Come cristiani dobbiamo approfondire e conoscere la nostra responsabilità per poterla rivelare. Non preoccupiamoci nelle nostre preghiere di dire tante parole, come i pagani, perché il Signore sa di cosa abbiamo bisogno. La preghiera è una espressione di fede e di amore verso Dio e verso il prossimo, chi non crede e non ama, non può pregare. Cerchiamo di capire l’importanza della preghiera e cosa si può ottenere la preghiera, per essere di aiuto e di esempio agli altri con la nostra vita. Se non dimostriamo di far maturare i frutti che dobbiamo diffondere, non siamo cristiani autentici, perché il Signore ha detto che è dal frutto che si conosce l’albero. E il Signore guarda i nostri frutti, a quello che dimostriamo, non a quello che promettiamo di dire o a quello che pensiamo di noi stessi. Se non offriamo i doni dello Spirito Santo che sono amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza e dominio di sé, tutto il resto è vano, non conosceremo mai la grazia e la gloria del Signore. Come è inutile invocare lo Spirito Santo se possediamo lo spirito non buono. Se avessimo raggiunto la perfezione terrena del cristiano, conosceremmo potenze sconosciute: davanti al Signore e a Maria Santissima, che hanno il potere su tutto l’universo creato, potremmo diventare anche noi invincibili, insuperabili. Potremmo esplodere di gioia, distinguerci nettamente da quelli che non hanno avuto la grazia di conoscere queste profondità e attingere all’acqua benedetta del Signore, che non dovremmo più neanche “batter ciglio” talmente è evidente questa diversità. Invece noi dimostriamo che non c’è nessuna differenza: siamo fragili, insicuri, tristi, sconsolati… Che tristezza! Il Signore a ha in serbo cose grandi per noi, e ci dispiacerà renderci conto di quello che abbiamo sprecato, ci rimarremo male. Il nostro progetto non è in competizione con altre verità rivelate, teoriche, ipotetiche, immaginarie, illusorie, astratte. Nessun popolo, e nessuna dottrina o teoria, possono ammettere di far parte di un miracolo vivente, come facciamo noi. Siamo parte di colui che ha creato il mondo, l’unico vero Dio. Il mondo è contrariato da tante cose, è confuso e insicuro, perché non ha più il collegamento diretto con il Signore, non ha più quei valori primordiali che bisogna diffondere e proporre, come i nostri padri, i veri cristiani ed i santi hanno sempre fatto. Se vogliamo bene al Signore, cerchiamo di migliorare la nostra esperienza, mettendoci in discussione senza credere di sapere già tutto, e preoccupandoci sempre di diffondere la verità di Dio nel migliore dei modi. Potremmo essere nella possibilità di trasmettere quei valori, come han fatto i veri cristiani, con tanta forza. Il Signore ci dimostra che è infinitamente più potente del male, perché basta che scenda la sua grazia su una persona per annullare tanto male nel mondo e sconvolgere i potenti. Ne abbiamo la prova in Madre Teresa di Calcutta, in Giovanni Paolo II°, in padre Pio… Il male non riesce a fare tanto, ma ottiene un risultato preoccupante solo perché la grande massa è caduta nelle sue sgrinfie. DESIDERIAMO CON GIOIA DI VIVERE BENE INSIEME La Madonna vuole portarci ad un cambiamento totale della nostra vita, senza perdere il senso della misura, della responsabilità, ma mettendoci a confronto gli uni gli altri. Innanzitutto dobbiamo dimostrare al Signore di stare bene insieme, non che ci critichiamo gli uni gli altri o ci rispettiamo solo perché è un dovere, una condizione sociale. Dimostriamo al Signore che ci amiamo, che quello dice la nostra bocca è confermato dal nostro cuore, non viceversa… Perché deludiamo tanto Colui che si è compiaciuto nel crearci? Non dobbiamo sopportarci in nome del Signore, o dire: “se non fossi cristiano mi sarei già separato…” o “l’avrei mandato a quel paese…”. In quel momento, quando nel nostro cuore c’è quel sentimento, che non facciamo certe cose perché siamo costretti o fermati dalla nostra stessa fede, l’abbiamo già fatto. Non commettiamo più questo errore, perché se non si è uniti nel cammino della vita, se non si vive con gioia insieme, ma ci si sopporta, si vive pesantemente e non ci si migliora. Non deve essere un problema accettarsi anche con tanti difetti, magari la persona che abbiamo accanto è la prova che il Signore ci ha messo davanti, non per farci soffrire. Accettiamo la nostra croce, non lamentiamoci, non invochiamo il Signore di togliercela, altrimenti dimostriamo il contrario di quello che ha dimostrato Gesù. Dobbiamo amarla quella croce, perché solo il Signore ci conosce fino in fondo e improvvisamente può cambiare tutto. E se è vero che abbiamo fede, che “non cade foglia che Dio non voglia”, niente è vano in questa vita. Niente. Quante volte abbiamo ringraziato il periodo difficile della nostra vita, che ci ha fatto crescere! Se avessimo vissuto il momento della risurrezione di Gesù, mentalmente penseremmo che non ci avrebbe fermato più nessuno, che era evidente che avremmo fatto le cose migliori, memori di quell’esempio. Invece la nostra fede va indebolendosi e annulliamo la presenza del Signore in noi. Dobbiamo riflettere di questo fatto e fare un profondo esame di coscienza. Confidenze di Maria santissima a Roberto Longhi sul monte Misma
