Da
dove
proviene
tanto
male
nel
mondo?
Senza
rendercene
conto
molta
sofferenza
deriva
da
noi.
Siamo
tutti
terroristi
quando
veniamo
coinvolti
in
discorsi
che
ci
riguardano,
specialmente
quelli
sulle
nostre
verità.
Saremmo
pronti
a
far
la
guerra
a
chiunque
quando
dissentiamo
verso
un
altro
fratello
o
la
persona
della
porta
accanto.
L'uomo
è
sempre
stato
più
unito
in
ciò
che
divide,
va
a
scoprire
gli
inghippi
di
tutte
le
persone.
Il
vero
problema
siamo
noi
che
non
corrispondiamo
a
come
Dio
ci
vuole.
Quando
c'è
uno
che
pecca,
per
solidarietà
verso
il
Signore
dovremmo
riparare
peccando
meno,
se
critica
non
dovremmo
criticare,
se
male-dice
noi
bene-diciamo.
Il
bene
non
fa
fatica
ad
accettare
il
male,
è
il
male
che
non
vuole
il
bene,
vuole
metterci
sul
banco
degli
imputati,
distruggerci,
infangarci,
alimentare
le
polemiche.
Ci
fa
mettere
in
croce
coloro
che
commettono
un'ingiustizia.
Chi
non
accetta
il
bene
è
malizioso,
non
ammette
che
parte
della
sua
sofferenza
può
essere
causata
dai
propri
errori
e
dall'orgoglio.
Chi
desidera
il
bene
riesce
sempre
ad
accogliere
qualsiasi
tipo
di
situazione,
come
ha
fatto
Gesù.
Non
possiamo
difendere
il
bene
rifiutando
il
male,
criticando
e
giudicando,
faremmo
il
gioco
di
Satana.
Come
possiamo
sentirci
offesi
dal
modo
di
vivere
di
nostro
fratello?
La
cosa
che
un
santo
riusciva
di
più
ad
accettare
non
è
il
complimento
ma
l'offesa.
Non
era
permaloso
ma
aveva
la
possibilità
di
dialogare
con
la
persona
di
animo
ribelle.
Non
accettare
chi
non
si
comporta
bene
non
è
carità,
né
dimostrazione
di
avere
fede:
il
Signore
non
li
ha
rifiutati.
Questo
non
vuol
dire
essere
complici
del
male
o
condividerlo.
Non
dobbiamo
ricevere
le
offese
all'infinito,
perché
poi
lo
Spirito
Santo
ci
mette
sulla
bocca
delle
parole
per
far
sentire
quelle
persone
a
disagio,
ingiuste,
prepotenti.
Certo
dobbiamo
riprendere
chi
sta
andando
alla
deriva,
ma
non
sentiamoci
più
coinvolti
e
responsabili
dei
loro
problemi,
altrimenti
trasmettiamo
quello
che
non
fa
parte
della
nostra
fede.
Accettiamo
l'umiliazione
(in
famiglia,
nell'ambiente
di
lavoro,
nella
comunità)
o
prendiamo
il
pretesto
per
realizzare
quello
che
ci
fa
piacere?
Quante
volte
l'altra
persona,
meno
avvezza
a
frequentare
la
chiesa,
deve
accettare
di
più
quello
che
fa
piacere
a
noi?
Se
siamo
operatori
di
bene
non
dobbiamo
dimostrare
di
far
fatica
ad
accettare
qualsiasi
tipo
di
ingiustizia,
pur
subdola
e
sbagliata
che
sia.
Non
dobbiamo
fare
uscire
dichiarazioni
velenose,
il
bene
va
difeso
accettando
il
male,
non
denunciandolo.
Così
lo
ha
vinto
santa
Rita.
Così
ha
insegnato
Maria
Santissima.
In
questo
modo
viene
sancita
davanti
a
Dio
la
sua
eliminazione
e
il
trionfo
del
bene
,
perché
ci
costa
lacrime
e
sacrifici.
Chi
accetta
con
gioia
la
prova
della
sofferenza,
si
rende
conto
che
vorrebbe
averne
un'altra
per
offrirla
nuovamente
a
Dio
e
ricevere
la
sua
consolazione.
L'uomo
di
Dio
accetta
anche
colpe
che
non
ha,
con
umiltà
e
carità,
per
non
creare
problemi
agli
altri.
