Lo stare bene insieme è la prima cosa per servire il Signore perché c’è l’amore. Non dobbiamo avere alcun motivo di dissenso tra di noi e star bene anche con chi non la pensa come noi. Evitiamo di cadere nelle trappole che il male ci propone. Dobbiamo dispiacerci quando sentiamo una nota stonata che riguarda un nostro fratello non agevolarla , perché dire male è maledire e così non si è graditi a Dio. Coloro che usano la lingua con troppa facilità non sanno accettare la croce e non sanno amare. È inutile fare un digiuno quando poi con la lingua si versa veleno. La critica per noi è diventata un’abitudine dal mattino alla sera, mentre dovremmo guardare con gli occhi dell’amore ogni comportamento non corretto, dispiacendoci, senza assolvere condannare. Questo significa vivere con coerenza perché anche dalla Madonna non è mai uscita una nota stonata verso qualcuno. Siamo solidali con lei? Il peccato di Eva è stato quello di aver parlato con il demonio, doveva obbedire senza discutere. Anche noi ci facciamo attrarre da coloro che parlano in un modo ambiguo. Come possiamo trovare soddisfazione in uno che non si comporta bene? Dobbiamo rifiutare il dialogo di chi maligna. La trappola demoniaca del criticare e del giudicare ci fa decristianizzare anche con la preghiera. Dove sono i frutti dello Spirito Santo, che sono pace, pazienza, benevolenza, mitezza, gioia, amore e dominio di sè? Il dominio di ci fa gestire la lingua e ci trattiene dal sentirci infuocati sessualmente alla vista di una bella donna. Se uno non riesce a non farsi coinvolgere nei discorsi velenosi è meglio che non parli della Madonna. Il dono del discernimento non è quello di criticare e giudicare, dobbiamo dispiacerci anche del peccato dei consacrati e sostenerli. Davanti a una persona obiettivamente criticabile per il suo comportamento, il Signore può provare la nostra misura dell’amore, ma quando odiamo non siamo più figli di Dio. Se conoscessimo la profondità della parola amore vedremmo il mondo con altri occhi ed è quella che ci fa stare bene dentro. Amare è desiderare il bene dell’altro e accettare l’ingiustizia senza lamentarsi (la correzione fraterna può essere fatta in un secondo momento). Chi parla male condanna se stesso. Non chiediamo alla Madonna quello che possiamo fare noi, l’amore è alla portata di tutti sia di quelli che pregano sia di quelli che non pregano. LO SPIRITO INESPRESSO L’amicizia che Dio intende donarci è per l’eternità mentre quella umana oggi c’è e domani non c’è più. Viviamo per l’esperienza terrena o per l’eternità? La sofferenza nel mondo è dovuta alla mancanza d’amore. Dovremmo essere grati al Signore che ci fa partecipare alla sua creazione e non dovremmo faticare ad accettare anche la persona più ostica e indigesta. Se il Signore ci desse la possibilità di chiedere una grazia, chiederemmo ognuno una cosa diversa dall’altra e questo è un grave errore perché gli facciamo capire che viviamo un mondo diverso dall’altro. Dice san Paolo che “Lo spirito viene in aiuto alla nostra debolezza perché nemmeno sappiamo che cosa sia più conveniente chiedere”, infatti la nostra vita cambia ogni giorno. Noi preghiamo per una cosa e magari il Signore ce ne concede un’altra. Lo spirito trova ostacolo nella nostra superbia e ci viene a dire che non abbiamo bisogno di quello che pensiamo noi. Ci consideriamo deboli? Siamo certi di chiedere la cosa migliore? Lo spirito stesso intercede per noi con gemiti inesprimibili, ma è uno spirito inespresso perché difficilmente entra dentro di noi per causa nostra. Abbiamo la possibilità di superare tutte le nostre richieste se amiamo e i libri sapienziali ci permettono di conoscere tutto affinché diventiamo più piccoli per concedere agli altri. Dio ci ha dato l’uso della parola perché noi abbiamo a parlare il suo linguaggio. “Nessuna parola cattiva esca più dalla nostra bocca ma piuttosto parole buone che possono servire per la necessaria edificazione giovando a quelli che ci ascoltano”. Parliamo di amore e di perdono verso i politici e la Chiesa? Se uno sbaglia non è detto che tutti sbagliano, non facciamo di tutte le erbe un fascio. È importante che le nostre parole siano buone ed edificanti per quelli che ascoltano, non di contestazione. Quando critichiamo la Chiesa mettiamo in discussione l’opera di Dio, addirittura vorremmo consigliargli una cosa diversa dall’altra. Quanti discorsi non coerenti alla virtù cristiana emergono? Non tocca a me fare questo ”, rifacciamo a nostro padre se ha perdonato suo figlio, il marito rinfaccia la moglie e viceversa, per non parlare dei colleghi di lavoro. Essere mariani significa parlare molto meno e amare molto di più, in qualsiasi prova della vita. Non rattristiamo lo Spirito Santo di Dio, che dimora dentro di noi, con i nostri pensieri e ragionamenti. È Dio ci ha scelto per rappresentarlo, non viceversa. Maledetto l’uomo che confida dell’uomo, diceva Geremia. Non lasciamoci trascinare dalla legge dell’uomo, ma da quella di Dio che ci dice di amare, di perdonare e di non giudicare. Scompaia da voi ogni asprezza, sdegno, ira, clamore e maldicenza... Ci siamo sempre confessati bene? Siate benevoli di universo verso gli altri : avremo misericordia dal Signore se avremo usato misericordia. Confidenze di Maria santissima a Roberto Longhi sul monte Misma
