Un deserto sul Misma
Quante
buone
azioni
di
perdono,
di
pace,
di
desiderio
di
far
felici
gli
altri
vediamo
nel
mondo?
Pochissime,
perché
nel
nostro
cuore
esiste
un
altro
sentimento,
il
male.
La
nostra
vera
natura
si
evidenzia
quando
esterniamo
un
comportamento
non
con
le
nostre
parole,
perché
quelle
in
realtà,
sono
spesso
suggerite
dal
“rispetto
umano”
e
dall’etica.
Se
in
noi
prevalesse
il
bene
non
vedremmo
il
male
del
mondo,
perché
esso
è
generato
dal
nostro
cuore
e
dalla
nostra
mente,
non
dall’esterno.
Che
cosa
pensava
Gesù
mentre
saliva
il
Calvario?
Che
cosa
penserà
di
noi
quando
lo
sostituiamo
con
falsi
idoli?
Che
siamo
bugiardi,
che
non
siamo
coerenti
davanti
a
lui.
Il
peso
più
grave
di
Gesù
durante
la
Via
Crucis
non
era
quello
della
croce
di
legno,
ma
il
pensiero
dell'uomo,
quello
che
alcuni
giorni
prima
lo
aveva
accolto
festante
e
che
poi
l'ha
condannato
senza
un
vero
capo
d'accusa,
preferendo
la
liberazione
di
un
malfattore.
L'azione
cattiva
dell'uomo
verso
Gesù
è
riversata
sulle
altre
persone.
Noi
pensiamo
di
onorare
il
Signore
andando
in
chiesa,
pregando
o
facendo
qualche
rinuncia,
ma
questo
non
garantisce
la
nostra
autenticità
cristiana,
perché
è
la
cosa
più
normale
e
scontata
che
dobbiamo
fare
per
professare
la
nostra
fede.
Ciò
che
ci
chiama
realmente
“in
campo"
è
l'amore
verso
gli
altri,
quello
vero,
quello
che
ci
deve
far
dire
"salvalo"
e
non
"
crocifiggilo".
È
un
amore
che
non
conosciamo
perché
ormai
siamo
assuefatti
alla
ragione
e
alla
mentalità
corrente.
Non
dobbiamo
compatire
il
Signore
per
la
sua
“passione”,
ma
sentiamoci
amareggiati
per
quello
che
noi
abbiamo
fatto,
perché
involontariamente
potremmo
averlo
messo
tante
volte
in
croce,
quando
l’abbiamo
sostituito
con
falsi
idoli
e
falsi
programmi,
nell'ambiguità
e
nell'egoismo.
Siamo
solo
desiderosi
di
far
emergere
la
nostra
logica,
di
risolvere
i
nostri
problemi
e
di
avere
una
buona
considerazione
dagli
altri.
Non
ci
interessano
i
bisogni
degli
altri,
perché
non
abbiamo
la
bontà
d'animo,
e
se
qualcuno
non
la
pensa
come
noi
rompiamo
l’amicizia,
ci
dividiamo.
È
il
voltafaccia
che
ha
ricevuto
il
Signore
dallo
stesso
popolo
che
prima
lo
osannava
come
figlio
di
David.
Gesù
portava
con
sé
sul
Calvario
l'amarezza
del
tradimento
avvenuto
con
tanta
cattiveria.
Perché
andarlo
a
prendere
nell'orto
degli
ulivi
con
i
bastoni
come
se
fosse
il
peggior
delinquente?
Perché
schernirlo,
sputargli
in
faccia,
picchiarlo?
Perché?
Non
accusiamo
quel
popolo,
ma
accusiamo
noi
stessi,
perché
lo
stesso
livore
l'abbiamo
nel
profondo
del
nostro
cuore.
Cerchiamo
di
capire
che
cosa
pensava
di
noi
il
Signore
mentre
portava
la
croce.
È
una
risposta
che
dobbiamo
darci
e
forse
ci
farà
venire
i
brividi.
Gesù
può
aver
pensato:
"Guarda
come
mi
hanno
ridotto"
.
