L'Italia ha avuto come radice cristiana due elementi di primissimo livello, i migliori maestri che la Chiesa abbia conosciuto: Pietro e Paolo. Non tutti gli apostoli avevano la stessa intensità spirituale e noi in Italia abbiamo avuto le due massime espressioni che hanno portato dei benefici al nostro Paese per secoli e secoli. Per mezzo del sangue versato da Pietro e Paolo sono nate in Italia tantissime vocazioni come in nessun’altra nazione. Uno Stato così piccolo come estensione territoriale, ha esportato migliaia e migliaia di sacerdoti e di religiosi, una "materia prima" che non c'era in nessun altro popolo. Il Signore ha dato all'Italia una misura abbondante di segni miracolosi, ci sono stati tantissimi santi e sono sorti tanti santuari come in nessun'altra parte del mondo. Avevamo valori profondi e radicati che per tanto tempo si erano diffusi in un modo totale. Ma l'Italia non ha continuato la sua vena spirituale degli albori come Pietro e Paolo ci avevano trasmesso. Abbiamo vanificati i loro sacrifici. Guardiamo la condizione e lo stile di vita che sta vivendo il Paese prediletto da Dio. Non ci sono più vocazioni (c'è l'importazione da altri Stati) perché ci siamo svuotati totalmente della nostra caratteristica, non vogliamo più metterci in ossequio e in rispetto davanti al Signore. Diminuisce tutto: l'intensità spirituale, la serenità, la gioia e la pace che i nostri padri ci avevano dato. Siamo immersi in problemi che mai avevamo conosciuto prima e che altre nazioni avevano conosciuto perché non rispettavano la legge del Signore. Sentiamoci dispiaciuti quantomeno di questa situazione. Dopo tutto quello che abbiamo avuto noi italiani, dovevamo essere “stra- santi” e invece non sappiamo più dove andare a “sbattere la testa”: finita un'esperienza ne abbiamo bisogno subito di un’altra perché siamo vuoti dentro. Cosa vogliamo dalla vita e dal Signore? Vogliamo essere quel popolo che, come nel Vecchio Testamento, dopo aver avuto segni ha deluso Dio fino a meritarsi il castigo? Ci conviene correre questo rischio? Non a caso l'Italia è stata scelta dove porre le fondamenta del vicario di Cristo e quelle fondamenta hanno benedetto tutto il territorio. Ma abbiamo disperso un potenziale impressionante, come fiorivano le vocazioni oggi fioriscono i commenti e le critiche su tutto. Svuotiamo ogni valore spirituale, pagandone le conseguenze. Ci sono ancora i santi, ma non c'è più la grazia nella nostra nazione perché l'abbiamo profanata con le nostre leggi e le nostre abitudini. SENTIRSI PEGGIORI DEGLI ALTRI Ripartiamo dall'inizio, da quell’origine, ritorniamo ad avere quel senso del timor di Dio che non abbiamo più. Quando siamo davanti a qualsiasi situazione sentiamoci i peggiori , che è il modo migliore di recuperare ogni valore cristiano, come facevano gli apostoli e i santi. Invece critichiamo e giudichiamo perché ci sentiamo superiori agli altri e pensiamo di essere giusti. Così ci svuotiamo della nostra vera natura cristiana, siamo materialisti. Dobbiamo maturare riflettendo su questi passaggi. Cosa c'è di più bello che piacere al Signore? Lo compiacerà quella persona che si sente più misera di chi ha davanti! Ad alcuni la preghiera fa lo strano effetto di indurire il cuore. Se fosse autentica ci farebbe amare intensamente i peggiori, non i migliori, perché questi ultimi sono già nelle mani di Dio. Abbiamo davanti molto terreno da recuperare e per assurdo non dovremmo più chiedere segni perché è dimostrato che chi ne ha avuto, salvo poche eccezioni, ha deluso e tradito di più Dio. Ci sono tante testimonianze di persone che sono state guarite miracolosamente e sono diventate dei grandissimi peccatori. Perché? Quando uno è toccato dalla grazia di Dio non dovrebbe fare il contrario? Ognuno pensa di essere la verità in terra, che ha il diritto di intervenire polemicamente su ogni comportamento. Se avessimo l'atteggiamento dei santi, davanti a una cosa sbagliata non apriremmo bocca perché ci sentiremo peggio di chi l’ha causata; ci chiuderemmo in quel silenzio che tanto il Signore gradisce. I santi non ridevano sui peccati degli altri, soffrivano perché si sentivano peggiori di loro ed erano così stimolati a migliorare. Ricordiamoci che non è l'acquisizione della conoscenza delle esperienze altrui che aumenta la nostra fede, ma è la sapienza del Signore che scende nel momento in cui ci prostriamo davanti a lui con il rispetto totale, come merita. Quando daremo la nostra volontà al Signore vedremo realizzarsi in noi, grazie allo Spirito Santo, una crescita che non avremo mai conosciuto prima. Togliamo quindi gli impedimenti mentali che pian piano, di generazione in generazione, ci hanno fatto perdere la grazia che Dio ha dato all'Italia. Se vogliamo recuperare il terreno perduto, sentiamoci i peggiori e non meravigliamoci del comportamento degli altri o di quel personaggio pubblico… Sentiamoci i più indegni come i primi servi del Signore (San Paolo si era definito il più infimo ), non come un fatto esteriore, ma che viene dal nostro cuore. Non recitiamo in nome di Dio! Diventiamo esempi credibili, perché troppi non confermano ciò che professano. Confidenze di Maria santissima a Roberto Longhi sul monte Misma
