Pian piano stiamo sostituendo le basi insostituibili della nostra provenienza, perché trasmettiamo ciò che la fantasia ci suggerisce e non la parola di Dio. Scendendo dal cielo Gesù ha voluto far prevalere la natura umana che comprende l'amore, la carità, il perdono, l'obbedienza alla legge di Dio; soltanto quando è stato interrogato da Ponzio Pilato ha confermato la sua divinità. E noi che siamo umani vogliamo parlare della natura divina? Chi ce l’ha messo in testa? Ha forse bisogno di noi Dio per rivelare la sua divinità? Nei 40 giorni di deserto Gesù ha sofferto nella sua natura umana, non ridicolizziamo la sua penitenza. Egli faceva di tutto per nascondere la sua natura divina, solo quasi costretto dalle situazioni l’ha offerta al popolo, risuscitando morti, guarendo zoppi e ciechi; persino sua Madre lo ha sollecitato alle nozze di Cana. Dobbiamo parlar d'amore o di sensazionale? In certi luoghi di pellegrinaggio si parla molto di divino, se si parlasse di umano non ci sarebbe la stessa affluenza. La divinità non è una cosa che ci compete, non la conosciamo neanche. Gesù è venuto a trasmetterci come dobbiamo comportarci, perché vogliamo chiudere il suo discorso e aprirne un altro senza esserne all'altezza? Sulla croce ha parlato di amore fino all'ultimo respiro rimanendo fedele al suo compito e noi lo rifiutiamo per parlare in nome suo della natura divina. Ma chi vogliamo incantare? Chi ci ha detto che dobbiamo vivere per le cose morte, astratte, futili, teoriche, che non hanno nessuna validità davanti al Signore? Siamo morti alla vita perché le cose del creato non ci fanno più nessun effetto. Gesù ha sudato liberamente sangue nell'Orto degli Ulivi vedendo l'ipocrisia del mondo. Chi di noi sa accettare le ingiustizie? Maria Santissima ci ha trasmesso l'importanza del silenzio perché le parole non portano alcun risultato, sono morte. Perché negli ultimi anni si accosta il suo nome ai fatti soprannaturali? Possiamo essere solidali con Lei, rifiutando ogni invito e ogni incitamento al divino. Quante parole inutili nella nostra vita! Dove sono quelle d'amore? Siamo così entusiasti di parlare della natura divina, come se fossimo noi i miracolati o i miracolosi. Il Signore merita più rispetto, perché lo barattiamo a vil prezzo col primo che incontriamo, come se fosse un amuleto? Senza rendercene conto oggi assolveremmo Barabba. Stiamo educando i nostri eredi ad un mondo senza Dio, sul sensazionale, sul teorico, sull'immaginario, ma non vediamo quello che sta accadendo per colpa dei cristiani? Con la nostra disobbedienza togliamo le barriere di difesa che Dio ha messo per noi, così il diavolo farà sfracelli del genere umano. La preghiera, che noi pensiamo sia il capostipite della nostra formazione cristiana, serve più a Lui o a noi? Preoccupiamoci di più di essere giusti davanti al Signore, di gioire della vita, della creazione, del Creatore. Trasmettere le nostre menzogne in nome di Dio è un errore di cui dovremmo rendere conto, perché trasgrediamo il secondo comandamento. Nella nostra miseria possiamo solo rivelare una natura fanatica, che incanta le persone fragili. I veri strumenti del Signore non hanno mai saputo riconoscere la Grazia che operava in loro, ma sono stati provati duramente prima di poter rivelare le grandi verità. Hanno versato tante lacrime intimamente, perché il male ha infierito su di loro per farli cadere e noi neanche li onoriamo. Chi è solidale con loro? È mai possibile oggi che tutti improvvisamente si rivelano veggenti allo stadio finale del soprannaturale, escludendo la parte di formazione? Non si il diploma del cristiano senza aver fatto alcuna fatica.Un atleta si sente al massimo della performance sportiva solo perché mette piede nello stadio o perché è formato da un duro allenamento? Così un attore o un cantante non sono artisti solo perché salgono su un palco, altrimenti che figura fanno? Quella figura che facciamo fare noi all'opinione del mondo dei cristiani, poiché noi ci sentiamo tali solamente perché entriamo in chiesa. La nostra fede è impoverita fino al limite e la tiene accesa Maria Santissima. Chi si dichiara rivelatore della Parola ne vuole capovolgere il significato, mentre riveliamo Dio nel momento in cui ci amiamo. Troppi cristiani hanno scelto la parte più gradevole, deformando la divinità agli occhi del mondo, mentre i profeti hanno saputo tenere alta la parola di Dio, dimostrando che non erano già sconfitti prima di affrontare le prove più crudeli, perché il Signore era con loro. Gesù è venuto a portare la nostra croce, non la sua, mentre noi portiamo quella che ci costruiamo con l’orgoglio e la superbia. Se fossimo più attenti ai suoi insegnamenti, potremmo evitare tante croci e da veri figli di Dio potremmo portare quelle degli altri. Quante volte avrà alleggerito la nostra croce Maria Santissima? Sosteniamoci vicendevolmente con quella natura umana che ci ha trasmesso Gesù, cerchiamo di parlare la sua stessa lingua. Ce la sentiamo di chiudere definitivamente con la diffusione della divinità e delle rivelazioni private e a voler vivere e conoscere fino in fondo il Vangelo? Queste confidenze, che mai si erano sentite, sono una dichiarazione d'amore che il Signore ci ha fatto insieme alla sua meravigliosa Madre. Confidenze di Maria santissima a Roberto Longhi sul monte Misma
