Abbiamo mai pensato a quale potenza poteva disporre il Signore su tutto il mondo? Dalla divinità che si portava dal cielo poteva fare e cambiare qualsiasi cosa, poteva annullare, creare o imporre la propria verità.... Ma Gesù non l'ha fatto; ha accettato umiliazioni e sofferenze inimmaginabili, quando poteva fermarle con un semplice gesto. Ha fatto prevalere il sentimento dell'amore. Quel potere che il Signore poteva disporre non l'ha usato per i potenti del tempo, per meritarsi onori e riconoscenze. Il Signore la sua potenza l'ha usata con tanto amore per guarire i diseredati, gli emarginati, l’ha offerta agli umili, ai piccoli, ai disperati, ai ciechi, agli storpi. Gesù non si è comportato come un "protagonista" , non voleva nemmeno che gli apostoli avendo visto la sua potenza, lo raccontassero in giro " non dite agli altri quello che avete veduto.." . La stessa cosa raccomandava anche a coloro che guariva. Invece noi, che siamo un pulviscolo rispetto alla sua potenza, vorremmo amplificare subito quello che facciamo... siamo l'opposto! Desidereremmo parlare davanti al Papa, finire sui titoloni dei giornali, essere innalzati nella considerazione e negli onori, essere gratificati…Non desideriamo annullarci per il fratello come ha fatto Gesù. Non sappiamo fare altrettanto. Chi di noi avendo un potere acquisito, una capacità, non la usa prima di tutto per se stesso, per i propri cari, per migliorarsi nelle onorificenze, per i propri vantaggi? Chi di noi se avesse a disposizione una milionesima parte di del potere che aveva a disposizione Gesù, non lo userebbe da vero giustiziere e nel modo più crudele? L'uomo oggi si sarebbe già autodistrutto. Se poi facciamo qualcosa per il Signore o per gli altri, ci sentiamo di avere un diritto, si concediamo un'autorità... serviamo noi stessi! Vogliamo riconoscenze e appagamenti egoistici! Ma che cristiani siamo? Torniamo alle origini: Gesù ci ha fatto capire che dobbiamo comportarci con gli altri come lui si è comportato con noi. Ecco perché sentiamo che non stiamo camminando sulla retta via, nonostante non ammazziamo, non rubiamo e non facciamo del male agli altri (secondo noi). Perché quello che ci ha trasmesso Gesù non è uguale a quello che viviamo e recepiamo noi. Noi siamo lontani anni luce dalla sua dimostrazione, perché portiamo disarmonia e confusione con la nostra arroganza e con la nostra prepotenza, pensando di sapere tutto quando in realtà non sappiamo nulla! Stiamo sprecando la grazia più grande che è quella di vivere in senso paradisiaco su questa terra. Ma chi l'ha detto che devono trionfare solamente la falsità e il male! LA PECORELLA SMARRITA IN REALTÀ È UN CAPRONE RIBELLE! Per fare un cammino spirituale gradito a Maria Santissima, ci vuole una caratteristica ben precisa: l'annullamento di stessi, a vantaggio degli altri, delle pecorelle smarrite.Noi pensiamo che le pecorelle smarrite siano persone miti, docili, ammansite, disponibili a riconoscere i propri errori. Invece sono persone ostinate, ribelli, quelle che più ci mettono nella condizione di soffrire in una misura impressionante. Sono quei caproni " che infieriscono di quelle randellate.. ". Le pecorelle smarrite sono persone piene di errori e difetti, che quando le vediamo le emarginiamo subito, le demonizziamo. Poi magari commettiamo l’imprudenza di fidarci subito dei "mistici”, di quelli pieni di fanatismo spirituale (che è molto pericoloso). Non dobbiamo avere paura di recuperare la pecorella smarrita se con noi c'è la grazia del Signore, perché quella stessa grazia ha ammansito il lupo davanti a San Francesco. Ma se portiamo con noi la nostra ragione e il nostro l'orgoglio, come pensiamo portare anche grazia del Signore? Cerchiamo di non ragionare più, perché più ragioniamo e più ci allontaniamo dal Signore. La ragione umana è il principale impedimento alla grazia del Signore, non può comprendere un mistero così grande. Che bello se rispondessimo veramente alle attese che ha il Signore su di noi, il quale non c'ha detto di andare a parlare in nome suo in mezzo al popolo o di diventare giustizieri senza nessuna autorità e potere, ma