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Lo stare bene insieme è la prima cosa per servire il Signore perché c’è l’amore. Non dobbiamo avere alcun motivo di dissenso tra di noi e star bene anche con chi non la pensa come noi. Evitiamo di cadere nelle trappole che il male ci propone. Dobbiamo dispiacerci quando sentiamo una nota stonata che riguarda un nostro fratello non agevolarla , perché dire male è maledire e così non si è graditi a Dio. Coloro che usano la lingua con troppa facilità non sanno accettare la croce e non sanno amare. È inutile fare un digiuno quando poi con la lingua si versa veleno. La critica per noi è diventata un’abitudine dal mattino alla sera, mentre dovremmo guardare con gli occhi dell’amore ogni comportamento non corretto, dispiacendoci, senza assolvere condannare. Questo significa vivere con coerenza perché anche dalla Madonna non è mai uscita una nota stonata verso qualcuno. Siamo solidali con lei? Il peccato di Eva è stato quello di aver parlato con il demonio, doveva obbedire senza discutere. Anche noi ci facciamo attrarre da coloro che parlano in un modo ambiguo. Come possiamo trovare soddisfazione in uno che non si comporta bene? Dobbiamo rifiutare il dialogo di chi maligna. La trappola demoniaca del criticare e del giudicare ci fa decristianizzare anche con la preghiera. Dove sono i frutti dello Spirito Santo, che sono pace, pazienza, benevolenza, mitezza, gioia, amore e dominio di sè? Il dominio di ci fa gestire la lingua e ci trattiene dal sentirci infuocati sessualmente alla vista di una bella donna. Se uno non riesce a non farsi coinvolgere nei discorsi velenosi è meglio che non parli della Madonna. Il dono del discernimento non è quello di criticare e giudicare, dobbiamo dispiacerci anche del peccato dei consacrati e sostenerli. Davanti a una persona obiettivamente criticabile per il suo comportamento, il Signore può provare la nostra misura dell’amore, ma quando odiamo non siamo più figli di Dio. Se conoscessimo la profondità della parola amore vedremmo il mondo con altri occhi ed è quella che ci fa stare bene dentro. Amare è desiderare il bene dell’altro e accettare l’ingiustizia senza lamentarsi (la correzione fraterna può essere fatta in un secondo momento). Chi parla male condanna se stesso. Non chiediamo alla Madonna quello che possiamo fare noi, l’amore è alla portata di tutti sia di quelli che pregano sia di quelli che non pregano. LO SPIRITO INESPRESSO L’amicizia che Dio intende donarci è per l’eternità mentre quella umana oggi c’è e domani non c’è più. Viviamo per l’esperienza terrena o per l’eternità? La sofferenza nel mondo è dovuta alla mancanza d’amore. Dovremmo essere grati al Signore che ci fa partecipare alla sua creazione e non dovremmo faticare ad accettare anche la persona più ostica e indigesta. Se il Signore ci desse la possibilità di chiedere una grazia, chiederemmo ognuno una cosa diversa dall’altra e questo è un grave errore perché gli facciamo capire che viviamo un mondo diverso dall’altro. Dice san Paolo che “Lo spirito viene in aiuto alla nostra debolezza perché nemmeno sappiamo che cosa sia più conveniente chiedere”, infatti la nostra vita cambia ogni giorno. Noi preghiamo per una cosa e magari il Signore ce ne concede un’altra. Lo spirito trova ostacolo nella nostra superbia e ci viene a dire che non abbiamo bisogno di quello che pensiamo noi. Ci consideriamo deboli? Siamo certi di chiedere la cosa migliore? Lo spirito stesso intercede per noi con gemiti inesprimibili, ma è uno spirito inespresso perché difficilmente entra dentro di noi per causa nostra. Abbiamo la possibilità di superare tutte le nostre richieste se amiamo e i libri sapienziali ci permettono di conoscere tutto affinché diventiamo più piccoli per concedere agli altri. Dio ci ha dato l’uso della parola perché noi abbiamo a parlare il suo linguaggio. “Nessuna parola cattiva esca più dalla nostra bocca ma piuttosto parole buone che possono servire per la necessaria edificazione giovando a quelli che ci ascoltano”. Parliamo di amore e di perdono verso i politici e la Chiesa? Se uno sbaglia non è detto che tutti sbagliano, non facciamo di tutte le erbe un fascio. È importante che le nostre parole siano buone ed edificanti per quelli che ascoltano, non di contestazione. Quando critichiamo la Chiesa mettiamo in discussione l’opera di Dio, addirittura vorremmo consigliargli una cosa diversa dall’altra. Quanti discorsi non coerenti alla virtù cristiana emergono? Non tocca a me fare questo ”, rifacciamo a nostro padre se ha perdonato suo figlio, il marito rinfaccia la moglie e viceversa, per non parlare dei colleghi di lavoro. Essere mariani significa parlare molto meno e amare molto di più, in qualsiasi prova della vita. Non rattristiamo lo Spirito Santo di Dio, che dimora dentro di noi, con i nostri pensieri e ragionamenti. È Dio ci ha scelto per rappresentarlo, non viceversa. Maledetto l’uomo che confida dell’uomo, diceva Geremia. Non lasciamoci trascinare dalla legge dell’uomo, ma da quella di Dio che ci dice di amare, di perdonare e di non giudicare. Scompaia da voi ogni asprezza, sdegno, ira, clamore e maldicenza... Ci siamo sempre confessati bene? Siate benevoli di universo verso gli altri : avremo misericordia dal Signore se avremo usato misericordia.

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