Troppe volte la Madonna sale in cielo avendo ben poco da offrire: tante buone intenzioni o tante nostre considerazioni. Perciò non riesce ad ottenere dal Signore quelle grazie che tanto desidera per noi. La cosa che si aspetta di più da parte nostra non è quella di andare a dire agli altri cosa devono fare, perché anche questa potrebbe essere una forma di egoismo e la Madonna non è egoista. Non è nemmeno il digiuno, la preghiera o l’andare a messa: queste cose le faceva anche il fariseo e il Signore gli ha risposto "io non ti conosco". Certo possiamo dare valore anche a questi comportamenti, ma non è assolutamente detto che ci fanno ottenere quello che il Signore ci ha promesso, perché se manca il completamento di tutte queste azioni non valgono niente. La cosa che Maria Santissima desidera di più presentare al Padre è la testimonianza che ci amiamo veramente gli uni gli altri, il comandamento che suo figlio Gesù ci ha dato prima di salire al cielo. Se non riusciamo a realizzare quello che la Madonna ci chiede, a cosa vale il nostro servizio? Cerchiamo di capire il sentimento di Maria Santissima per essere uniti a lei, per renderla felice, per non amareggiarla, perché sa che per ottenere una grazia deve presentare al Padre uno stile comportamentale nostro ben preciso. Se fossimo veramente convinti di avere Dio come Padre, dovremmo temere di non essere in grazia di Dio e preoccuparci solamente di meritare quel posto in Paradiso, non di pretenderlo solo perché non abbiamo rubato o ucciso. Non tiriamo le solite conclusioni frettolose quando nel nostro cuore non sappiamo amare. Amare non significa fare il ruffiano, ma desiderare totalmente il bene dell'altro; vuol dire accettare anche le ingiustizie affinché vadano a vantaggio di un'altra persona. Se il Signore ci chiede fagioli non dobbiamo portargli patate! Cerchiamo di concepire finalmente la creazione dell'11º comandamento per dare quella risposta che è necessaria a consolare i cuori di Gesù e di sua madre, togliendo in primis il nostro orgoglio, perché ostinatamente continuiamo a comportarci secondo l'etica, secondo il codice civile e non secondo quello che desidera il Signore da parte nostra. L e cose migliori che dobbiamo fare non sono quelle delle rivelazioni private, ma di metterci a confronto con le sacre scritture per vedere se con la nostra vita le confermiamo o le annulliamo. Non diciamo che Gesù e la Madonna vogliono questo o quello, diciamo solamente che desiderano che noi abbiamo ad amarci di più gli uni gli altri. Questa è la cosa più importante che valore a tutto, che ci coinvolge a livello di comunità e di famiglia, al di dei nostri difetti, se vogliamo essere dei veri maestri e dei veri esempi per gli altri, strumenti di bene e di verità. DIMOSTRIAMO DI SAPERE CHE LUI SA TUTTO DI NOI Dobbiamo essere sicuri che il Signore ci conosce molto bene, per affidarci totalmente a lui e credere che noi non lo conosciamo come lui ci conosce. Ci conosce talmente bene che non ha fatto le cose difficili per noi: ci ha creato e fatto cristiani per testimoniare e diffondere la sua legge, la sua parola, non per commentarla o trasgredirla. Se non siamo convinti di questo dimostriamo al Signore la non fiducia e non gli permettiamo di offrirci la sua grazia. Non sentiamoci mai abbandonati, perché se in certi momenti ci fa passare esperienze poco felici, è per migliorarci, per rafforzarci. Dobbiamo essere delle persone coraggiose che accettano le prove della vita senza lamentarsi. Ma vediamo quello che c'è nel mondo? Il Signore è premuroso e amorevole nei nostri confronti, mentre noi non siamo così attenti verso di lui. Lodiamolo e ringraziamo sempre! Il Signore conosce quello di cui abbiamo bisogno e non ce lo farà mancare nel momento in cui sappiamo dimostrare di sapere che mai ci abbandonerà. Anzi è più facile che noi ci dimentichiamo di lui, soprattutto quando le cose vanno bene. Affrontiamo con amore ogni situazione e il Signore ci concederà 1000 volte di più di quello che vogliamo ottenere secondo la nostra logica. Non complichiamoci la vita suggerendo al Signore come deve risolvere i nostri problemi, ma diciamogli: " Io credo in te, ho fiducia di te, mi affido a te. Anche se in quel momento mi sembra che tu non intervieni, io so Signore che tu non mi abbandonerai" . La nostra preghiera deve essere una gioia, non deve essere trascinata da una nostra intenzione, perché il Signore la conosce molto bene e ha a cuore la nostra situazione. Possiamo pregare anche in silenzio e in modo compunto come faceva la Madonna nella sua solitudine, senza tanti rumori. Il segno più tangibile della nostra fede è quando ci abbandoniamo al Signore per vedere giorno dopo giorno quanto è grande la sua misericordia, quanto ci è vicina. Confidenze di Maria santissima a Roberto Longhi sul monte Misma
Il desiderio più grande di Maria Santissima
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© Un deserto sul Misma - Silenzio, preghiera, meditazione, abbandono….
