Sembra
un
gioco
di
parole
ma
tra
i
due
significati
c'è
un
abisso.
Se
preghiamo
per
aumentare
la
fede
significa
che
rispettiamo
ben
poco
di
quello
che
il
Signore
ci
ha
rivelato
oppure
l’abbiamo
dimenticato,
quando
invece
è
la
fede
che
ci
fa
pregare
vuol
dire
che
viviamo
già
in
modo
coerente,
pur
con
i
nostri
difetti
e
le
nostre
fragilità.
Se
conoscessimo
la
fortuna
che
abbiamo
ad
essere
cristiani,
non
impiegheremmo
una
frazione
di
secondo
ad
offrire
tutto
quello
che
abbiamo
per
il
bene
dell'altro.
Non
è
umiltà
chiedere
continuamente
segni,
il
Signore
l’ha
sempre
sconsigliato.
La
fede
non
è
basata
sull'emozione,
sulla
ricerca
spasmodica
ed
esasperante
del
soprannaturale,
cose
che
in
televisione
e
su
Internet
imperversano.
Il
male
fa
di
tutto
per
assecondarci
in
questo,
ma
è
ciò
che
ci
svuota
dentro.
Prendiamo
gli
apostoli:
chi
più
di
loro
ha
visto
miracoli
e
segni
in
tre
anni
passati
con
Gesù?
Avevano
ricevuto
la
forza
per
vivere
in
modo
naturale
queste
esperienze,
mentre
la
stragrande
maggioranza
dell'umanità
non
è
in
grado
di
sopportare
nemmeno
il
più
piccolo
dei
segni.
Siamo
noi
meglio
degli
apostoli?
Eppure
nel
momento
di
dimostrare
la
loro
fede,
si
sono
dileguati.
E
i
discepoli
di
Emmaus?
La
nostra
fede
non
deve
essere
fondata
su
quello
che
può
essere
gradevole
e
conveniente,
ma
principalmente
sull’avere
il
coraggio
di
accettare
anche
le
prove
della
vita.
Quando
pensiamo
di
aver
finito
la
nostra
vita,
inizia
quella
vera.
Crediamo
all'eternità?
Al
di
sopra
di
tutto
il
Signore
ci
chiede
la
carità,
per
il
nostro
bene
e
il
nostro
fabbisogno.
Ci
sembra
logico
che
Maria
Santissima
venga
a
dirci
"pregate,
pregate"
e
non
si
preoccupi
del
benessere
dell'anima?
Non
può
andar
contro
suo
Figlio
del
quale
ha
detto
"
fate
tutto
quello
che
vi
dirà"
.
Non
creiamoci
un
Vangelo
di
comodo,
la
Madonna
non
verrà
mai
dirci
che
con
una
semplice
preghiera
abbiamo
risolto
i
nostri
problemi.
È
mai
possibile
che
a
livello
spirituale
ci
comportiamo
né
più
né
meno
come
i
bambini
dell'asilo?
Loro
dicono
la
preghierina
e
fanno
il
segno
della
croce
prima
di
andare
a
letto,
ma
almeno
sono
sinceri.
E
i
150
salmi?
E
i
comandamenti?
Per
scaramanzia
potremmo
mettere
i
cornetti
fuori
dalla
finestra…
Pecchiamo
da
adulti,
abbiamo
una
vasta
esperienza
della
seduzione,
del
sesso,
dell'avarizia,
della
falsità,
dell’invidia,
della
gelosia,
ma
viviamo
una
vita
spirituale
da
bambini.
Siamo
ridicoli,
il
Signore
potrebbe
vederci
con
in
mano
il
secchiello
e
la
paletta.
La
misericordia
di
Dio
nei
nostri
confronti
non
è
un
gesto
di
gioia,
ricorriamo
ad
essa
quando
non
siamo
in
“regola”.
Perché
la
cosa
più
ovvia,
la
preghiera,
deve
diventare
la
cosa
più
importante?