di andare a recuperare con amore le pecorelle smarrite. Non con il rispetto umano, ma con quell'amore che fuoriesce dal cuore in un modo esplosivo, che fa desiderare solamente il bene degli altri, che ci fa annullare a vantaggio degli altri, senza che nemmeno se ne accorgono. Quell'amore che non è frenato dall'orgoglio, che non si basa sulle parole, ma sul cuore. Parliamo bene anche di chi non merita, della pecorella smarrita, del caprone della situazione, del ribelle.....Cerchiamo di capire, non dobbiamo sentirci a posto solo perché abbiamo detto qualche parola di consolazione a qualcuno o perché abbiamo fatto qualche buona azione: ma quante volte abbiamo fatto il contrario senza rendercene conto? IL SIGNORE E LA MADONNA SI ASPETTANO DA NOI PRIMA DI TUTTO CHE CI VOGLIAMO BENE Questo mondo, questa generazione ha perso l'autenticità, la caratteristica primaria che noi cristiani dobbiamo trasmettere, perché si comporta in un modo diverso da quella verità che Gesù ci ha trasmesso. Il Signore e la Madonna fanno dei discorsi su di noi, traggono le loro conclusioni sul nostro comportamento, non dicono che va tutto bene quel che facciamo, altrimenti dovrebbero cambiare, avrebbero sbagliato loro.Purtroppo molte persone pensano che pregare significa diventare veraci, giusti, autentici; le stesse persone però con la preghiera nascondono le loro difficoltà, i loro grandi difetti. Il Signore non ci dice di pregare e poi di fare tutto quello che vogliamo, ma ci parla “dei sepolcri imbiancati”, “della pagliuzza e della trave”, delle beatitudini, di coloro che non entreranno nel regno dei cieli dicendo "Signore Signore”… Gesù ci ha insegnato innanzitutto uno stile di vita basato sull’amore tra di noi, mentre la preghiera, che è buona cosa, è l'ultimo traguardo da raggiungere. Se ci volessimo veramente bene, vivremmo tutti nella gioia, sparirebbero tanti problemi, tante falsità del mondo; addirittura scomparirebbero tante malattie, perché la gioia le annullerebbe. Quello di amarci è il desiderio più grande del Signore e della Madonna. E se lo desiderano significa che è umanamente possibile realizzarlo. Significa che è possibile imitare Gesù con la nostra vita, come hanno dimostrato i Santi, che possiamo migliorare i nostri difetti. Riscopriamolo! Ma di questo noi non ce ne rendiamo conto perché la nostra ostinazione, il nostro orgoglio e il nostro carattere, superano tutte le parole del Signore. Al primo problema siamo subito in crisi, ci fidiamo del primo che incontriamo, e non del Signore che invece ci invita ad abbandonarci e a non temere.... A cosa servono tutte le nostre preghiere, se dimostriamo che il Vangelo non cambia la nostra vita! Se avessimo la fede ad un livello giusto, sarebbero gli altri a cambiare al nostro contatto, invece siamo noi che cambiamo al contatto col mondo. Siamo deboli dove vogliamo, perché quando abbiamo un interesse economico da difendere, tiriamo fuori una grinta.....che da analfabeti diventiamo subito intelligenti! Queste capacità non le facciamo uscire per difendere la nostra fede, perché non la percepiamo come la più grande ricchezza da possedere: diventiamo subito blandi, abulici, in balia di tutti. Questa è la nostra verità. CHI PIÙ DICE MENO DICE... Diventiamo testimoni autentici anche nel nostro lavoro e nel nostro ambiente, a contatto con chi non crede più nel Signore. Siamo sobri e non fanatici, perché la persona saggia ha bisogno di poche parole, mentre chi ha bisogno di tante parole deve convincere innanzitutto se stesso. Chiediamo perdono al Signore per non averlo capito. Non poniamo limiti allo Spirito Santo che vuol fare di noi delle meraviglie, che conosce non solo ciò di cui abbiamo bisogno oggi, ma anche ciò di cui avremo bisogno domani. Lo Spirito Santo è forte quando uno non sa di averlo, quando siamo deboli, quando sono gli altri a rendersene conto, perché non può essere gestito. Confidenze di Maria santissima a Roberto Longhi sul monte Misma
Gesù non ha usato il suo potere su di sè
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© Un deserto sul Misma - Silenzio, preghiera, meditazione, abbandono….
