Sul monte Misma, dove si libera la mente e sembra che i problemi non esistano, la Madonna ci ha insegnato che bisogna avere le caratteristiche dell'abbandono e del silenzio per lasciar parlare lo Spirito Santo, anche se è invisibile e non ci coinvolge. Invece noi ci lasciamo affascinare di più dall’uomo perché lo vediamo e lo sentiamo, ma non riesce a trasmetterci quello che può fare lo Spirito Santo. Gli stessi apostoli hanno fatto il salto di qualità non nei tre anni vissuti con Gesù, ma nella Pentecoste. Potenzialmente siamo tutti stati creati per la santità, ma ognuno di noi ha bisogno di un intervento e di un consiglio diverso perché ha una vita e una sensibilità diversa; dove una persona è debole, l'altra è forte. Pur essendo simili come conformazione umana, siamo uno diverso dall'altro. Perché vogliamo limitare la libertà che ci ha dato il Signore dicendo agli altri: "Fai questo, fai quello"? Ci possono essere dei consigli, dei limiti, ma anche il rispetto della libertà umana, dei carismi e dei talenti che inconsapevolmente ciascuno di noi porta in dote. L'unica cosa che ci deve rendere uniti è l'obiettivo verso il Signore e la salvezza, ma li possiamo raggiungere in un modo diverso. Perché ci vogliamo condizionare, recitando una parte che non è nostra? Perché non abbiamo capito cosa significa pregare insieme, in comunità? Non vuol dire darci delle regole dove tutti dobbiamo sottostare nella stessa misura; magari uno quella regola già la mette in pratica in una misura perfetta, l'altro invece è molto lontano dal metterla in pratica. Non significa dare i tempi, dire quanto le persone devono pregare in un giorno, quante volte devono andare a messa o a confessarsi. Questa deve essere una libertà di sentire e di vivere quell'avvenimento, non un obbligo a partecipare, altrimenti non rimane niente perché uno ci va per obbligo. Il Signore non viene a dirci quanto sale dobbiamo mettere nella minestra, quello dipende da come vogliamo gestire la materia, ma nelle cose spirituali, che sono un mistero per tutti, dobbiamo fermare la ragione e con incoscienza abbandonarci totalmente a Dio. Dopo aver visto la colomba bianca, per tre mesi e mezzo Roberto contava le Avemaria con le dita perché si vergognava di pregare con la corona in mano; poi Maria Santissima gli disse: "E’ ora che anche tu sgrani la corona del Santo Rosario”. Non gli ha dato una misura o un peso; sta a noi capire che la preghiera non è un fatto solamente orale, ma un desiderio interiore. Quando il cuore ci esplode d'amore recitando un’Avemaria, è come se avessimo detto 100 rosari. La cosa più bella è provare la gioia che il Signore vuole farci avere nel cuore, perché solo un cuore gioioso può farci accettare le ingiustizie. Quando siamo felici, sorridiamo anche a chi ci offende, mentre quando siamo arrabbiati, basta che uno ci sfiori con un dito che subito esplodiamo” . Avere la gioia nel cuore è un modo meraviglioso di vivere, si vuole donarla a tutti, non si vuole contestare o criticare. Anche se uno sta commettendo uno sbaglio, glielo diciamo con un amore così grande che lo facciamo sciogliere e lo convinciamo. Invece dicendo con rabbia di rispettare la legge di Dio, come se il Signore preparasse chissà quale castigo, veniamo completamente rifiutati da chi ci ascolta. C'è modo e modo di parlare di Dio, ma solo con la gioia nel cuore trasmettiamo l'amore che è Dio. Senza rendercene conto potremmo essere quella schiera preparata dalla Madonna per far trionfare nel mondo il suo cuore immacolato, perché con una semplice dimostrazione, il Signore aumenterà a dismisura i nostri meriti e colmerà le tante lacune che ci sono nel mondo, intervenendo dove c'è solo disperazione, tradimenti, omicidi e dolore. Potremmo essere come una lampadina che si accende all'improvviso nel buio e riempie di luce tanto spazio, diffondendo anche il calore, la gioia, la tranquillità e la serenità. Noi siamo molto dubbiosi e insicuri perché a livello spirituale, camminiamo nel buio; non abbiamo nessuna certezza e ci facciamo delle illusioni quando incontriamo certe persone, poi ricadiamo nel buio. Davanti a una lampadina accesa invece ci muoviamo con sicurezza, non abbiamo più dubbi. Dio è luce, la ragione dell'uomo è tenebra che ci porta sempre di più a vivere in un buio totale e tremendo. Se il Signore, come in un documentario, ci facesse vedere che in realtà noi siamo 6 miliardi di lampadine, quante ne sarebbero accese? Quanto buio c'è nel mondo che bisogna riempire di luce? La Madonna vuole che diventiamo degli alunni perfetti meritevoli della borsa di studio, piena di stelle brillanti e di grazie una più bella dell'altra, che possiamo vivere a vantaggio del nostro fratello. Molti sono chiamati ma pochi gli eletti, perché tanti ragionano troppo con la propria mente e non hanno dimostrato di sapersi abbandonare e credere in Dio. Chi si affida alla carne avrà la risposta della carne che lo porta alla disperazione, mentre chi si affida allo spirito avrà la gioia. Confidenze di Maria santissima a Roberto Longhi sul monte Misma
Affidarsi a Dio o all'uomo