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L'Italia ha avuto come radice cristiana due elementi di primissimo livello, i migliori maestri che la Chiesa abbia conosciuto: Pietro e Paolo. Non tutti gli apostoli avevano la stessa intensità spirituale e noi in Italia abbiamo avuto le due massime espressioni che hanno portato dei benefici al nostro Paese per secoli e secoli. Per mezzo del sangue versato da Pietro e Paolo sono nate in Italia tantissime vocazioni come in nessun’altra nazione. Uno Stato così piccolo come estensione territoriale, ha esportato migliaia e migliaia di sacerdoti e di religiosi, una "materia prima" che non c'era in nessun altro popolo. Il Signore ha dato all'Italia una misura abbondante di segni miracolosi, ci sono stati tantissimi santi e sono sorti tanti santuari come in nessun'altra parte del mondo. Avevamo valori profondi e radicati che per tanto tempo si erano diffusi in un modo totale. Ma l'Italia non ha continuato la sua vena spirituale degli albori come Pietro e Paolo ci avevano trasmesso. Abbiamo vanificati i loro sacrifici. Guardiamo la condizione e lo stile di vita che sta vivendo il Paese prediletto da Dio. Non ci sono più vocazioni (c'è l'importazione da altri Stati) perché ci siamo svuotati totalmente della nostra caratteristica, non vogliamo più metterci in ossequio e in rispetto davanti al Signore. Diminuisce tutto: l'intensità spirituale, la serenità, la gioia e la pace che i nostri padri ci avevano dato. Siamo immersi in problemi che mai avevamo conosciuto prima e che altre nazioni avevano conosciuto perché non rispettavano la legge del Signore. Sentiamoci dispiaciuti quantomeno di questa situazione. Dopo tutto quello che abbiamo avuto noi italiani, dovevamo essere “stra-santi” e invece non sappiamo più dove andare a “sbattere la testa”: finita un'esperienza ne abbiamo bisogno subito di un’altra perché siamo vuoti dentro. Cosa vogliamo dalla vita e dal Signore? Vogliamo essere quel popolo che, come nel Vecchio Testamento, dopo aver avuto segni ha deluso Dio fino a meritarsi il castigo? Ci conviene correre questo rischio? Non a caso l'Italia è stata scelta dove porre le fondamenta del vicario di Cristo e quelle fondamenta hanno benedetto tutto il territorio. Ma abbiamo disperso un potenziale impressionante, come fiorivano le vocazioni oggi fioriscono i commenti e le critiche su tutto. Svuotiamo ogni valore spirituale, pagandone le conseguenze. Ci sono ancora i santi, ma non c'è più la grazia nella nostra nazione perché l'abbiamo profanata con le nostre leggi e le nostre abitudini. SENTIRSI PEGGIORI DEGLI ALTRI Ripartiamo dall'inizio, da quell’origine, ritorniamo ad avere quel senso del timor di Dio che non abbiamo più. Quando siamo davanti a qualsiasi situazione sentiamoci i peggiori , che è il modo migliore di recuperare ogni valore cristiano, come facevano gli apostoli e i santi. Invece critichiamo e giudichiamo perché ci sentiamo superiori agli altri e pensiamo di essere giusti. Così ci svuotiamo della nostra vera natura cristiana, siamo materialisti. Dobbiamo maturare riflettendo su questi passaggi. Cosa c'è di più bello che piacere al Signore? Lo compiacerà quella persona che si sente più misera di chi ha davanti! Ad alcuni la preghiera fa lo strano effetto di indurire il cuore. Se fosse autentica ci farebbe amare intensamente i peggiori, non i migliori, perché questi ultimi sono già nelle mani di Dio. Abbiamo davanti molto terreno da recuperare e per assurdo non dovremmo più chiedere segni perché è dimostrato che chi ne ha avuto, salvo poche eccezioni, ha deluso e tradito di più Dio. Ci sono tante testimonianze di persone che sono state guarite miracolosamente e sono diventate dei grandissimi peccatori. Perché? Quando uno è toccato dalla grazia di Dio non dovrebbe fare il contrario? Ognuno pensa di essere la verità in terra, che ha il diritto di intervenire polemicamente su ogni comportamento. Se avessimo l'atteggiamento dei santi, davanti a una cosa sbagliata non apriremmo bocca perché ci sentiremo peggio di chi l’ha causata; ci chiuderemmo in quel silenzio che tanto il Signore gradisce. I santi non ridevano sui peccati degli altri, soffrivano perché si sentivano peggiori di loro ed erano così stimolati a migliorare. Ricordiamoci che non è l'acquisizione della conoscenza delle esperienze altrui che aumenta la nostra fede, ma è la sapienza del Signore che scende nel momento in cui ci prostriamo davanti a lui con il rispetto totale, come merita. Quando daremo la nostra volontà al Signore vedremo realizzarsi in noi, grazie allo Spirito Santo, una crescita che non avremo mai conosciuto prima. Togliamo quindi gli impedimenti mentali che pian piano, di generazione in generazione, ci hanno fatto perdere la grazia che Dio ha dato all'Italia. Se vogliamo recuperare il terreno perduto, sentiamoci i peggiori e non meravigliamoci del comportamento degli altri o di quel personaggio pubblico… Sentiamoci i più indegni come i primi servi del Signore (San Paolo si era definito il più infimo ), non come un fatto esteriore, ma che viene dal nostro cuore. Non recitiamo in nome di Dio! Diventiamo esempi credibili, perché troppi non confermano ciò che professano.