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Abbiamo mai pensato a quale potenza poteva disporre il Signore su tutto il mondo? Dalla divinità che si portava dal cielo poteva fare e cambiare qualsiasi cosa, poteva annullare, creare o imporre la propria verità.... Ma Gesù non l'ha fatto; ha accettato umiliazioni e sofferenze inimmaginabili, quando poteva fermarle con un semplice gesto. Ha fatto prevalere il sentimento dell'amore. Quel potere che il Signore poteva disporre non l'ha usato per i potenti del tempo, per meritarsi onori e riconoscenze. Il Signore la sua potenza l'ha usata con tanto amore per guarire i diseredati, gli emarginati, l’ha offerta agli umili, ai piccoli, ai disperati, ai ciechi, agli storpi. Gesù non si è comportato come un "protagonista" , non voleva nemmeno che gli apostoli avendo visto la sua potenza, lo raccontassero in giro " non dite agli altri quello che avete veduto.." . La stessa cosa raccomandava anche a coloro che guariva. Invece noi, che siamo un pulviscolo rispetto alla sua potenza, vorremmo amplificare subito quello che facciamo... siamo l'opposto! Desidereremmo parlare davanti al Papa, finire sui titoloni dei giornali, essere innalzati nella considerazione e negli onori, essere gratificati…Non desideriamo annullarci per il fratello come ha fatto Gesù. Non sappiamo fare altrettanto. Chi di noi avendo un potere acquisito, una capacità, non la usa prima di tutto per se stesso, per i propri cari, per migliorarsi nelle onorificenze, per i propri vantaggi? Chi di noi se avesse a disposizione una milionesima parte di del potere che aveva a disposizione Gesù, non lo userebbe da vero giustiziere e nel modo più crudele? L'uomo oggi si sarebbe già autodistrutto. Se poi facciamo qualcosa per il Signore o per gli altri, ci sentiamo di avere un diritto, si concediamo un'autorità... serviamo noi stessi! Vogliamo riconoscenze e appagamenti egoistici! Ma che cristiani siamo? Torniamo alle origini: Gesù ci ha fatto capire che dobbiamo comportarci con gli altri come lui si è comportato con noi. Ecco perché sentiamo che non stiamo camminando sulla retta via, nonostante non ammazziamo, non rubiamo e non facciamo del male agli altri (secondo noi). Perché quello che ci ha trasmesso Gesù non è uguale a quello che viviamo e recepiamo noi. Noi siamo lontani anni luce dalla sua dimostrazione, perché portiamo disarmonia e confusione con la nostra arroganza e con la nostra prepotenza, pensando di sapere tutto quando in realtà non sappiamo nulla! Stiamo sprecando la grazia più grande che è quella di vivere in senso paradisiaco su questa terra. Ma chi l'ha detto che devono trionfare solamente la falsità e il male! LA PECORELLA SMARRITA IN REALTÀ È UN CAPRONE RIBELLE! Per fare un cammino spirituale gradito a Maria Santissima, ci vuole una caratteristica ben precisa: l'annullamento di stessi, a vantaggio degli altri, delle pecorelle smarrite.Noi pensiamo che le pecorelle smarrite siano persone miti, docili, ammansite, disponibili a riconoscere i propri errori. Invece sono persone ostinate, ribelli, quelle che più ci mettono nella condizione di soffrire in una misura impressionante. Sono quei caproni " che infieriscono di quelle randellate.. ". Le pecorelle smarrite sono persone piene di errori e difetti, che quando le vediamo le emarginiamo subito, le demonizziamo. Poi magari commettiamo l’imprudenza di fidarci subito dei "mistici”, di quelli pieni di fanatismo spirituale (che è molto pericoloso). Non dobbiamo avere paura di recuperare la pecorella smarrita se con noi c'è la grazia del Signore, perché quella stessa grazia ha ammansito il lupo davanti a San Francesco. Ma se portiamo con noi la nostra ragione e il nostro l'orgoglio, come pensiamo portare anche grazia del Signore? Cerchiamo di non ragionare più, perché più ragioniamo e più ci allontaniamo dal Signore. La ragione umana è il principale impedimento alla grazia del Signore, non può comprendere un mistero così grande. Che bello se rispondessimo veramente alle attese che ha il Signore su di noi, il quale non c'ha detto di andare a parlare in