Noi siamo stati scelti, creati e fatti cristiani dal Signore per diffondere il vangelo gli altri. Cerchiamo di essere giusti davanti al Signore, perché a forza di disabituarci ed allontanarci dal vero traguardo della nostra vita, oggi come oggi siamo noi quelli che devono essere evangelizzati. Se è stato detto: "Chiedete e vi sarà dato, bussate e vi sarà aperto" , non dobbiamo dimostrare di saper fare solo quello. E’ un fatto scontato che il Signore ci apre e risponde alle nostre richieste, fa parte della sua divina misericordia e del patto d'amore che ha con noi. Non dobbiamo neanche menzionarlo nei nostri discorsi, è indiscutibile. In realtà dobbiamo dimostrare di fare anche l'altra parte che è ben più importante di fare delle richieste. Noi che abbiamo accettato di testimoniare la parola del Signore, viviamo da anti-cristiani a causa di un grande "martellamento". Davanti al Signore siamo degli orchestrali, siamo come una grande orchestra sinfonica, dove ognuno esegue un'armonia melodiosa: se qualcuno suona una nota stonata, tutta l'orchestra ne risente e sembra che stoni tutta. Tra di noi c'è una confusione e una disarmonia enorme perché siamo "note stonate", non siamo accordati all'unisono sulla stessa nota: uno intona un "la", l'altro un "re" e un'altro il "mi". IL COLPEVOLE PRINCIPALE E’ IL MAESTRO D’ORCHESTRA? Che confusione portiamo al Signore, se basta una nota stonata per fare stonare un'orchestra perfetta e professionale: facciamo fare brutta figura al Maestro d'orchestra. Ci critichiamo a vicenda perché abbiamo cominciato da lontano ad essere note stonate davanti al Signore, al mondo, ai miscredenti, agli atei e a quelli che hanno aderito ad altre dottrine. Ecco perché tante persone si sono allontanate dalla Chiesa, perché non abbiamo saputo essere educatori giusti. Invece di edificare abbiamo “disedificato” e deformato in un modo incredibile l’immagine della fede autentica. Se fossimo veramente “Figli del Silenzio”, magari non faremmo niente di buono, ma sicuramente neanche niente di cattivo e di brutto, non ci proporremmo ad essere note stonate. Educhiamoci ad evangelizzare, perché ci deve dispiacere che per colpa nostra l'orchestra non è intonata. All'inizio del nuovo testamento, agli albori del cristianesimo, su 100 persone c'era una nota stonata; oggi siamo arrivati che su 100 persone 99 sono note stonate. Ecco perché “non ci siamo più” e non riusciamo a trovare “il bandolo della matassa” , perché noi nonostante tutto stoniamo ancora. Altro che pensare di non peccare più, solo perché non facciamo ciò che la società condanna (rubare, uccidere, bestemmiare…)! Il peccato più grave lo commettiamo ancora noi, quando non sappiamo riconoscere nel giusto valore il sacrificio di Gesù. Se quella dimostrazione d'amore non ci porta alla verità, ai piedi della croce, a umiliarci e a dispiacerci per tutto il male del mondo, quel sacrificio non è servito a niente. Oppure pensiamo che la nostra salvezza sia un fatto dovuto, che solo Gesù ci ha salvato e tutto il resto non conta? Dobbiamo diventare educatori d'amore, di dolcezza, di accettazione, non di reciproci rimproveri, altrimenti finiamo col dividerci in nome di Dio. I continui rimproveri creano la cosa peggiore: più astio, prevenzione negativa, diffidenza, meno fiducia. Quando non c'è il rispetto reciproco e totale in una coppia, che ci si può fidare ad occhi chiusi, manca tutto; possiamo dire cinque rosari al giorno, ma li recitiamo con una freddezza tale da non dare valore alle nostre preghiere. Che tristezza vedere che nonostante siamo stati creati dal Signore come note intonatissime, siamo diventati note stonate per la nostra latitanza verso quella nostra responsabilità. Perché stando insieme ai lupi si impara ad ululare, e quando si sta con una persona che ha un'abitudine, assimiliamo quell'abitudine, crediamo che sia normale comportarci come un peccatore, soprattutto se ci è simpatico.... Non assolviamo coloro che devono essere recuperati con delle osservazioni precise, gentili. Ritorniamo sulla nostra vita passata per migliorarci, non per puntualizzare continuamente la vita degli altri (che conosciamo solo dal punto di vista esteriore). Espiamo e recuperiamo tutte le brutte abitudini del mondo, preghiamo affinché il Signore venga consolato dalla nostra povera persona, dispiacendoci non dei nostri fatti personali, ma delle umiliazioni e delle ingiustizie che in continuazione il Signore riceve per amor nostro. Sentiamoci indegni perché, chi più chi meno, un giorno anche noi abbiamo fatto questo, e se non ci siamo resi conto allora, rendiamoci conto oggi di cosa abbiamo fatto davanti agli occhi del Signore con il nostro comportamento. Non pensiamo di essere a posto solo da quando abbiamo iniziato a pregare, e che non ci siano colpe o pene da espiare, perché nel momento in cui cominciamo a credere di non commettere più peccati, commettiamo quelli che gridano vendetta al cospetto di Dio. E’ l’offesa più grave, quella contro lo Spirito Santo che non viene perdonata dal Signore, di chi sa la verità e non la testimonia. Confidenze di Maria santissima a Roberto Longhi sul monte Misma
L’orchestra
