
e
quello
che
avverrà.
È
opportuno
quindi
non
dare
peso
a
tutte
le
profezie
che
sentiamo,
altrimenti
rischiamo
di
creare
danni
alla
fede
autentica.
Il
Signore
e
la
Madonna
sanno
i
tempi
che
stiamo
vivendo,
ma
noi
prima
di
tutto
siamo
stati
chiamati
a
sostenere
la
Lieta
Novella,
a
mantenere
la
fede,
i
comandamenti
e
la
gioia,
mentre
le
rotture
inimmaginabili
dell'umanità
sono
insanabili
e
al
di
fuori
della
nostra
portata.
Infondere
la
paura
crea
un
danno
incalcolabile,
perché
la
paura
ci
fa
fare
quello
che
non
faremmo
mai,
ci
offusca
la
mente
e
la
ragione,
non
ci
rende
obiettivi,
ci
fa
diventare
drogati-
dipendenti
da
certe
manifestazioni.
E
il
male
lo
sa.
Non
commettiamo
l'errore
di
annunciare
facilmente
cose
che
un
domani
Dio
può
anche
cambiare.
Ogni
epoca
ha
avuto
il
suo
“personaggio
forte”
ed
è
sempre
stato
contrastato
dal
male,
che
ha
mandato
altre
persone
specificatamente
preparate
(a
loro
insaputa)
per
complicargli
la
vita
attraverso
consigli
sbagliati,
comportamenti
e
“
manovre
”
che
andavano
contro
la
profezia
stessa.
Ne
abbiamo
esempi
espliciti
nella
Bibbia.
San
Francesco
aveva
una
linea
suggerita
dal
Signore,
se
non
che,
quando
il
suo
movimento
è
cresciuto,
si
sono
unite
a
lui
persone
che
lo
hanno
fatto
soffrire
a
dismisura,
impedendogli
di
attuare
"
la
Regola
"
come
desiderava;
si
era
annientato
fino
all'inverosimile,
ma
è
stato
abbandonato
da
quelli
che
dovevano
sostenerlo.
San
Giovanni
Bosco
è
stato
lasciato
solo
in
mezzo
ai
debiti
dai
suoi
più
stretti
collaboratori,
perché
“non
faceva
le
cose
in
un
certo
modo
”.
Per
non
pensare
a
padre
Pio.
Anche
nella
Chiesa
abbiamo
visto
che
il
Papa
ha
la
sua
battaglia
interna.
Il
Signore
ha
lasciato
fare
anche
a
quelle
persone
che
pensavano
di
sostenere
la
verità
e
invece
la
offuscavano
con
il
loro
comportamento.
Se
i
collaboratori
dei
Papi
avessero
recepito
il
messaggio
principale,
oggi
sicuramente
potremmo
vivere
un
momento
migliore.
Le
rivelazioni
profetiche
non
sono
soggette
a
privata
spiegazione,
perché
neanche
lo
strumento
che
le
vive
può
spiegarle,
tanto
sono
fuori
dalla
portata
mentale
di
ogni
persona.
Il
Signore
sorprende
e
supera
tutti.
Guardiamo
a
Benedetto
XVI:
ma
cosa
pensano
di
fare
quelle
persone
che
vogliono
decidere
e
intervenire?
Che
stiano
a
casa!
Chi
le
vuole?
Si
sta
parlando
del
beneficio
della
Chiesa,
di
Dio.
Chi
di
noi
può
dire
di
conoscerlo?
Sappiamo
solo
in
una
misura
molto
limitata
ciò
che
è
accaduto
nei
luoghi
inaccessibili
per
l'uomo,
dove
ha
sempre
vissuto
il
vicario
di
Cristo
in
terra.
Qualcuno
lo
sa,
quelli
che
hanno
ordito
tutto
questo.
Quanti
santi
hanno
dovuto
subire
l'onta
del
sacrificio
da
quelle
persone
che
invece
dovevano
solo
collaborare
e
obbedire!
È
la
croce
che
ci
fa
passare
nel
crogiolo,
che
ci
raffina
come
l'oro
puro,
che
ci
modella
come
desidera
il
Signore.
Dobbiamo
essere
solidali
con
i
personaggi
dell'Antico
Testamento,
perché
anche
loro
erano
soli.
Come
mai
uno
strumento
che
il
Signore
sceglie,
incredibilmente
è
solo?
I
Papi,
pur
avendo
il
comando
del
mondo
intero,
quando
si
ritiravano
nella
loro
stanzetta
erano
soli
e
tristi
come
nessun
altro,
perché
sapevano
quello
che
interveniva
intorno
a
loro.
Dovremmo
dire:
"Signore
per
rimediare
a
questa
esperienza
durissima
riservata
ai
tuoi
figli,
cercherò
di
essere
più
solidale
e
amorevole
con
il
mio
fratello
più
vicino".
Non
ci
farebbe
specie
vedere
un
uomo
di
ottant'anni,
scelto
dallo
Spirito
Santo,
piangere
quando
va
a
letto,
dileggiato,
attaccato
e
abbandonato?
Davanti
all'esperienza
di
questo
genere,
a
cosa
valgono
tutte
le
nostre
ragioni?
A
differenza
dei
potenti
della
terra,
i
Papi
non
hanno
neanche
un
beneficio
ed
un
interesse
personale,
ma
sono
i
responsabili
più
importanti
della
nostra
fede.
Noi
siamo
chiamati
a
condolerci
con
chi
è
nella
prova,
ad
annichilirci,
a
nasconderci,
non
siamo
chiamati
a
far
la
gara
a
chi
è
più
bravo
o
ha
più
iniziative.
Invece,
in
tanti
cristiani
c'è
la
soddisfazione
nel
vedere
andare
in
malora
un
altro,
per
poi
andare
a
piangere
davanti
a
lui.
La
verità
non
è
accomodante,
non
è
gratuita,
ma
va
contro
le
nostre
abitudini,
il
nostro
orgoglio,
quello
che
pensiamo
sia
giusto
per
noi.
Dal
Vecchio
al
Nuovo
Testamento
è
accaduto
che
prima
si
moriva
per
disobbedienza
a
Dio,
mentre
dopo
sono
morti
per
obbedienza
a
Gesù
Cristo.
Non
meritano
un
po'
di
considerazione
milioni
di
martiri
morti
in
un
modo
atroce
per
trasmetterci
la
fede?
Stiamo
salvaguardando
il
sangue
da
loro
versato?
Parlare
in
modo
pessimistico
è
facile,
ma
non
si
dimostra
niente.
Quando
sentiamo
certi
discorsi
dobbiamo
dissentire
tacitamente,
facendo
recepire
il
disagio,
come
quando
un
fratello
critica
il
fratello.
I
nostri
discorsi
non
servono
a
niente
e
davanti
alla
cosa
peggiore
che
può
accadere,
il
piccolo
resto
dovrà rimanere fedele alla parola di Dio e non alle profezie e ai messaggi che puntualmente non si realizzano.
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