nome suo in mezzo al popolo o di diventare giustizieri senza nessuna autorità e potere, ma di andare a recuperare con amore le pecorelle smarrite. Non con il rispetto umano, ma con quell'amore che fuoriesce dal cuore in un modo esplosivo, che fa desiderare solamente il bene degli altri, che ci fa annullare a vantaggio degli altri, senza che nemmeno se ne accorgono. Quell'amore che non è frenato dall'orgoglio, che non si basa sulle parole, ma sul cuore. Parliamo bene anche di chi non merita, della pecorella smarrita, del caprone della situazione, del ribelle.....Cerchiamo di capire, non dobbiamo sentirci a posto solo perché abbiamo detto qualche parola di consolazione a qualcuno o perché abbiamo fatto qualche buona azione: ma quante volte abbiamo fatto il contrario senza rendercene conto? IL SIGNORE E LA MADONNA SI ASPETTANO DA NOI PRIMA DI TUTTO CHE CI VOGLIAMO BENE Questo mondo, questa generazione ha perso l'autenticità, la caratteristica primaria che noi cristiani dobbiamo trasmettere, perché si comporta in un modo diverso da quella verità che Gesù ci ha trasmesso. Il Signore e la Madonna fanno dei discorsi su di noi, traggono le loro conclusioni sul nostro comportamento, non dicono che va tutto bene quel che facciamo, altrimenti dovrebbero cambiare, avrebbero sbagliato loro.Purtroppo molte persone pensano che pregare significa diventare veraci, giusti, autentici; le stesse persone però con la preghiera nascondono le loro difficoltà, i loro grandi difetti. Il Signore non ci dice di pregare e poi di fare tutto quello che vogliamo, ma ci parla “dei sepolcri imbiancati”, “della pagliuzza e della trave”, delle beatitudini, di coloro che non entreranno nel regno dei cieli dicendo "Signore Signore”… Gesù ci ha insegnato innanzitutto uno stile di vita basato sull’amore tra di noi, mentre la preghiera, che è buona cosa, è l'ultimo traguardo da raggiungere. Se ci volessimo veramente bene, vivremmo tutti nella gioia, sparirebbero tanti problemi, tante falsità del mondo; addirittura scomparirebbero tante malattie, perché la gioia le annullerebbe. Quello di amarci è il desiderio più grande del Signore e della Madonna. E se lo desiderano significa che è umanamente possibile realizzarlo. Significa che è possibile imitare Gesù con la nostra vita, come hanno dimostrato i Santi, che possiamo migliorare i nostri difetti. Riscopriamolo! Ma di questo noi non ce ne rendiamo conto perché la nostra ostinazione, il nostro orgoglio e il nostro carattere, superano tutte le parole del Signore. Al primo problema siamo subito in crisi, ci fidiamo del primo che incontriamo, e non del Signore che invece ci invita ad abbandonarci e a non temere.... A cosa servono tutte le nostre preghiere, se dimostriamo che il Vangelo non cambia la nostra vita! Se avessimo la fede ad un livello giusto, sarebbero gli altri a cambiare al nostro contatto, invece siamo noi che cambiamo al contatto col mondo. Siamo deboli dove vogliamo, perché quando abbiamo un interesse economico da difendere, tiriamo fuori una grinta.....che da analfabeti diventiamo subito intelligenti! Queste capacità non le facciamo uscire per difendere la nostra fede, perché non la percepiamo come la più grande ricchezza da possedere: diventiamo subito blandi, abulici, in balia di tutti. Questa è la nostra verità. CHI PIÙ DICE MENO DICE... Diventiamo testimoni autentici anche nel nostro lavoro e nel nostro ambiente, a contatto con chi non crede più nel Signore. Siamo sobri e non fanatici, perché la persona saggia ha bisogno di poche parole, mentre chi ha bisogno di tante parole deve convincere innanzitutto se stesso. Chiediamo perdono al Signore per non averlo capito. Non poniamo limiti allo Spirito Santo che vuol fare di noi delle meraviglie, che conosce non solo ciò di cui abbiamo bisogno oggi, ma anche ciò di cui avremo bisogno domani. Lo Spirito Santo è forte quando uno non sa di averlo, quando siamo deboli, quando sono gli altri a rendersene conto, perché non può essere gestito.

Confidenze di Maria santissima a Roberto Longhi sul

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