In
che
misura
ci
proteggono
gli
angeli
e
la
misericordia
divina?
In
che
misura
lo
Spirito
Santo
e
la
parola
di
Dio
agiscono
su
di
noi?
Per
una
vita
ricordiamo
gli
sgarbi
ricevuti,
la
parola
costruita
sulla
rabbia,
la
gelosia
e
l'invidia,
ma
davanti
ai
nostri
problemi
svanisce
in
fretta
la
parola
del
Signore.
Abbiamo
la
dolcezza,
la
mansuetudine,
la
bontà,
la
pazienza,
il
dominio
di
sé?
Nel
corso
della
vita
troppo
pochi
hanno
saputo
cogliere
i
segni
dei
tempi,
perché
molti
hanno
commesso
l’errore
gravissimo
di
difendere
ciò
che
secondo
loro
è
giustizia
e
verità,
dimenticando
le
rivelazioni
di
Dio.
Chi
del
genere
umano
può
conoscere
in
una
misura
equa,
la
bontà
o
la
malvagità
che
c'è
nell'uomo?
In
che
modo
decidiamo
di
assolvere
o
condannare?
Prendere
posizione
è
un
comportamento
sbagliato
a
prescindere,
perché
non
conosciamo
quello
che
c'è
nel
cuore
di
una
persona.
Quando
si
condanna
senza
motivazioni,
solo
per
associarsi
a
chi
vuole
accusare,
si
sbaglia
clamorosamente.
Magari
uno
diventa
irruente
perché
deve
difendersi
da
ogni
posizione.
Chi
ama
deve
amare
indistintamente,
l’uno
e
l'altro.
Quanti
danni
abbiamo
fatto
all'immagine
di
Dio
e
alla
Chiesa
prendendo
posizione!
Siamo
noi
i
giudici
o
i
legislatori?
Se
prendiamo
la
parte
di
uno,
condanniamo
l'altro,
è
giusto?
Con
questo
principio
elementare
hanno
condannato
Gesù.
Quando
c'è
una
discussione
tra
due
persone
stiamone
fuori,
perché
tutto
quello
che
facciamo
interferendo
è
di
danno.
Loro
sanno
perché
si
sono
scontrati,
noi
no,
perché
ci
mettiamo
il
becco?
San
Giacomo
ci
ammonisce:
“
Chi
sparla
del
fratello
o
giudica
il
fratello,
parla
contro
la
legge
e
giudica
la
legge.
E
se
tu
giudichi
la
legge
non
sei
più
uno
che
osserva
la
legge,
ma
uno
che
la
giudica.
Ora,
uno
solo
è
legislatore
e
giudice,
Colui
che
può
salvare
e
rovinare;
ma
chi
sei
tu
che
ti
fai
giudice
del
tuo
prossimo?”.
Facciamo
così
solo
perché
preghiamo
o
per
giustificare
i
nostri
difetti?
Questa
abitudine
la
portiamo
in
tutti
gli
ambienti
che
frequentiamo,
inclusa
la
Chiesa.
Ci
schieriamo
per
simpatia
o
perché
uno
è
più
convincente,
così
vedremo
con
gli
occhi
del
nemico
l'altra
persona
che
magari
ha
ricevuto
“
pugnalate
”
ingiuste.
Quando
papa
Francesco
ha
sollevato
dai
loro
incarichi
alte
autorità
della
Chiesa,
non
l'ha
fatto
perché
non
sapeva
amare,
però
noi
critichiamo.
Soffriva,
ma
è
stato
costretto:
se
non
ci
dispiacciamo
per
entrambi
siamo
degli
ipocriti.
Amare
non
vuol
dire
dare
la
possibilità
al
nostro
prossimo
di
peccare.
Se
non
abbiamo
la
possibilità
di
conoscere
quello
che
sta
nel
cuore
di
un
parente
o
di
un
amico,
ai
quali
diamo
più
credibilità,
non
prendiamo
nessuna
posizione
perché
è
più
equo
nel
giudizio
colui
che
non
ha
nessuna
parte
in
causa.
Hanno
visto
qualcosa
i
nostri
occhi
o
udito
qualcosa
le
nostre
orecchie?
Il
male
aspetta
solo
che
noi
prendiamo
posizione
in
una
cosa
che
non
conosciamo,
per
far
tornare
tutto
a
suo
vantaggio.
Nessuno
ci
chiede
di
difendere
un
colore
politico
o
una
bandiera,
bisogna
essere
sportivi
non
tifosi.
È
quello
che
stanno
facendo
nel
mondo
arabo
pensando
di
difendere
un'ideologia.
E
se
facessimo
altrettanto?
Però
avviene
nelle
nostre
famiglie,
chi
mette
il
dito
nelle
faccende
degli
altri
è
poco
intelligente,
si
complica
la
vita,
semmai
può
dire:
"Mi
dispiace
per
tutti
e
due".
Non
diciamo
mai:
"Mi
dispiace
per
l'uno
e
sono
contro
l'altro",
perché
Barabba
è
sempre
attuale.
Senza
condanne
e
accuse
non
ci
sarebbero
stati
scismi,
divisioni,
guerre,
profanazioni,
avremmo
ancora
l'unica
legge
che
Dio
ha
dato
ad
Abramo.
E
se
quello
che
viene
a
piangere
sulla
nostra
spalla
meritasse
un
calcio
nel
sedere?
I
nostri
consiglieri
siano
uno
su
mille,
non
fidiamoci
delle
apparenze
o
delle
parole,
perché
poi
è
inutile
dire
la
solita
frase:
"non
avrei
mai
creduto…"
.
La
persona
buona
ha
fiducia
degli
altri,
ma
ci
rimette
di
tasca
sua,
non
si
preparerà
mai
a
difendersi
da
quelle
false,
perché
non
ha
la
falsità
dentro
di
sé
e
quando
viene
attaccata
o
tradita,
è
impreparata
.
Prima
che
si
riprenda
dallo
stupore,
l'altra
persona
che
invece
aveva
tramato
tutto,
mette
delle
condizioni
in
cui,
pur
avendo
torto,
uscirà
con
la
ragione.
La
infida
e
terribile
ragnatela
del
male
agisce
così
perché
siamo
ingenui.
Se
non
possiamo
conoscere
la
persona
che
ci
sta
davanti,
possiamo
però
conoscere
la
prudenza
evitando
gli
errori
dei
nostri
padri
ed
educando
i
nostri
figli
con
intelligenza
e
scaltrezza,
per
difenderli
in
un
mondo
dove
c’è
il
nemico
più
falso
e
cattivo
che
possa
esistere.
Il
Signore
sa
fino
al
millesimo
di
grammo
quanto
pesa
la
bontà
o
la
malvagità
in
una
persona,
noi
no.
Potremmo
essere
consiglieri
e
maestri
di
vita,
ma
stiamo
fuori
dai
problemi
che
non
ci
riguardano.
La
persona
buona
non
è
quella
che
incontriamo
in
certi
posti
“
cosparsa
di
cenere”
,
potrebbe
essere
lì
per
un
rimorso
di
coscienza.
Come
possiamo
saperlo?
La
verità
e
l'errore
vivono
nella
stessa
famiglia,
anche
noi
possiamo
commettere
sbagli,
ma
nessuno
deve
aumentare
la
nostra
condanna
o
la
nostra
assoluzione.
I
danni
del
mondo
vengono
dalla
lingua,
dai
nostri
errori
di
valutazione:
se
vogliamo
essere
generosi,
invece
di
prendere
posizione
e
farci
provocare,
accettiamo
l'ingiustizia,
è
la
misericordia che Dio si aspetta da noi.
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