Quando siamo appesantiti dalle prove della vita e non ci lamentiamo, possiamo chiedere al Signore di aggiungerci ancora qualche peso per dare sollievo a quelle persone che sono più in pericolo di noi. Specialmente tra i nostri cari. Saremo orgogliosi di noi stessi, non superbi, perché sentiremo una gioia particolare come se qualcuno avesse usufruito del nostro gesto. Quando portiamo il peso degli altri il Signore ci fa stare ancora meglio. Cerchiamo di non farci mai provocare dal primo che incontriamo, dai parenti o dai colleghi, ma di aver fiducia solo di noi stessi, cioè di abbandonarci totalmente a Dio e alla sua parola. Così avvengono le guarigioni e i miracoli. Quattro sono i personaggi che hanno portato alla nascita di Gesù: l’angelo del Signore, lo Spirito Santo che concretamente ha concepito anche azione, non solo suggerimento), Maria e Giuseppe che hanno risposto all’Annunciazione. San Giuseppe non è mai stato considerato nella giusta misura e nelle devozioni popolari non esiste, eppure non è inferiore come grazia alla sua sposa. Sballottato come un clandestino senza fissa dimora, declassato e rifiutato, sembra che sia stato un fortunato. Invece è la grazia di Dio che mette nel cuore ai suoi servi. Mai si sarebbe immaginato di far parte di un progetto unico nella storia per la salvezza dell’umanità. Davanti alla legge ebraica avrebbe dovuto ripudiare la sua promessa sposa, ma l’angelo lo ha avvisato. Da sono cominciate le sue tribolazioni. Subito ha dovuto abbandonare la sua bottega di artigiano e fuggire in Egitto. Come avremmo reagito al suo posto? Cosa avremmo rinunciato per obbedienza a Dio? Ha obbedito alla parola del Signore con gioia e senza lamentarsi, così hanno fatto Abramo, Mosè, Geremia, Giobbe e tutti i santi. Ha cercato di fare il meglio anche nelle situazioni più terribili. Il Signore ci sceglie quando rimaniamo fedeli nella prova e nella tribolazione, ci chiede delle cose impossibili, giustamente criticabili, a nessuno ha promesso la gioia in terra. Dimentichiamoci di esistere ed esistiamo per gli altri. Con il Signore non ci sono altre misure: l ’arma della vittoria è accettare la sconfitta del carattere, dell’umiliazione. Il male si sconfigge con la sottomissione quando pensiamo di essere offesi, annichiliti, pugnalati, perché in quel momento agisce Maria Santissima. Invece se vogliamo difendere la nostra natura umana facciamo il gioco di Satana. Perché abbiamo così paura di Dio e non ci fidiamo di lui? La Chiesa ci delle regole per affrontare ogni prova della vita, ma non siamo migliorati. Chi reagisce si difende, rinfaccia, denuncia, ha un senso di colpa e di sofferenza interiore. Mai confidare gli errori degli altri con il presupposto di difendere la verità. Superiamo la prova quando amiamo i peggiori nemici e rinunciamo alle nostre aspettative a vantaggio degli altri. Chi ama incondizionatamente è felice perché ha Dio nel cuore. Non dobbiamo stare male quando riceviamo un’ingiustizia altrimenti significa che il nostro cuore è già malato e vuole vendicarsi. LA CURIOSITÀ DEI VANGELI APOCRIFI Aggiungere al Vangelo qualche passaggio per il tempo che viviamo non va bene perché fa dimenticare le verità principali. È questo l’errore di tutti i popoli, non consideravano l’esortazione ascolta Israele ”. Il Signore e la Madonna non vogliono che si dia credibilità ai segni perché portano fuori di equilibrio le persone. Anche i Vangeli apocrifi sono veri perché scritti dagli apostoli, ma servono di più per appagare la curiosità. Hanno cominciato a scrivere di Gesù solo dopo la sua morte e risurrezione, come si può raccontare la notte di Betlemme senza averla vista? Certe cose sono impossibili da descrivere. Quanto gli evangelisti hanno dovuto lavorare con la mente per ricostruire tutti gli avvenimenti, quante notti non avranno dormito! Dobbiamo essere coinvolti col cuore da questi fatti perché ci hanno portato la salvezza. La Chiesa ha voluto che la parola di Dio fosse messa al primo posto, l’unica verità che salva e rafforza, non ha voluto soddisfare la curiosità perché ciò indebolisce. Tanti mistici e veggenti hanno messo in rilievo frasi e passaggi coinvolgenti dei Vangeli apocrifi, ma qui si vede la scaltrezza del diavolo. Il Signore non viene ad annunciare quello che ha già annunciato, è il Vangelo della parola di Dio che è fondamentale per la nostra crescita e la nostra fede. Gesù ha vissuto i suoi primi trent’anni da uomo semplice con la sua natura umana. Poi si è sorpreso quando avvenivano i miracoli perché non si è mai comportato da figlio di Dio. Non possiamo escludere che si sia chiesto come doveva fare il Messia e avrà pregato il Padre che lo illuminasse. Tutto doveva venire. Gesù non ha recitato una parte, ha provato i nostri sentimenti. Perché diamo tutto così per scontato? Mai ha chiamato un’assemblea per vedere i suoi miracoli, ma quanti carismatici lo fanno? Quando è sceso nel Giordano non si è sentito privilegiato, ha dimostrato al Padre di accettare tutta la sua natura umana. Cerchiamo anche noi di immergerci nella natura umana di Gesù e non in quella spirituale. Non fidiamoci sempre di quello che ci vendono a basso prezzo sul mercato, siamo miti come agnelli e lontano dai lupi, i nostri confidenti uno su mille. Confidenze di Maria santissima a Roberto Longhi sul monte Misma
L’esempio di san Giuseppe