Il
Signore
ha
accettato
anche
le
profanazioni
nella
propria
Chiesa,
ma
non
indaghiamo
da
quale
fessura
è
entrato
il
fumo
di
Satana in Vaticano, tanto non sappiamo niente.
BASTA POCO PERCHÉ IL SIGNORE INTERVENGA
Siamo
sicuri
di
aver
capito
veramente
il
progetto
di
cui
facciamo
parte?
Siamo
sicuri
di
aver
capito
Dio?
Solo
Lui
può
togliere
la
zizzania
senza
infierire
sul
grano,
dipende
da
come
viviamo.
Il
nostro
compito
non
è
quello
di
andare
a
sconvolgere
le
trame
negative
del
mondo,
questi
prodigi
li
fa
il
Signore
quando
siamo
giusti,
è
avvenuto
così
per
tutti
gli
uomini
che
si
sono
mantenuti
fedeli.
Perché
pensiamo
di
intervenire
personalmente?
Dove
interveniamo
(in
nome
di
Dio)
portiamo
più
bontà
o
danno?
Non
siamo
noi
il
centro
del
mondo
e
nemmeno
i
suoi
salvatori,
è
già
tanto
se
salviamo
noi
stessi.
Dio
non
si
aspetta
che
abbiamo
a
suggerirgli
dove
c'è
più
bisogno
che
intervenga,
ma
che
siamo
giusti
davanti
ai
suoi
occhi.
Ognuno
adora
ciò
che
la
cultura
del
suo
paese
gli
ha
indicato,
noi
come
cristiani
abbiamo
una
verità
che
altre
dottrine
non
hanno:
quella
di
un
Dio
che
interviene
personalmente
in
nostra
difesa
.
Però
dobbiamo
essere
prudenti
e
fare
attenzione
per
evitare
sorprese
non
gradite;
possiamo
anche
alzare
la
polvere
dai
nostri
sandali
verso
coloro
che
non
parlano
il
nostro
linguaggio
e
non
ci
capiscono
(Mt.10,13-14).
L'unico
elemento
che
può
cambiare
le
sorti
del
mondo
è
l'amore.
Conserviamo
nel
nostro
cuore
in
un
modo
integro
la
parola
di
Dio
quando
uno
ci
perseguita?
Non
siamo
chiamati
ad
elencare
il
numero
dei
difetti
di
nostro
fratello,
ma
a
disintegrarli
opponendo
l'amore.
L'uomo
giusto
non
fa
fatica
ad
accettare
l'ingiustizia,
è
un
mite
agnello
immolato.
Riusciamo
come
cristiani
a
superare
la
prova
della
carità,
dell'amore,
dell'ingiustizia?
Abbiamo
messo
al
primo
posto
Dio?
Se
l'abbiamo
fatto
il
primo
pensiero
del
mattino
e
l'ultimo
della
sera
è
suo,
tutto
il
cammino
della
giornata
è
improntato
al
bene.
Dimostriamoci
giusti
e
vedremo
cose
strabilianti,
perché
Dio
ha
il
potere
non
noi.
Invece
siamo
soli
quando
vogliamo
fare
di
testa
nostra.
Non
sentiamoci
offesi
da
chi
si
comporta
male
ma
dispiaciamoci
per
loro,
è
il
male
che
deve
avere
paura
del
bene
non
viceversa.
Tante
persone
erano
più
pazienti
e
disponibili
verso
i
propri
familiari
quando
non
pregavano:
se
sappiamo
cosa
può
farli
felici
perché
facciamo
l'esatto
contrario?
Si
sta
allontanando
da
Dio
molta
gente
che
va
in
chiesa
e
dichiara
di
essersi
convertita!
Il
Signore
non
deve
essere
imposto
con
durezza,
non
è
venuto
per
farci
decristianizzare
con
la
preghera.
Abbiamo
pazienza
con
i
nostri
cari
e
i
nostri
colleghi,
aiutiamoli
anche
se
umanamente
meriterebbero altro, espiamo i loro difetti e riceveremo una grande grazia dal Signore.
Confidenze di Maria santissima a Roberto Longhi sul monte Misma
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© Un deserto sul Misma - Silenzio, preghiera, meditazione, abbandono….
Monte Misma - Oasi della Pace - via Spersiglio 25 Pradalunga (Bergamo)
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