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Sul monte Misma, dove si libera la mente e sembra che i problemi non esistano, la Madonna ci ha insegnato che bisogna avere le caratteristiche dell'abbandono e del silenzio per lasciar parlare lo Spirito Santo, anche se è invisibile e non ci coinvolge. Invece noi ci lasciamo affascinare di più dall’uomo perché lo vediamo e lo sentiamo, ma non riesce a trasmetterci quello che può fare lo Spirito Santo. Gli stessi apostoli hanno fatto il salto di qualità non nei tre anni vissuti con Gesù, ma nella Pentecoste. Potenzialmente siamo tutti stati creati per la santità, ma ognuno di noi ha bisogno di un intervento e di un consiglio diverso perché ha una vita e una sensibilità diversa; dove una persona è debole, l'altra è forte. Pur essendo simili come conformazione umana, siamo uno diverso dall'altro. Perché vogliamo limitare la libertà che ci ha dato il Signore dicendo agli altri: "Fai questo, fai quello"? Ci possono essere dei consigli, dei limiti, ma anche il rispetto della libertà umana, dei carismi e dei talenti che inconsapevolmente ciascuno di noi porta in dote. L'unica cosa che ci deve rendere uniti è l'obiettivo verso il Signore e la salvezza, ma li possiamo raggiungere in un modo diverso. Perché ci vogliamo condizionare, recitando una parte che non è nostra? Perché non abbiamo capito cosa significa pregare insieme, in comunità? Non vuol dire darci delle regole dove tutti dobbiamo sottostare nella stessa misura; magari uno quella regola già la mette in pratica in una misura perfetta, l'altro invece è molto lontano dal metterla in pratica. Non significa dare i tempi, dire quanto le persone devono pregare in un giorno, quante volte devono andare a messa o a confessarsi. Questa deve essere una libertà di sentire e di vivere quell'avvenimento, non un obbligo a partecipare, altrimenti non rimane niente perché uno ci va per obbligo. Il Signore non viene a dirci quanto sale dobbiamo mettere nella minestra, quello dipende da come vogliamo gestire la materia, ma nelle cose spirituali, che sono un mistero per tutti, dobbiamo fermare la ragione e con incoscienza abbandonarci totalmente a Dio. Dopo aver visto la colomba bianca, per tre mesi e mezzo Roberto contava le Avemaria con le dita perché si vergognava di pregare con la corona in mano; poi Maria Santissima gli disse: "E’ ora che anche tu sgrani la corona del Santo Rosario”. Non gli ha dato una misura o un peso; sta a noi capire che la preghiera non è un fatto solamente orale, ma un desiderio interiore. Quando il cuore ci esplode d'amore recitando un’Avemaria, è come se avessimo detto 100 rosari. La cosa più bella è provare la gioia che il Signore vuole farci avere nel cuore, perché solo un cuore gioioso può farci accettare le ingiustizie. Quando siamo felici, sorridiamo anche a chi ci offende, mentre quando siamo arrabbiati, basta che uno ci sfiori con un dito che subito esplodiamo” . Avere la gioia nel cuore è un modo meraviglioso di vivere, si vuole donarla a tutti, non si vuole contestare o criticare. Anche se uno sta commettendo uno sbaglio, glielo diciamo con un amore così grande che lo facciamo sciogliere e lo convinciamo. Invece dicendo con rabbia di rispettare la legge di Dio, come se il Signore preparasse chissà quale castigo, veniamo completamente rifiutati da chi ci ascolta. C'è modo e modo di parlare di Dio, ma solo con la gioia nel cuore trasmettiamo l'amore che è Dio. Senza rendercene conto potremmo essere quella schiera preparata dalla Madonna per far trionfare nel mondo il suo cuore immacolato, perché con una semplice dimostrazione, il Signore aumenterà a dismisura i nostri meriti e colmerà le tante lacune che ci sono nel mondo, intervenendo dove c'è solo disperazione, tradimenti, omicidi e dolore. Potremmo essere come una lampadina che si accende all'improvviso nel buio e riempie di luce tanto spazio, diffondendo anche il calore, la gioia, la tranquillità e la serenità. Noi siamo molto dubbiosi e insicuri perché a livello spirituale, camminiamo nel buio; non abbiamo nessuna certezza e ci facciamo delle illusioni quando incontriamo certe persone, poi ricadiamo nel buio. Davanti a una lampadina accesa invece ci muoviamo con sicurezza, non abbiamo più dubbi. Dio è luce, la ragione dell'uomo è tenebra che ci porta sempre di più a vivere in un buio totale e tremendo. Se il Signore, come in un documentario, ci facesse vedere che in realtà noi siamo 6 miliardi di lampadine, quante ne sarebbero accese? Quanto buio c'è nel mondo che bisogna riempire di luce? La Madonna vuole che diventiamo degli alunni perfetti meritevoli della borsa di studio, piena di stelle brillanti e di grazie una più bella dell'altra, che possiamo vivere a vantaggio del nostro fratello. Molti sono chiamati ma pochi gli eletti, perché tanti ragionano troppo con la propria mente e non hanno dimostrato di sapersi abbandonare e credere in Dio. Chi si affida alla carne avrà la risposta della carne che lo porta alla disperazione, mentre chi si affida allo spirito avrà la gioia.

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