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Quando siamo appesantiti dalle prove della vita e non ci lamentiamo, possiamo chiedere al Signore di aggiungerci ancora qualche peso per dare sollievo a quelle persone che sono più in pericolo di noi. Specialmente tra i nostri cari. Saremo orgogliosi di noi stessi, non superbi, perché sentiremo una gioia particolare come se qualcuno avesse usufruito del nostro gesto. Quando portiamo il peso degli altri il Signore ci fa stare ancora meglio. Cerchiamo di non farci mai provocare dal primo che incontriamo, dai parenti o dai colleghi, ma di aver fiducia solo di noi stessi, cioè di abbandonarci totalmente a Dio e alla sua parola. Così avvengono le guarigioni e i miracoli. Quattro sono i personaggi che hanno portato alla nascita di Gesù: l’angelo del Signore, lo Spirito Santo che concretamente ha concepito anche azione, non solo suggerimento), Maria e Giuseppe che hanno risposto all’Annunciazione. San Giuseppe non è mai stato considerato nella giusta misura e nelle devozioni popolari non esiste, eppure non è inferiore come grazia alla sua sposa. Sballottato come un clandestino senza fissa dimora, declassato e rifiutato, sembra che sia stato un fortunato. Invece è la grazia di Dio che mette nel cuore ai suoi servi. Mai si sarebbe immaginato di far parte di un progetto unico nella storia per la salvezza dell’umanità. Davanti alla legge ebraica avrebbe dovuto ripudiare la sua promessa sposa, ma l’angelo lo ha avvisato. Da sono cominciate le sue tribolazioni. Subito ha dovuto abbandonare la sua bottega di artigiano e fuggire in Egitto. Come avremmo reagito al suo posto? Cosa avremmo rinunciato per obbedienza a Dio? Ha obbedito alla parola del Signore con gioia e senza lamentarsi, così hanno fatto Abramo, Mosè, Geremia, Giobbe e tutti i santi. Ha cercato di fare il meglio anche nelle situazioni più terribili. Il Signore ci sceglie quando rimaniamo fedeli nella prova e nella tribolazione, ci chiede delle cose impossibili, giustamente criticabili, a nessuno ha promesso la gioia in terra. Dimentichiamoci di esistere ed esistiamo per gli altri. Con il Signore non ci sono altre misure: l ’arma della vittoria è accettare la sconfitta del carattere, dell’umiliazione. Il male si sconfigge con la sottomissione quando pensiamo di essere offesi, annichiliti, pugnalati, perché in quel momento agisce Maria Santissima. Invece se vogliamo difendere la nostra natura umana facciamo il gioco di Satana. Perché abbiamo così paura di Dio e non ci fidiamo di lui? La Chiesa ci delle regole per affrontare ogni prova della vita, ma non siamo migliorati. Chi reagisce si difende, rinfaccia, denuncia, ha un senso di colpa e di sofferenza interiore. Mai confidare gli errori degli altri con il presupposto di difendere la verità. Superiamo la prova quando amiamo i peggiori nemici e rinunciamo alle nostre aspettative a vantaggio degli altri. Chi ama incondizionatamente è felice perché ha Dio nel cuore. Non dobbiamo stare male quando riceviamo un’ingiustizia altrimenti significa che il nostro cuore è già malato e vuole vendicarsi. LA CURIOSITÀ DEI VANGELI APOCRIFI Aggiungere al Vangelo qualche passaggio per il tempo che viviamo non va bene perché fa dimenticare le verità principali. È questo l’errore di tutti i popoli, non consideravano l’esortazione ascolta Israele ”. Il Signore e la Madonna non vogliono che si dia credibilità ai segni perché portano fuori di equilibrio le persone. Anche i Vangeli apocrifi sono veri perché scritti dagli apostoli, ma servono di più per appagare la curiosità. Hanno cominciato a scrivere di Gesù solo dopo la sua morte e risurrezione, come si può raccontare la notte di Betlemme senza averla vista? Certe cose sono impossibili da descrivere. Quanto gli evangelisti hanno dovuto lavorare con la mente per ricostruire tutti gli avvenimenti, quante notti non avranno dormito! Dobbiamo essere coinvolti col cuore da questi fatti perché ci hanno portato la salvezza. La Chiesa ha voluto che la parola di Dio fosse messa al primo posto, l’unica verità che salva e rafforza, non ha voluto soddisfare la curiosità perché ciò indebolisce. Tanti mistici e veggenti hanno messo in rilievo frasi e passaggi coinvolgenti dei Vangeli apocrifi, ma qui si vede la scaltrezza del diavolo. Il Signore non viene ad annunciare quello che ha già annunciato, è il Vangelo della parola di Dio che è fondamentale per la nostra crescita e la nostra fede. Gesù ha vissuto i suoi primi trent’anni da uomo semplice con la sua natura umana. Poi si è sorpreso quando avvenivano i miracoli perché non si è mai comportato da figlio di Dio. Non possiamo escludere che si sia chiesto come doveva fare il Messia e avrà pregato il Padre che lo illuminasse. Tutto doveva venire. Gesù non ha recitato una parte, ha provato i nostri sentimenti. Perché diamo tutto così per scontato? Mai ha chiamato un’assemblea per vedere i suoi miracoli, ma quanti carismatici lo fanno? Quando è sceso nel Giordano non si è sentito privilegiato, ha dimostrato al Padre di accettare tutta la sua natura umana. Cerchiamo anche noi di immergerci nella natura umana di Gesù e non in quella spirituale. Non fidiamoci sempre di quello che ci vendono a basso prezzo sul mercato, siamo miti come agnelli e lontano dai lupi, i nostri confidenti uno su mille.

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