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Pian piano stiamo sostituendo le basi insostituibili della nostra provenienza, perché trasmettiamo ciò che la fantasia ci suggerisce e non la parola di Dio. Scendendo dal cielo Gesù ha voluto far prevalere la natura umana che comprende l'amore, la carità, il perdono, l'obbedienza alla legge di Dio; soltanto quando è stato interrogato da Ponzio Pilato ha confermato la sua divinità. E noi che siamo umani vogliamo parlare della natura divina? Chi ce l’ha messo in testa? Ha forse bisogno di noi Dio per rivelare la sua divinità? Nei 40 giorni di deserto Gesù ha sofferto nella sua natura umana, non ridicolizziamo la sua penitenza. Egli faceva di tutto per nascondere la sua natura divina, solo quasi costretto dalle situazioni l’ha offerta al popolo, risuscitando morti, guarendo zoppi e ciechi; persino sua Madre lo ha sollecitato alle nozze di Cana. Dobbiamo parlar d'amore o di sensazionale? In certi luoghi di pellegrinaggio si parla molto di divino, se si parlasse di umano non ci sarebbe la stessa affluenza. La divinità non è una cosa che ci compete, non la conosciamo neanche. Gesù è venuto a trasmetterci come dobbiamo comportarci, perché vogliamo chiudere il suo discorso e aprirne un altro senza esserne all'altezza? Sulla croce ha parlato di amore fino all'ultimo respiro rimanendo fedele al suo compito e noi lo rifiutiamo per parlare in nome suo della natura divina. Ma chi vogliamo incantare? Chi ci ha detto che dobbiamo vivere per le cose morte, astratte, futili, teoriche, che non hanno nessuna validità davanti al Signore? Siamo morti alla vita perché le cose del creato non ci fanno più nessun effetto. Gesù ha sudato liberamente sangue nell'Orto degli Ulivi vedendo l'ipocrisia del mondo. Chi di noi sa accettare le ingiustizie? Maria Santissima ci ha trasmesso l'importanza del silenzio perché le parole non portano alcun risultato, sono morte. Perché negli ultimi anni si accosta il suo nome ai fatti soprannaturali? Possiamo essere solidali con Lei, rifiutando ogni invito e ogni incitamento al divino. Quante parole inutili nella nostra vita! Dove sono quelle d'amore? Siamo così entusiasti di parlare della natura divina, come se fossimo noi i miracolati o i miracolosi. Il Signore merita più rispetto, perché lo barattiamo a vil prezzo col primo che incontriamo, come se fosse un amuleto? Senza rendercene conto oggi assolveremmo Barabba. Stiamo educando i nostri eredi ad un mondo senza Dio, sul sensazionale, sul teorico, sull'immaginario, ma non vediamo quello che sta accadendo per colpa dei cristiani? Con la nostra disobbedienza togliamo le barriere di difesa che Dio ha messo per noi, così il diavolo farà sfracelli del genere umano. La preghiera, che noi pensiamo sia il capostipite della nostra formazione cristiana, serve più a Lui o a noi? Preoccupiamoci di più di essere giusti davanti al Signore, di gioire della vita, della creazione, del Creatore. Trasmettere le nostre menzogne in nome di Dio è un errore di cui dovremmo rendere conto, perché trasgrediamo il secondo comandamento. Nella nostra miseria possiamo solo rivelare una natura fanatica, che incanta le persone fragili. I veri strumenti del Signore non hanno mai saputo riconoscere la Grazia che operava in loro, ma sono stati provati duramente prima di poter rivelare le grandi verità. Hanno versato tante lacrime intimamente, perché il male ha infierito su di loro per farli cadere e noi neanche li onoriamo. Chi è solidale con loro? È mai possibile oggi che tutti improvvisamente si rivelano veggenti allo stadio finale del soprannaturale, escludendo la parte di formazione? Non si il diploma del cristiano senza aver fatto alcuna fatica.Un atleta si sente al massimo della performance sportiva solo perché mette piede nello stadio o perché è formato da un duro allenamento? Così un attore o un cantante non sono artisti solo perché salgono su un palco, altrimenti che figura fanno? Quella figura che facciamo fare noi all'opinione del mondo dei cristiani, poiché noi ci sentiamo tali solamente perché entriamo in chiesa. La nostra fede è impoverita fino al limite e la tiene accesa Maria Santissima. Chi si dichiara rivelatore della Parola ne vuole capovolgere il significato, mentre riveliamo Dio nel momento in cui ci amiamo. Troppi cristiani hanno scelto la parte più gradevole, deformando la divinità agli occhi del mondo, mentre i profeti hanno saputo tenere alta la parola di Dio, dimostrando che non erano già sconfitti prima di affrontare le prove più crudeli, perché il Signore era con loro. Gesù è venuto a portare la nostra croce, non la sua, mentre noi portiamo quella che ci costruiamo con l’orgoglio e la superbia. Se fossimo più attenti ai suoi insegnamenti, potremmo evitare tante croci e da veri figli di Dio potremmo portare quelle degli altri. Quante volte avrà alleggerito la nostra croce Maria Santissima? Sosteniamoci vicendevolmente con quella natura umana che ci ha trasmesso Gesù, cerchiamo di parlare la sua stessa lingua. Ce la sentiamo di chiudere definitivamente con la diffusione della divinità e delle rivelazioni private e a voler vivere e conoscere fino in fondo il Vangelo? Queste confidenze, che mai si erano sentite, sono una dichiarazione d'amore che il Signore ci ha fatto insieme alla sua meravigliosa Madre.

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