Un deserto sul Misma
A
parer
nostro
tutti
pregano,
cristiani,
musulmani,
ebrei,
tutti.
Ognuno
crede
di
pregare
nella
maniera
giusta,
secondo
le
proprie
scelte.
Ma
se
fosse
valida
questa
preghiera
il
male
sparirebbe
all'improvviso,
come
per
un
incantesimo.
Se
invece
il
male
imperversa,
è
perché
la
maggioranza
non
è
genuina
e
autentica
nella
sua
preghiera.
Quando
andiamo
a
casa
nostra
dopo
aver
pregato,
nelle
prove
dei
problemi
della
vita,
come
ci
comportiamo?
Dimostriamo
bontà,
mansuetudine,
perdono,
disponibilità,
amicizia..?
Sono
doni
che
escono
dal
nostro
cuore
o
dalla
nostra
mente?
I
grandi
profeti,
re
Davide,
Salomone,
Giobbe,
Mosé,
nel
momento
in
cui
non
si
comportavano
in
un
modo
coerente,
perdevano
la
grazia
del
Signore,
non
ottenevano
più
quei
risultati
che
poi
hanno
raggiunto
quando
invece
hanno
incominciato
a
pregare
con
sobrietà
e
come
il
Signore
si
aspettava.
San
Francesco,
nel
“cantico
delle
creature”,
pregava
con
un
trasporto
e
un
entusiasmo,
da
coinvolgere
tutte
le
creature,
anche
coloro
che
non
lodavano
il
Signore:
"Laudato
sii,
o
mio
Signore,
per
tutte
le
creature".
Maria
Santissima
ci
ha
fatto
capire
la
caratteristica
che
bisogna
avere
per
pregare
il
Signore:
"Fai
di
me
secondo
la
tua
parola".
Fare
la
volontà
di
Dio
vuol
dire
accettare
tutte
le
ingiustizie
del
mondo,
non
vuol
dire
dimostrare
che
noi
abbiamo
ragione
e
che
gli
altri
hanno
torto.
Non
vuol
dire
evidenziare
i
difetti
del
mondo,
i
mali
dei
nostri
fratelli,
i
mali
nostri.
Non
diamo
per
scontato
che
il
Signore
non
ci
conceda
la
sua
grazia
solo
perché
é
misericordioso,
accetta
tutti
i
nostri
comportamenti,
ci
conosce...
Non
è
così.
Nel
vecchio
testamento
il
Signore
ci
dice
che
noi
mettiamo
sempre
in
discussione
tutto,
addirittura
lo
sfidiamo:
"Non
indurite
il
cuore,
come
a
Meriba,
come
nel
giorno
di
Massa
nel
deserto,
dove
mi
tentarono
i
vostri
padri:
mi
misero
alla
prova
pur
avendo
visto
le
mie
opere”.
Il
popolo
d'Israele
pregava
meglio
di
noi,
eppure
non
era
gradito
al
Signore:
"
Per
quarant’anni
mi
disgustai
di
quella
generazione
e
dissi:
Sono
un
popolo
dal
cuore
traviato,
non
conoscono
le
mie
vie;
perciò
ho
giurato
nel
mio
sdegno:
Non
entreranno
nel
luogo
del
mio
riposo”..
(Salmo
94).
Chi
commette
questi
errori
è
tutta
gente
richiamata
dalla
verità
del
Signore,
che
prega,
non
sono
quelli
che
hanno
rifiutato
il
Signore.
A
Dio
non
va
tutto
bene,
come
pensiamo
noi.
Lo
possiamo
capire
anche
da
questa
rivelazione
che
il
Signore
ha
fatto
a
Mosé
sul
Monte
Sinai
(Esodo
c.34):
“Tu
non
devi
prostrarti
ad
altro
Dio,
perché
il
Signore
si
chiama
Geloso:
egli
è
un
Dio
geloso.
Non
fare
alleanza
con
gli
abitanti
di
quel
paese,
altrimenti,
quando
si
prostituiranno
ai
loro
dei
e
faranno
sacrifici
ai
loro
dei,
inviteranno
anche
te:
tu
allora
mangeresti
le
loro
vittime
sacrificali”.