Siamo
sicuri
che
non
possiamo
aumentare
la
carità,
l'amore,
la
sincerità?
Chi
di
noi
sa
accettare
la
pugnalata
più
ingiusta
senza
reagire,
senza
vendicarsi,
perdonando?
Magari
il
Signore
ci
ha
messo
vicino
la
persona
più
indisponente
per
metterci
alla
prova.
Quando
abbiamo
fede
succede
che
è
più
affascinante
rispettare
i
comandamenti
di
Dio
che
trasgredirli,
piuttosto
ci
facciamo
uccidere,
accettiamo
anche
la
più
crudele
delle
sorti.
Il
Signore
non
ci
ha
dato
una
croce
superiore
alle
nostre
forze,
diventa
pesante
perché
abbiamo
l'orgoglio,
la
superbia,
la
permalosità.
Chi
fa
la
carità
espia
un
gran
numero
di
peccati,
perché
pensiamo
di
doverci
rimettere
di
tasca
nostra?
Se
fossimo
più
coerenti
con
la
nostra
fede
conosceremmo
un
mondo
migliore.
Ecco
perché
i
salmi
ci
richiamano
all'obbedienza.
Certo,
ci
costerà
cambiare
le
nostre
abitudini,
dove
ci
muoviamo
solo
per
convenienza
e
opportunismo.
Il
Signore
ci
conosce
bene,
ha
aspettato
Roberto
nel
punto
giusto
affinché
vedesse
il
santuario
illuminato.
Non
sbaglia
nemmeno
di
una
frazione
di
secondo.
La
Madonna
principalmente
viene
per
la
propria
famiglia,
mentre
quelli
che
hanno
altre
teorie
verranno
giudicati
in
base
a
come
vivono.
Dio
premia
coloro
che
amano,
non
chi
vive
nella
falsità
e
nella
scorrettezza.
La
caratteristica
principale
che
dobbiamo
avere
non
è
sicuramente
quella
del
"fai
da
te".
Come
facciamo
ad
insegnare
agli
ignoranti?
Tante
volte
diamo
voce
a
pensieri
ridicoli,
che
non
corrispondono
alla
verità,
però
siamo
scrupolosi
nel
guardare
ai
difetti
altrui.
Bisogna
parlare
sobriamente
in
nome
Dio,
non
scioccamente.
Solo
Lui
riesce
a
fare
i
ricchi
più
poveri
e
i
poveri
più
ricchi,
perché
dubitiamo?
I
nostri
nomi
sono
già
tutti
scritti
in
cielo,
a
ciascuno
ha
dato
l'opportunità
di
realizzare
il
progetto
che
ha
su
di
noi.
Cosa
renderemo
al
Signore
per
quello
che
ci
ha
dato?
Non
ci
fa
specie
sentirci
contrari
alla
nostra
missione
terrena?
Smettiamola
di
creare
confusione,
la
disarmonia
dei
cristiani
fa
inorridire.
Le
persone
sante
hanno
raggiunto
dei
risultati
con
la
preghiera
perché
non
erano
digiune
dei
comandamenti
di
Dio,
così
è
stato
per
Santa
Monica.
Abbiamo
noi
la
sua
base?
Quante
umiliazioni
e
sofferenze
ha
saputo
accettare?
La
storia
non
ce
lo
dice.
Chi
è
stato
scelto
dal
Signore
tante
volte
viene
a
casa
in
una
condizione
disumana,
che
non
ha
nemmeno
la
forza
di
piangere.
Come
possiamo
lamentarci
pensando
alla
sofferenza
più
grande
che
ha
patito
Gesù?
Quando
la
preghiera
non
è
sostenuta
da
una
vita
coerente
non
vale
nulla,
perché
caricarci
di
quintali
di
orazioni
quando
nel
nostro
cuore
non
c’è
la
bontà?
Non
possiamo
barare
con
le
parole,
prima o poi quello che abbiamo dentro fuoriesce.
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