Affidarsi a Dio significa essere vittoriosi, è scritto sul Vangelo. Solo così possiamo fare bene più di quanto può fare un politico. Purtroppo nel corso della storia l'uomo si è sempre tirato addosso tanti disastri per la sua abitudine di vita e oggi il mondo sta pagando la gravità dei suoi peccati. E quando la vita ci presenta il conto, non è facile... Il Signore, sicuramente, soccorrerà i figli che gli sono fedeli, che interpretano la Bibbia nel modo giusto. Perciò nessun avvenimento terreno dovrebbe farci paura, nemmeno questa crisi. Invece ci siamo fatti prendere dall'ansia, sembriamo tutti sull’orlo del baratro, presi a salvaguardare gli interessi materiali. Se cominciamo ad essere tremolanti e paurosi, vuol dire che anche dentro di noi non abbiamo quella forza e quella fiducia che dobbiamo avere in Dio. E se il Signore volesse metterci alla prova, come ha fatto con Giobbe, per farci capire che se non ritorniamo a Lui la nostra fine è segnata? Il momento che stiamo vivendo è insignificante rispetto a quello che Dio ci ha già garantito. Manteniamo la calma, minimizziamo, non lasciamoci sorprendere da eventi terreni e non diffondiamo il panico. Cosa dobbiamo temere? Tanto chi porterà ordine nel mondo sarà ancora Dio, con un atto di misericordia, non sarà quel politico o quell'altro, non sarà l'uomo a risolvere i problemi che ha creato. Dimostriamo che anche quando infuria l'uragano noi abbiamo sempre un punto fermo che ci mantiene uniti e protetti. Cerchiamo di capire il significato della parola conversione, che non è quello di dire agli altri che si devono convertire, ma fare un cammino interiore, ricercare sempre Dio per avere ogni volta una conoscenza maggiore di quella di prima. Ci lamentiamo e colpevolizziamo gli altri perché manchiamo di fede. Certo, ci dispiace vedere tanta gente disperata, in una situazione che sembra peggiorare di giorno in giorno. Ma ci siamo mai dispiaciuti prima di come vivevano queste persone? Di come si comportavano in casa loro e di cosa avevano nel cuore? È inutile dispiacersi per l'esteriorità quando non ci siamo dispiaciuti dell'interiorità. E si che il Signore si cura molto di più dell'interiorità, è scritto anche sulla Bibbia. Pur essendo noi persone di chiesa e di preghiera, abbiamo tenuto in poca considerazione le rivelazioni che Gesù ha pagato con la vita. E se da noi potesse dipendere il futuro di altri? Per il merito di poche persone Dio ha sempre allentato quello che doveva essere il suo intervento ed addirittura ha difeso anche quelli che non erano meritevoli. QUANTO MALE SI FA IN BUONA FEDE! Neanche ce ne rendiamo conto. Dovrebbe venirci la nausea quando sentiamo parlare di errori in buona fede, come ha dato nausea al Signore vedere gli ipocriti nel Tempio e i farisei che in buona fede, si sentivano a posto solo perché pagavano la 10ª, facevano il digiuno e pregavano. Essere uomini non vuol dire essere sempre in difetto verso il Signore. Noi vogliamo giustificare tutto perché non vogliamo cambiare vita e allora giriamo intorno all'ostacolo come ci fa comodo. In realtà, se fossimo veramente uomini, corrisponderemmo alla caratteristica per cui Dio ci ha creati; così siamo una brutta copia di uomini, perché abbiamo profanato ciò che Lui voleva si conservasse. Dobbiamo riscoprire il nostro potenziale, mettendo al primo posto Dio che è la parte più semplice, mentre la parte più difficile è quella che ci creiamo con le nostre scelte, i nostri ragionamenti e la nostra buona fede. Bisogna capire che la ragione va usata a livello materiale, ma non va usata nella parte spirituale, dove tutto è il contrario di tutto. Il Signore sa perfettamente che se uno mette al primo posto, in buona fede, la sua ragione, non potrà abbandonarsi a Dio. Ci vuole un po' di incoscienza. Dovremmo dimenticarci di dire che è impossibile fare quello che il Signore ci chiede: chi parla così non ha fede, anche se ha tanto pregato. Se un giorno il Signore ci facesse vedere come dovremmo essere riconoscenti per quello che Gesù ci ha portato con la sua vita e la sua risurrezione, nessuno di noi direbbe più “è difficile”. Ci deve dispiacere che il Signore trovi tanta irriconoscenza, che trovi tanti cristiani che non lo amano. Cerchiamo di sentire l'amore verso Dio, come Lui gradisce, da persone equilibrate, senza perdere il senso della misura e gli interessi per le cose materiali. L'uomo che eccelle in difetto o in eccesso non fa bene, perché poi commette errori madornali. Si fa del male in buona fede, ma non deve più essere la scusante di tutte le nostre azioni, perché è ciò che ci penalizza ancora di più. La buona fede non è un fatto positivo perché toglie il senso della misura davanti a Dio e davanti alla materia. Confidenze di Maria santissima a Roberto Longhi sul monte Misma
Interiorità o esteriorità?