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Troppe volte la Madonna sale in cielo avendo ben poco da offrire: tante buone intenzioni o tante nostre considerazioni. Perciò non riesce ad ottenere dal Signore quelle grazie che tanto desidera per noi. La cosa che si aspetta di più da parte nostra non è quella di andare a dire agli altri cosa devono fare, perché anche questa potrebbe essere una forma di egoismo e la Madonna non è egoista. Non è nemmeno il digiuno, la preghiera o l’andare a messa: queste cose le faceva anche il fariseo e il Signore gli ha risposto "io non ti conosco". Certo possiamo dare valore anche a questi comportamenti, ma non è assolutamente detto che ci fanno ottenere quello che il Signore ci ha promesso, perché se manca il completamento di tutte queste azioni non valgono niente. La cosa che Maria Santissima desidera di più presentare al Padre è la testimonianza che ci amiamo veramente gli uni gli altri, il comandamento che suo figlio Gesù ci ha dato prima di salire al cielo. Se non riusciamo a realizzare quello che la Madonna ci chiede, a cosa vale il nostro servizio? Cerchiamo di capire il sentimento di Maria Santissima per essere uniti a lei, per renderla felice, per non amareggiarla, perché sa che per ottenere una grazia deve presentare al Padre uno stile comportamentale nostro ben preciso. Se fossimo veramente convinti di avere Dio come Padre, dovremmo temere di non essere in grazia di Dio e preoccuparci solamente di meritare quel posto in Paradiso, non di pretenderlo solo perché non abbiamo rubato o ucciso. Non tiriamo le solite conclusioni frettolose quando nel nostro cuore non sappiamo amare. Amare non significa fare il ruffiano, ma desiderare totalmente il bene dell'altro; vuol dire accettare anche le ingiustizie affinché vadano a vantaggio di un'altra persona. Se il Signore ci chiede fagioli non dobbiamo portargli patate! Cerchiamo di concepire finalmente la creazione dell'11º comandamento per dare quella risposta che è necessaria a consolare i cuori di Gesù e di sua madre, togliendo in primis il nostro orgoglio, perché ostinatamente continuiamo a comportarci secondo l'etica, secondo il codice civile e non secondo quello che desidera il Signore da parte nostra. L e cose migliori che dobbiamo fare non sono quelle delle rivelazioni private, ma di metterci a confronto con le sacre scritture per vedere se con la nostra vita le confermiamo o le annulliamo. Non diciamo che Gesù e la Madonna vogliono questo o quello, diciamo solamente che desiderano che noi abbiamo ad amarci di più gli uni gli altri. Questa è la cosa più importante che valore a tutto, che ci coinvolge a livello di comunità e di famiglia, al di dei nostri difetti, se vogliamo essere dei veri maestri e dei veri esempi per gli altri, strumenti di bene e di verità. DIMOSTRIAMO DI SAPERE CHE LUI SA TUTTO DI NOI Dobbiamo essere sicuri che il Signore ci conosce molto bene, per affidarci totalmente a lui e credere che noi non lo conosciamo come lui ci conosce. Ci conosce talmente bene che non ha fatto le cose difficili per noi: ci ha creato e fatto cristiani per testimoniare e diffondere la sua legge, la sua parola, non per commentarla o trasgredirla. Se non siamo convinti di questo dimostriamo al Signore la non fiducia e non gli permettiamo di offrirci la sua grazia. Non sentiamoci mai abbandonati, perché se in certi momenti ci fa passare esperienze poco felici, è per migliorarci, per rafforzarci. Dobbiamo essere delle persone coraggiose che accettano le prove della vita senza lamentarsi. Ma vediamo quello che c'è nel mondo? Il Signore è premuroso e amorevole nei nostri confronti, mentre noi non siamo così attenti verso di lui. Lodiamolo e ringraziamo sempre! Il Signore conosce quello di cui abbiamo bisogno e non ce lo farà mancare nel momento in cui sappiamo dimostrare di sapere che mai ci abbandonerà. Anzi è più facile che noi ci dimentichiamo di lui, soprattutto quando le cose vanno bene. Affrontiamo con amore ogni situazione e il Signore ci concederà 1000 volte di più di quello che vogliamo ottenere secondo la nostra logica. Non complichiamoci la vita suggerendo al Signore come deve risolvere i nostri problemi, ma diciamogli: " Io credo in te, ho fiducia di te, mi affido a te. Anche se in quel momento mi sembra che tu non intervieni, io so Signore che tu non mi abbandonerai" . La nostra preghiera deve essere una gioia, non deve essere trascinata da una nostra intenzione, perché il Signore la conosce molto bene e ha a cuore la nostra situazione. Possiamo pregare anche in silenzio e in modo compunto come faceva la Madonna nella sua solitudine, senza tanti rumori. Il segno più tangibile della nostra fede è quando ci abbandoniamo al Signore per vedere giorno dopo giorno quanto è grande la sua misericordia, quanto ci è vicina.

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