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Come cristiani dobbiamo approfondire e conoscere la nostra responsabilità per poterla rivelare. Non preoccupiamoci nelle nostre preghiere di dire tante parole, come i pagani, perché il Signore sa di cosa abbiamo bisogno. La preghiera è una espressione di fede e di amore verso Dio e verso il prossimo, chi non crede e non ama, non può pregare. Cerchiamo di capire l’importanza della preghiera e cosa si può ottenere la preghiera, per essere di aiuto e di esempio agli altri con la nostra vita. Se non dimostriamo di far maturare i frutti che dobbiamo diffondere, non siamo cristiani autentici, perché il Signore ha detto che è dal frutto che si conosce l’albero. E il Signore guarda i nostri frutti, a quello che dimostriamo, non a quello che promettiamo di dire o a quello che pensiamo di noi stessi. Se non offriamo i doni dello Spirito Santo che sono amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza e dominio di sé, tutto il resto è vano, non conosceremo mai la grazia e la gloria del Signore. Come è inutile invocare lo Spirito Santo se possediamo lo spirito non buono. Se avessimo raggiunto la perfezione terrena del cristiano, conosceremmo potenze sconosciute: davanti al Signore e a Maria Santissima, che hanno il potere su tutto l’universo creato, potremmo diventare anche noi invincibili, insuperabili. Potremmo esplodere di gioia, distinguerci nettamente da quelli che non hanno avuto la grazia di conoscere queste profondità e attingere all’acqua benedetta del Signore, che non dovremmo più neanche “batter ciglio” talmente è evidente questa diversità. Invece noi dimostriamo che non c’è nessuna differenza: siamo fragili, insicuri, tristi, sconsolati… Che tristezza! Il Signore a ha in serbo cose grandi per noi, e ci dispiacerà renderci conto di quello che abbiamo sprecato, ci rimarremo male. Il nostro progetto non è in competizione con altre verità rivelate, teoriche, ipotetiche, immaginarie, illusorie, astratte. Nessun popolo, e nessuna dottrina o teoria, possono ammettere di far parte di un miracolo vivente, come facciamo noi. Siamo parte di colui che ha creato il mondo, l’unico vero Dio. Il mondo è contrariato da tante cose, è confuso e insicuro, perché non ha più il collegamento diretto con il Signore, non ha più quei valori primordiali che bisogna diffondere e proporre, come i nostri padri, i veri cristiani ed i santi hanno sempre fatto. Se vogliamo bene al Signore, cerchiamo di migliorare la nostra esperienza, mettendoci in discussione senza credere di sapere già tutto, e preoccupandoci sempre di diffondere la verità di Dio nel migliore dei modi. Potremmo essere nella possibilità di trasmettere quei valori, come han fatto i veri cristiani, con tanta forza. Il Signore ci dimostra che è infinitamente più potente del male, perché basta che scenda la sua grazia su una persona per annullare tanto male nel mondo e sconvolgere i potenti. Ne abbiamo la prova in Madre Teresa di Calcutta, in Giovanni Paolo II°, in padre Pio… Il male non riesce a fare tanto, ma ottiene un risultato preoccupante solo perché la grande massa è caduta nelle sue sgrinfie. DESIDERIAMO CON GIOIA DI VIVERE BENE INSIEME La Madonna vuole portarci ad un cambiamento totale della nostra vita, senza perdere il senso della misura, della responsabilità, ma mettendoci a confronto gli uni gli altri. Innanzitutto dobbiamo dimostrare al Signore di stare bene insieme, non che ci critichiamo gli uni gli altri o ci rispettiamo solo perché è un dovere, una condizione sociale. Dimostriamo al Signore che ci amiamo, che quello dice la nostra bocca è confermato dal nostro cuore, non viceversa… Perché deludiamo tanto Colui che si è compiaciuto nel crearci? Non dobbiamo sopportarci in nome del Signore, o dire: “se non fossi cristiano mi sarei già separato…” o “l’avrei mandato a quel paese…”. In quel momento, quando nel nostro cuore c’è quel sentimento, che non facciamo certe cose perché siamo costretti o fermati dalla nostra stessa fede, l’abbiamo già fatto. Non commettiamo più questo errore, perché se non si è uniti nel cammino della vita, se non si vive con gioia insieme, ma ci si sopporta, si vive pesantemente e non ci si migliora. Non deve essere un problema accettarsi anche con tanti difetti, magari la persona che abbiamo accanto è la prova che il Signore ci ha messo davanti, non per farci soffrire. Accettiamo la nostra croce, non lamentiamoci, non invochiamo il Signore di togliercela, altrimenti dimostriamo il contrario di quello che ha dimostrato Gesù. Dobbiamo amarla quella croce, perché solo il Signore ci conosce fino in fondo e improvvisamente può cambiare tutto. E se è vero che abbiamo fede, che “non cade foglia che Dio non voglia”, niente è vano in questa vita. Niente. Quante volte abbiamo ringraziato il periodo difficile della nostra vita, che ci ha fatto crescere! Se avessimo vissuto il momento della risurrezione di Gesù, mentalmente penseremmo che non ci avrebbe fermato più nessuno, che era evidente che avremmo fatto le cose migliori, memori di quell’esempio. Invece la nostra fede va indebolendosi e annulliamo la presenza del Signore in noi. Dobbiamo riflettere di questo fatto e fare un profondo esame di coscienza.

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