E’
un
Dio
severo
e
giusto,
è
un
Dio
geloso;
non
vuole
che
noi
abbiamo
ad
avere
altri
contatti
o
altri
compromessi.
È
un
pericolo
molto
grave,
perché
prostituirsi
ad
altri
dei,
pur
lodando
il
Signore,
significa
vendersi
a:
successo,
potere,
danaro,
piacere,
orgoglio,
invidia,
gelosia..
Sono
dei
anche
quelli,
non
solo
Budda
e
Allah!
IL
SIGNORE
HA
DAVANTI
IL
PRODOTTO
MIGLIORE?
C’è
un
progetto
demoniaco
che
vuol
togliere
il
valore
e
i
meriti
alle
nostre
preghiere,
attraverso
i
nostri
comportamenti.
Dobbiamo
stare
molto
attenti
perché,
se
non
abbiamo
quelle
caratteristiche
necessarie
per
dare
valore
alle
nostre
preghiere,
non
avremo
quel
risultato
che
è
giusto
che
noi
abbiamo
ad
avere,
attraverso
tante
buone
azioni,
tanti
sacrifici
e
tante
rinunce.
Per
avere
un
ottimo
risultato
di
costruzione
bisogna
avere
il
prodotto
migliore,
il
miglior
progetto;
se
uno
vuole
formare
i
vasi
migliori
deve
avere
la
primissima
qualità
di
creta,
e
così
via.
Come
possiamo
pensare
che
il
Signore
possa
ottenere
un
risultato
ottimale
da
noi,
se
ha
davanti
un
materiale
mediocre?
Come
può
primeggiare
nella
sua
parola
attraverso
la
nostra
collaborazione?
Noi
possiamo
lavorare
per
diventare
un
prodotto
di
primissima
qualità,
disponibili
a
far
si
che
il
Signore
faccia
di
noi
ciò
che
vuole
(non
di
far
fare
al
Signore
ciò
che
vogliamo
noi).
Mettiamoci
alla
scuola
dei
profeti,
di
San
Francesco,
Sant'Antonio,
Padre
Pio,
che
hanno
dimostrato
un'unica
qualità
comune:
l'umiltà.
Si
sono
lasciati
gestire
dal
Signore,
incuranti
delle
sofferenze
e
delle
ingiustizie
che
hanno
incontrato
nel
cammino
della
loro
vita
e
che
noi
non
conosciamo,
perché
sappiamo
solo
i
punti
più
importanti
della
loro
vita
pubblica…
Come
non
conosciamo
le
sofferenze
e
i
dolori
che
hanno
subito
Maria
SS.
e
Gesù
per
amor
nostro.
Dovremmo
dispiacerci
per
tutta
questa
confusione,
l’ambiguità
e
la
falsità
che
tolgono
il
valore
alle
nostre
preghiere.
Chiediamo
perdono
al
Signore,
per
non
saper
offrire
quello
che
potremmo
offrire,
per
esserci
lasciati
prendere
troppo
dal
protagonismo,
dal
desiderio
di
dimostrare
e
di
realizzare.
Essere
strumenti
del
Signore
significa
fare
la
stessa
esperienza
di
Gesù:
“Sarete
criticati,
calunniati,
perseguitati,
giudicati,
accusati…”.
Non
ci
ha
detto
che
resusciteremo
i
morti
o
guariremo
i
malati.
Dimentichiamoci
la
parte
più
gradevole,
quella
che
noi
vorremmo
fare,
cancelliamola
dalla
nostra
testa.
Non
pensiamo
di
essere
coloro
che
risolvono
i
problemi
altrui,
perché
i
problemi
li
risolve
il
Signore,
non
noi.
Cerchiamo
di
non
aver
paura
di
sperimentare
anche
quell'esperienza
che
il
Signore
ha fatto prima di noi per amor nostro, stando attenti a non perdere la fede…
Confidenze di Maria santissima a Roberto Longhi sul monte Misma
L’errore che può annullre le nostre preghiere
© Un deserto sul Misma - Silenzio, preghiera, meditazione, abbandono….
Monte Misma - Oasi della Pace - via Spersiglio 25 Pradalunga (Bergamo)