Il Signore non ci porta a trascurare le nostre responsabilità, anzi tiene conto di chi ha fatto bene il proprio dovere in famiglia e al lavoro. Dobbiamo essere buoni amministratori della nostra vita senza dimenticare i doni e i talenti che Dio ci ha dato. Pregare incessantemente non significa necessariamente con le parole, ma avere Dio nel cuore, amare i suoi decreti e i suoi comandamenti, pur affrontando le responsabilità quotidiane. Sant’Agostino nella sua lettera a Proba ne spiega il significato. Non è la quantità di tempo che dobbiamo dedicare ma l’intensità che esce dal nostro cuore, le sue aspirazioni sono l’anima della preghiera. Il dovere della preghiera si adempie meglio con i gemiti e le lacrime, che con i discorsi, perché Dio conosce, prima ancora che glielo domandiamo, quello che ci è necessario. Ma in certe ore e in determinate circostanze, ci rivolgiamo a Dio anche con le parole, perché possiamo stimolare noi stessi e renderci conto di quanto abbiamo progredito nelle sante aspirazioni. Quel giudice cattivo ha avuto un ripensamento davanti alla vedova che con insistenza si rivolgeva a lui per chiedere giustizia (Lc 18,1-8). Nulla è cambiato rispetto ad oggi, quante persone vanno a chiedere aiuto a quelle che hanno il potere? Vediamo più giustizia o ingiustizia? Il Vangelo può essere paragonato al tempo corrente, cerchiamo di farne buon uso, di viverlo e qualche volta leggerlo. Uno che rispetta la legge in un modo perfetto come il fariseo viene messo al bando da Gesù perché mentre stava elencando i suoi traguardi dimostrava tutta la sua superbia. È quello che succede anche a noi quando pensiamo di meritarci questa palma, criticando e giudicando eliminiamo tutto il bene che abbiamo fatto. Oppure quando lasciamo criticare gli altri pur conoscendo la verità. Non ci sono giustificazioni, avremo misericordia se avremo usato misericordia. Sentiamoci piuttosto indegni come il pubblicano, perché davanti a Dio non esistono i migliori ma i meno peggio. Identifichiamoci nei santi così non ci sentiremo i più bravi. A CHI ASSOMIGLIAMO? Non possiamo capire come agisce la Madonna quando compie un miracolo, capire come agisce il demonio che è troppo astuto e subdolo. La Madonna gradisce quando stiamo bene insieme e quando c'è la vera amicizia, mentre noi ci scontriamo per motivi futili perché non sappiamo accettare umiliazioni e ingiustizie. Siamo più propensi a lasciarci prendere dallo stile del diavolo o della Santissima Vergine? In quest'ultimo caso chiuderemmo gli occhi sulle azioni poco edificanti dei nostri familiari. Parliamo d'amore quando veniamo pugnalati alle spalle oppure ci lamentiamo? La parola del Signore potrebbe essere criticabile come nella parabola dell’amministratore disonesto dove è stata lodata la sua scaltrezza. In certi momenti bisogna capire che non tutto deve funzionare come un calcolo matematico o scientifico, ma occorre usare misure appropriate. Oggi sentiamo troppe indicazioni, una contraria dell’altra, anche nell’ambito della Chiesa, così ci mettiamo a giudicare. Tante cose vengono dal “nemico dichiarato” per confondere la mentalità delle persone. Anche tanti carismi in realtà non vengono dal cielo ma portano maledizione, perché quello che abbonda di carismi è il demonio. L’unica garanzia è la parola di Dio. In quest’epoca la cosa più peccaminosa sembra racchiusa in tre stili di vita: nel bestemmiatore, in quello che non va in chiesa e nell’adultero. Questi tre peccati, soprattutto quello della carne, col tempo passano, guariscono, uccidono noi stessi ma non influiscono sugli altri. Mentre la superbia, la malizia, la malvagità, la gelosia, l’invidia, l’avidità, col tempo peggiorano e rendono un cuore malato, difficilmente guaribile. Sono questi i peccati più terribili che creano danni all’umanità e in tanti casi si ripercuotono di generazione in generazione. Gesù ha usato occhi di riguardo verso Zaccheo e tanti si sono scandalizzati. Lo ha scelto perché aveva un cuore buono e ha dato metà dei suoi beni ai poveri, mentre quello che ha la superbia, l’invidia e l’avidità non si comporta così anche se prega, va in chiesa e fa digiuni. Certi peccati scandalizzano i puritani, ma il Signore ha detto che le prostitute ci passeranno avanti. Questa frase ha un significato preciso. A cosa serve andare in chiesa quando, con ancora il corpo di Cristo sulla lingua, emettiamo sentenze e giudizi? È entrato il Santissimo e fuoriesce il veleno? Possiamo definirci ipocriti perché nel comportamento e nei ragionamenti non assomigliamo al Signore e alla Madonna. Con la gioia nel cuore i demoni mentali, le paure e le insicurezze, svaniscono. La gioia guarisce tante malattie e non ha controindicazioni, dobbiamo essere apostoli della lieta novella, non di disperazione e di fatti terribili come fossimo venditori di veleni. La lingua uccide e non ce ne rendiamo conto, quale vantaggio ha la Madonna dalla nostra presenza e dal nostro parlare? Chiediamo in continuazione ma non amiamo. Le nostre dichiarazioni annullano tutta la bontà che vorremmo dimostrare, chi sparla di una persona sparla contro Dio. Maria Santissima non verrà mai a dire che c’è una persona cattiva, anche il peggiore è per lei un figlio di Dio. Confidenze di Maria santissima a Roberto Longhi sul monte Misma
Pregare incessantemente