Quante
volte
l'abbiamo
fatto
nel
profondo
del
nostro
cuore
sapendo
che
aveva
detto:
"Tutto
quello
che
voi
farete
ai
vostri
fratelli
è
come
se
l'aveste
fatto
a
me?"
Cosa
avrà
pensato
Maria
vedendo
Gesù
in
quelle
condizioni,
trasformato
dal
dolore?
Una
madre
avrebbe
dovuto
reagire
in
difesa
del
proprio
figlio
e
lamentarsi.
Lei
era
lì,
in
silenzio,
che
soffriva
nel
vedere
con
quanta
cattiveria
l’uomo
aveva
accolto
l’unigenito
Figlio
di
Dio,
venuto
per
salvarlo.
È
triste
annotare
quanta
malvagità
può
uscire
da
un
cuore
umano! Poi incredibilmente ci lamentiamo del male, dei fatti di cronaca, dei nostri vicini, dei nostri parenti..
SIAMO COME CANI RABBIOSI
Noi
non
sappiamo
l'ipocrisia
che
c'è
nei
cristiani
che
corrono
alle
sante
messe,
non
conosciamo
la
falsità
che
si
annida
nei
loro
cuori.
Se
avessimo
la
bontà
d'animo
che
il
Signore
ci
chiede
di
avere,
non
faremmo
uscire
ogni
volta
e
sistematicamente
la
nostra
parte
peggiore.
Il
desiderio
di
fare
del
male
è
un
sentimento
che
c'è
in
noi
ancora
oggi
perché,
in
generale,
sappiamo
benissimo
come
fare
quando
vogliamo
ferire
una
persona.
Tutte
le
volte
che
l'uomo
ha
questo
sentimento
procura
una
grande
sofferenza
all'immenso
cuore
di
Gesù
e
all'immacolato
cuore
di
Maria.
Al
primo
torto
che
riceviamo
inneschiamo
subito
sentimenti
di
rabbia,
di
offesa,
di
accuse
e
a
stento
riusciamo
a
dominarci:
se
dessimo
ascolto
al
nostro
istinto
reagiremmo
con
una
violenza
inaudita,
come
quella
che
ha
ricevuto
Gesù.
Quante
volte
abbiamo
nutrito
sentimenti
di
livore
nei
confronti
di
un'altra
persona?
Anche
se
per
tanti
motivi
non
li
abbiamo
concretizzati,
abbiamo
realizzato
il
concetto,
abbiamo
avuto
gli
stessi
stimoli
di
coloro
che
hanno
messo
in
croce
il
Giusto.
L'unica
cosa
che
possiamo
fare
adesso
per
recuperare
all’ultimo
momento
è
quella
di
imitare
il
Cireneo,
meditare
ed
essere
solidali
con
il
Signore,
vergognarci
dei
nostri
sentimenti.
Quando
una
persona
non
rispetta
la
legge
di
Dio
e
commette
peccati,
non
è
in
pace
con
sé
stessa:
si
appoggia
a
tutte
le
critiche
e
a
tutte
le
giustificazioni,
coinvolge
nella
cattiveria
tutto
ciò
che
incontra,
vuole
travolgere
e
distruggere
tutto.
Chi
invece
rispetta
la
legge
di
Dio
é
di
una
bontà
d'animo
che
trova
parole
di
perdono,
di
condivisione
e
amicizia
davanti
a
qualsiasi
offesa,
anche
se
viene
“massacrato”.
Chi
è
a
posto
con
la
coscienza
fa
parlare
il
Signore
al
posto
suo,
non
ha
livore
e
cattiveria,
vive
in
un
modo
meraviglioso,
è
felice.
Mettiamoci
anche
noi
sul
Golgota
e
vedendo
tanta
cattiveria
verso
colui
che
stava
immolandosi
per
il
mondo
intero
senza
aver
fatto
niente
di
male,
facciamoci
un
esame
di
coscienza.
Perché
grande
è
la nostra colpa sapendo che Gesù è risorto!
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© Un deserto sul Misma - Silenzio, preghiera, meditazione, abbandono….
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