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Per noi l'Immacolata Concezione, la madre di Gesù, sembra sia un fatto dovuto, ma per capire Noi siamo stati scelti, creati e fatti cristiani dal Signore per diffondere il vangelo gli altri. Cerchiamo di essere giusti davanti al Signore, perché a forza di disabituarci ed allontanarci dal vero traguardo della nostra vita, oggi come oggi siamo noi quelli che devono essere evangelizzati. Se è stato detto: "Chiedete e vi sarà dato, bussate e vi sarà aperto" , non dobbiamo dimostrare di saper fare solo quello. E’ un fatto scontato che il Signore ci apre e risponde alle nostre richieste, fa parte della sua divina misericordia e del patto d'amore che ha con noi. Non dobbiamo neanche menzionarlo nei nostri discorsi, è indiscutibile. In realtà dobbiamo dimostrare di fare anche l'altra parte che è ben più importante di fare delle richieste. Noi che abbiamo accettato di testimoniare la parola del Signore, viviamo da anti-cristiani a causa di un grande "martellamento". Davanti al Signore siamo degli orchestrali, siamo come una grande orchestra sinfonica, dove ognuno esegue un'armonia melodiosa: se qualcuno suona una nota stonata, tutta l'orchestra ne risente e sembra che stoni tutta. Tra di noi c'è una confusione e una disarmonia enorme perché siamo "note stonate", non siamo accordati all'unisono sulla stessa nota: uno intona un "la", l'altro un "re" e un'altro il "mi". IL COLPEVOLE PRINCIPALE E’ IL MAESTRO D’ORCHESTRA? Che confusione portiamo al Signore, se basta una nota stonata per fare stonare un'orchestra perfetta e professionale: facciamo fare brutta figura al Maestro d'orchestra. Ci critichiamo a vicenda perché abbiamo cominciato da lontano ad essere note stonate davanti al Signore, al mondo, ai miscredenti, agli atei e a quelli che hanno aderito ad altre dottrine. Ecco perché tante persone si sono allontanate dalla Chiesa, perché non abbiamo saputo essere educatori giusti. Invece di edificare abbiamo “disedificato” e deformato in un modo incredibile l’immagine della fede autentica. Se fossimo veramente “Figli del Silenzio”, magari non faremmo niente di buono, ma sicuramente neanche niente di cattivo e di brutto, non ci proporremmo ad essere note stonate. Educhiamoci ad evangelizzare, perché ci deve dispiacere che per colpa nostra l'orchestra non è intonata. All'inizio del nuovo testamento, agli albori del cristianesimo, su 100 persone c'era una nota stonata; oggi siamo arrivati che su 100 persone 99 sono note stonate. Ecco perché “non ci siamo più” e non riusciamo a trovare “il bandolo della matassa” , perché noi nonostante tutto stoniamo ancora. Altro che pensare di non peccare più, solo perché non facciamo ciò che la società condanna (rubare, uccidere, bestemmiare…)! Il peccato più grave lo commettiamo ancora noi, quando non sappiamo riconoscere nel giusto valore il sacrificio di Gesù. Se quella dimostrazione d'amore non ci porta alla verità, ai piedi della croce, a umiliarci e a dispiacerci per tutto il male del mondo, quel sacrificio non è servito a niente. Oppure pensiamo che la nostra salvezza sia un fatto dovuto, che solo Gesù ci ha salvato e tutto il resto non conta? Dobbiamo diventare educatori d'amore, di dolcezza, di accettazione, non di reciproci rimproveri, altrimenti finiamo col dividerci in nome di Dio. I continui rimproveri creano la cosa peggiore: più astio, prevenzione negativa, diffidenza, meno fiducia. Quando non c'è il rispetto reciproco e totale in una coppia, che ci si può fidare ad occhi chiusi, manca tutto; possiamo dire cinque rosari al giorno, ma li recitiamo con una freddezza tale da non dare valore alle nostre preghiere. Che tristezza vedere che nonostante siamo stati creati dal Signore come note intonatissime, siamo diventati note stonate per la nostra latitanza verso quella nostra responsabilità. Perché stando insieme ai lupi si impara ad ululare, e quando si sta con una persona che ha un'abitudine, assimiliamo quell'abitudine, crediamo che sia normale comportarci come un peccatore, soprattutto se ci è simpatico.... Non assolviamo coloro che devono essere recuperati con delle osservazioni precise, gentili. Ritorniamo sulla nostra vita passata per migliorarci, non per puntualizzare continuamente la vita degli altri (che conosciamo solo dal punto di vista esteriore). Espiamo e recuperiamo tutte le brutte abitudini del mondo, preghiamo affinché il Signore venga consolato dalla nostra povera persona, dispiacendoci non dei nostri fatti personali, ma delle umiliazioni e delle ingiustizie che in continuazione il Signore riceve per amor nostro. Sentiamoci indegni perché, chi più chi meno, un giorno anche noi abbiamo fatto questo, e se non ci siamo resi conto allora, rendiamoci conto oggi di cosa abbiamo fatto davanti agli occhi del Signore con il nostro comportamento. Non pensiamo di essere a posto solo da quando abbiamo iniziato a pregare, e che non ci siano colpe o pene da espiare, perché nel momento in cui cominciamo a credere di non commettere più peccati, commettiamo quelli che gridano vendetta al cospetto di Dio. E’ l’offesa più grave, quella contro lo Spirito Santo che non viene perdonata dal Signore, di chi sa la verità e non la testimonia.

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