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Il Signore non ci porta a trascurare le nostre responsabilità, anzi tiene conto di chi ha fatto bene il proprio dovere in famiglia e al lavoro. Dobbiamo essere buoni amministratori della nostra vita senza dimenticare i doni e i talenti che Dio ci ha dato. Pregare incessantemente non significa necessariamente con le parole, ma avere Dio nel cuore, amare i suoi decreti e i suoi comandamenti, pur affrontando le responsabilità quotidiane. Sant’Agostino nella sua lettera a Proba ne spiega il significato. Non è la quantità di tempo che dobbiamo dedicare ma l’intensità che esce dal nostro cuore, le sue aspirazioni sono l’anima della preghiera. Il dovere della preghiera si adempie meglio con i gemiti e le lacrime, che con i discorsi, perché Dio conosce, prima ancora che glielo domandiamo, quello che ci è necessario. Ma in certe ore e in determinate circostanze, ci rivolgiamo a Dio anche con le parole, perché possiamo stimolare noi stessi e renderci conto di quanto abbiamo progredito nelle sante aspirazioni. Quel giudice cattivo ha avuto un ripensamento davanti alla vedova che con insistenza si rivolgeva a lui per chiedere giustizia (Lc 18,1-8). Nulla è cambiato rispetto ad oggi, quante persone vanno a chiedere aiuto a quelle che hanno il potere? Vediamo più giustizia o ingiustizia? Il Vangelo può essere paragonato al tempo corrente, cerchiamo di farne buon uso, di viverlo e qualche volta leggerlo. Uno che rispetta la legge in un modo perfetto come il fariseo viene messo al bando da Gesù perché mentre stava elencando i suoi traguardi dimostrava tutta la sua superbia. È quello che succede anche a noi quando pensiamo di meritarci questa palma, criticando e giudicando eliminiamo tutto il bene che abbiamo fatto. Oppure quando lasciamo criticare gli altri pur conoscendo la verità. Non ci sono giustificazioni, avremo misericordia se avremo usato misericordia. Sentiamoci piuttosto indegni come il pubblicano, perché davanti a Dio non esistono i migliori ma i meno peggio. Identifichiamoci nei santi così non ci sentiremo i più bravi. A CHI ASSOMIGLIAMO? Non possiamo capire come agisce la Madonna quando compie un miracolo, capire come agisce il demonio che è troppo astuto e subdolo. La Madonna gradisce quando stiamo bene insieme e quando c'è la vera amicizia, mentre noi ci scontriamo per motivi futili perché non sappiamo accettare umiliazioni e ingiustizie. Siamo più propensi a lasciarci prendere dallo stile del diavolo o della Santissima Vergine? In quest'ultimo caso chiuderemmo gli occhi sulle azioni poco edificanti dei nostri familiari. Parliamo d'amore quando veniamo pugnalati alle spalle oppure ci lamentiamo? La parola del Signore potrebbe essere criticabile come nella parabola dell’amministratore disonesto dove è stata lodata la sua scaltrezza. In certi momenti bisogna capire che non tutto deve funzionare come un calcolo matematico o scientifico, ma occorre usare misure appropriate. Oggi sentiamo troppe indicazioni, una contraria dell’altra, anche nell’ambito della Chiesa, così ci mettiamo a giudicare. Tante cose vengono dal “nemico dichiarato” per confondere la mentalità delle persone. Anche tanti carismi in realtà non vengono dal cielo ma portano maledizione, perché quello che abbonda di carismi è il demonio. L’unica garanzia è la parola di Dio. In quest’epoca la cosa più peccaminosa sembra racchiusa in tre stili di vita: nel bestemmiatore, in quello che non va in chiesa e nell’adultero. Questi tre peccati, soprattutto quello della carne, col tempo passano, guariscono, uccidono noi stessi ma non influiscono sugli altri. Mentre la superbia, la malizia, la malvagità, la gelosia, l’invidia, l’avidità, col tempo peggiorano e rendono un cuore malato, difficilmente guaribile. Sono questi i peccati più terribili che creano danni all’umanità e in tanti casi si ripercuotono di generazione in generazione. Gesù ha usato occhi di riguardo verso Zaccheo e tanti si sono scandalizzati. Lo ha scelto perché aveva un cuore buono e ha dato metà dei suoi beni ai poveri, mentre quello che ha la superbia, l’invidia e l’avidità non si comporta così anche se prega, va in chiesa e fa digiuni. Certi peccati scandalizzano i puritani, ma il Signore ha detto che le prostitute ci passeranno avanti. Questa frase ha un significato preciso. A cosa serve andare in chiesa quando, con ancora il corpo di Cristo sulla lingua, emettiamo sentenze e giudizi? È entrato il Santissimo e fuoriesce il veleno? Possiamo definirci ipocriti perché nel comportamento e nei ragionamenti non assomigliamo al Signore e alla Madonna. Con la gioia nel cuore i demoni mentali, le paure e le insicurezze, svaniscono. La gioia guarisce tante malattie e non ha controindicazioni, dobbiamo essere apostoli della lieta novella, non di disperazione e di fatti terribili come fossimo venditori di veleni. La lingua uccide e non ce ne rendiamo conto, quale vantaggio ha la Madonna dalla nostra presenza e dal nostro parlare? Chiediamo in continuazione ma non amiamo. Le nostre dichiarazioni annullano tutta la bontà che vorremmo dimostrare, chi sparla di una persona sparla contro Dio. Maria Santissima non verrà mai a dire che c’è una persona cattiva, anche il peggiore è per lei un figlio di Dio.

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