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Affidarsi a Dio significa essere vittoriosi, è scritto sul Vangelo. Solo così possiamo fare bene più di quanto può fare un politico. Purtroppo nel corso della storia l'uomo si è sempre tirato addosso tanti disastri per la sua abitudine di vita e oggi il mondo sta pagando la gravità dei suoi peccati. E quando la vita ci presenta il conto, non è facile... Il Signore, sicuramente, soccorrerà i figli che gli sono fedeli, che interpretano la Bibbia nel modo giusto. Perciò nessun avvenimento terreno dovrebbe farci paura, nemmeno questa crisi. Invece ci siamo fatti prendere dall'ansia, sembriamo tutti sull’orlo del baratro, presi a salvaguardare gli interessi materiali. Se cominciamo ad essere tremolanti e paurosi, vuol dire che anche dentro di noi non abbiamo quella forza e quella fiducia che dobbiamo avere in Dio. E se il Signore volesse metterci alla prova, come ha fatto con Giobbe, per farci capire che se non ritorniamo a Lui la nostra fine è segnata? Il momento che stiamo vivendo è insignificante rispetto a quello che Dio ci ha già garantito. Manteniamo la calma, minimizziamo, non lasciamoci sorprendere da eventi terreni e non diffondiamo il panico. Cosa dobbiamo temere? Tanto chi porterà ordine nel mondo sarà ancora Dio, con un atto di misericordia, non sarà quel politico o quell'altro, non sarà l'uomo a risolvere i problemi che ha creato. Dimostriamo che anche quando infuria l'uragano noi abbiamo sempre un punto fermo che ci mantiene uniti e protetti. Cerchiamo di capire il significato della parola conversione, che non è quello di dire agli altri che si devono convertire, ma fare un cammino interiore, ricercare sempre Dio per avere ogni volta una conoscenza maggiore di quella di prima. Ci lamentiamo e colpevolizziamo gli altri perché manchiamo di fede. Certo, ci dispiace vedere tanta gente disperata, in una situazione che sembra peggiorare di giorno in giorno. Ma ci siamo mai dispiaciuti prima di come vivevano queste persone? Di come si comportavano in casa loro e di cosa avevano nel cuore? È inutile dispiacersi per l'esteriorità quando non ci siamo dispiaciuti dell'interiorità. E si che il Signore si cura molto di più dell'interiorità, è scritto anche sulla Bibbia. Pur essendo noi persone di chiesa e di preghiera, abbiamo tenuto in poca considerazione le rivelazioni che Gesù ha pagato con la vita. E se da noi potesse dipendere il futuro di altri? Per il merito di poche persone Dio ha sempre allentato quello che doveva essere il suo intervento ed addirittura ha difeso anche quelli che non erano meritevoli. QUANTO MALE SI FA IN BUONA FEDE! Neanche ce ne rendiamo conto. Dovrebbe venirci la nausea quando sentiamo parlare di errori in buona fede, come ha dato nausea al Signore vedere gli ipocriti nel Tempio e i farisei che in buona fede, si sentivano a posto solo perché pagavano la 10ª, facevano il digiuno e pregavano. Essere uomini non vuol dire essere sempre in difetto verso il Signore. Noi vogliamo giustificare tutto perché non vogliamo cambiare vita e allora giriamo intorno all'ostacolo come ci fa comodo. In realtà, se fossimo veramente uomini, corrisponderemmo alla caratteristica per cui Dio ci ha creati; così siamo una brutta copia di uomini, perché abbiamo profanato ciò che Lui voleva si conservasse. Dobbiamo riscoprire il nostro potenziale, mettendo al primo posto Dio che è la parte più semplice, mentre la parte più difficile è quella che ci creiamo con le nostre scelte, i nostri ragionamenti e la nostra buona fede. Bisogna capire che la ragione va usata a livello materiale, ma non va usata nella parte spirituale, dove tutto è il contrario di tutto. Il Signore sa perfettamente che se uno mette al primo posto, in buona fede, la sua ragione, non potrà abbandonarsi a Dio. Ci vuole un po' di incoscienza. Dovremmo dimenticarci di dire che è impossibile fare quello che il Signore ci chiede: chi parla così non ha fede, anche se ha tanto pregato. Se un giorno il Signore ci facesse vedere come dovremmo essere riconoscenti per quello che Gesù ci ha portato con la sua vita e la sua risurrezione, nessuno di noi direbbe più “è difficile”. Ci deve dispiacere che il Signore trovi tanta irriconoscenza, che trovi tanti cristiani che non lo amano. Cerchiamo di sentire l'amore verso Dio, come Lui gradisce, da persone equilibrate, senza perdere il senso della misura e gli interessi per le cose materiali. L'uomo che eccelle in difetto o in eccesso non fa bene, perché poi commette errori madornali. Si fa del male in buona fede, ma non deve più essere la scusante di tutte le nostre azioni, perché è ciò che ci penalizza ancora di più. La buona fede non è un fatto positivo perché toglie il senso della misura davanti a Dio e davanti alla materia.

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