Come
si
muovono
i
meccanismi
di
Dio?
Non
lo
sa
nessuno,
ma
la
cosa
più
importante
è
entrare
nella
misura
dei
tempi
eterni.
Anche
se
vediamo
solo
la
nostra
conformazione
fisica
e
il
breve
passaggio
della
nostra
vita,
il
Signore
ci
chiede
di
andare
oltre
il
nostro
limite
perché
siamo
in
un
contesto
universale
eterno,
facciamo
già
parte
dell’eternità.
Di
questo
però
non
ce
ne
rendiamo
conto
perché
siamo
troppo
attaccati
al
materialismo,
alle
cose
terrene.
Se
fossimo
invece
già
staccati
da
esse,
potremmo
veramente
capire
che
il
tempo
di
Abramo
è
il
nostro
tempo,
senza
quella
distanza
di
tanti
secoli.
Ciò
che
è
scritto
sulla
Bibbia
non
è
una
storia
come
quella
di
un
qualsiasi
personaggio
storico,
ma
è
sempre
attuale,
fa
parte
della
storia
di
tutti
i
tempi.
Noi
siamo
il
popolo
di
Israele,
quel
popolo
prescelto
dedicato
totalmente
all'adorazione,
alla
lode
e
all'obbedienza
del
Signore,
non
siamo
certo
dei
pellegrini
erranti
o
degli
individualisti.
Quello
che
il
Signore
ha
detto
al
popolo
d'Israele
è
quello
che
ha
detto
a
noi
direttamente,
ma
in
pochi
l’hanno
capito
e
Dio
aspetta
ancora
che
il
suo
popolo
rinsavisca.
Potremmo
entrare
nel
meccanismo
dorato,
meraviglioso
e
magico
di
Dio,
che
muove
l'universo
creato,
con
i
suoi
astri
sospesi
nel
vuoto
che
girano
in
un
modo
perfetto.
E
noi
siamo
le
creature
per
eccellenza,
il
meglio
del
meglio
della
creazione.
Il
Signore,
sapendo
che
non
riusciremo
mai
a
raggiungere
la
sua
potenza
e
a
capire
i
suoi
meccanismi,
ci
vuol
dire:
"Non
perdete
il
vostro
tempo,
ma
fidatevi
di
me,
siate
solamente
servi
fedeli
e
non
disobbedienti"
.
Purtroppo
ciò
che
ha
unito
tutti
popoli
è
la
disobbedienza,
quella
cosa
che
ha
irritato
tanto
il
Signore;
per
questo
Dio
li
ha
castigati
mettendoli
in
una
condizione
di
essere
perseguitati
dalla
propria
sorte.
Quante
cose
stupide
facciamo
inutilmente
senza
avere
un
risultato
positivo!
Smettiamola
di
limitare
il
potere
di
Dio
su
di
noi
con
la
nostra
ragione:
vogliamo
raggiungere
la
conoscenza
della
storia
o
addentrarci
in
una
stanza
senza
pareti,
infinita,
dove
sono
entrati
solo
pochi
eletti
(anche
se
molti
sono
“i
chiamati”
)?
Guardando
alle
meraviglie
del
mondo
possiamo
capire
che
siamo
stati
creati
dallo
stesso
Ingegnere
e
rimanerne
estasiati.
Potremmo
gustare
le
prelibatezze
pur
non
avendo
niente,
come
facevano
Rut
e
Noemi
nella
loro
casa
disadorna,
poiché
in
essa
c'era
la
luce
di
Dio;
invece
coloro
che
hanno
un
cuore
triste
e
arrabbiato
non
sanno
nemmeno
gustare
il
cibo.
Noi
non
ci
curiamo
della
meraviglia
di
cui
siamo
stati
fatti
partecipi,
rifiutiamo
questo
beneficio
e
pretendiamo
ancora
una
risposta,
quando
invece
dovremmo
fornirla.
Il
Signore
ci
ha
fatti
MISSIONARI
della
fede,
non
DIMISSIONARI
della
fede.
Essere
missionari
della
fede
non
vuol
dire
andare
in
Africa,
ma
diventare
credibili
e
autentici
nelle
nostre
famiglie,
nel
lavoro,
dove
viviamo.
Ci
sono
già
stati
tanti
attacchi
e
tradimenti
nel
cammino
della
nostra
fede
e,
a
nostra
insaputa,
siamo
i
portatori
di
tanti
secoli
di
errori,
perché
vogliamo
fare
(e
far
fare
al
Signore)
quello
che
riteniamo
giusto.
Ma
è
più
giusto
che
noi
corrispondiamo
alle
esigenze
di
Dio
o
che
Dio
corrisponda
alle
nostre
esigenze?
Abbiamo
sostituito
il
meccanismo
magico
di
Dio,
nel
quale
siamo
inseriti,
con
falsi
ideali
e
falsi
idoli,
dissacrando
e
usurpando
nel
suo
ruolo
il
Signore,
con
statue
di
legno
e
simboli
di
pietra
e
poi
con
la
televisione
e
le
altre
tecnologie,
perché
siamo
più
dipendenti
da
esse
che
da
Dio.
Per
non
parlare
delle
nostre
debolezze
e
fragilità...
Cosa
c'è
di
più
profanante
di
questa
dimostrazione?
Perché
guardiamo
sempre
con
occhio
polemico
quello
che
avviene
nel
mondo,
quello
che
fanno
i
nostri
figli,
le
nostre
mogli,
i
nostri
mariti
e
i
nostri
vicini,
pur
sapendo
che
non
dobbiamo
criticare
e
giudicare?
Perché
vogliamo
che
Dio
cambi,
invece
di
fare
la
nostra
parte?
Ma
chi
è
Dio?
Che
peso
può
avere
su
di
noi?
In
che
misura
noi
dobbiamo
corrispondere
al
Signore
per
tutte
le
offese
che
ha
accettato
per
amore
dell'uomo?
La
nostra
fede
non
ha
bisogno
di
ciarlatani
o
di
ripetitori,
ma
di
persone
autentiche,
perché
la
fede
ha
il
nostro
volto
ed
è
scritto
che
senza
le
opere
è
cosa
vana.
Non
siamo
bravi
solo
perché
siamo
cristiani,
ma
c’è
modo
e
modo
di
essere
cristiani,
così
come
c'è
modo
e
modo
di
essere
genitore
o
operaio.
Il
male
vuole
toglierci
questi
ideali
per
farci
rimanere
attaccati
alla
materia
e
farci
credere
che
il
momento
che
viviamo
sia
al
di
sopra
di
tutto.
Anche
se
siamo
fatti
di
materia,
non
siamo
stati
creati
per
la
materia
(che
è
destinata
a
perire),
ma
per
la
vita
spirituale,
in
un
contesto
che
dura
per
tutta
l'eternità.
Dobbiamo
confermare
la
caratteristica
e
il
meccanismo
per
cui
siamo
stati
voluti
e
creati
da
Dio
per
rendere
credibile
quello
che
ci
è
stato proposto di rappresentare. Allora sì che, con l'aiuto dello Spirito Santo, capiremo tutto il valore e la potenza della
nostra responsabilità. E sarà gioia per tutti.
Confidenze di Maria santissima a Roberto Longhi sul monte Misma
Il meccanismo di Dio
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