Gesù
non
si
è
mai
proposto
alle
folle
con
"
io
sono…
",
ma
ha
sempre
risposto
a
delle
domande
anche
quando
parlava
in
parabole.
Maria
era
conosciuta
come
la
madre
del
silenzio,
non
aveva
rivelato
a
nessuno
di
avere
il
mondo
ai
suoi
piedi
dopo
l'Annunciazione.
Aveva
nascosto
la
divinità
del
suo
Figlio
e
accettato
ogni
sofferenza,
al
punto
che
nemmeno
il
demonio
era
sicuro
che
Gesù
fosse
il
figlio
di
Dio
quando
lo
tentò
nel
deserto.
Noi
invece
vogliamo
sempre
mettere
davanti
il
nostro
"io"
e
tanti
pseudo
veggenti
o
carismatici
vanno
a
parlare
come
se
parlasse
Dio.
L'uomo
che
si
propone
spiana
facilmente
la
strada
al
diavolo,
quando
invece
non
ha
la
necessità
di
parlare
le
cose
vanno
diversamente.
Dunque
è
importante
essere
discreti
e
silenziosi.
La
Madonna
ci
ha
insegnato
l'umiltà,
non
viene
a
dirci
che
uno
è
bravo
o
cattivo
o
che
hanno
valore
le
nostre
preghiere.
Un
giorno
potremmo
anche
conoscere
che
ha
avuto
più
valore
quello
che
non
abbiamo
detto,
le
nostre
azioni,
gli
episodi
insignificanti.
Sono
le
parole
che
svaniscono
nel
vuoto,
eppure
sembriamo
tutti
dei
saccenti.
Il
vero
cristiano
dovrebbe
essere
sereno,
tranquillo,
non
malizioso,
non
pieno
di
pregiudizi,
non
malvagio,
non
geloso
e
invidioso.
Siamo
lontani
da
questa
caratteristica?
Non
è
importante
proporre
il
Vangelo
ma
viverlo.
Il
modo
migliore
di
parlare
del
Signore
è
di
non
parlare
e
di
amare.
Tutti
sono
capaci
di
parlare,
pochi
di
amare
e
di
accettare
l'offesa.
Davanti
all'ingiustizia
la
Madonna
si
comporterebbe
come
ci
comportiamo
noi
solitamente?
Dobbiamo
avere
il
suo
sentimento
ai
piedi
della
croce
mentre
pregava
per
i
flagellatori
del
suo
divin
Figlio.
A
ccettare
la
croce
come
Gesù
significa
accettare
ogni
ingiustizia
senza
aver
commesso
niente.
Noi
qualche
difetto
l’abbiamo,
potremmo
accogliere
chi
non
si
comporta
secondo
le
nostre
aspettative.
Quando
ci
arrabbiamo
per
una
piccola
ingiustizia
non
dimostriamo
di
avere
la
fede,
quella
luce
che
si
accende
in
un
buio
terribile,
che
ci
rende
sereni
in
mezzo
alla
tempesta,
che
ci
fa
amare
quando
tutti
ci
odiano.
Noi
non
perdoniamo
ma
giudichiamo
e
ci
assolviamo
dalle
nostre
miserie,
mentre
i
santi
si
sentivano
più
peccatori
man
mano
che
si
avvicinavano
a
Dio.
Quando
uno
non
pensa
di
essere
il
migliore
non
critica
mai
nessuno.
Cerchiamo
innanzitutto
di
metabolizzare
quello
che
la
Madonna
desidera
da
parte
nostra,
l'amore.
La
preghiera
non
salva
il
mondo
ma
serve
principalmente
per
recuperare
noi
stessi,
ci
fa
stare
bene.
Cosa
diamo
in
cambio?
Davanti
all'eucarestia
siamo
sicuri
di
essere
in
pace
con
il
nostro
fratello?
Il
Signore
non
gradisce
la
rabbia,
dobbiamo
amare
senza
paura
anche
chi
ci
tiene
chiusa
la
porta
e
desiderare
il
suo
bene.
Con
Dio
nel
cuore
non
ci
vengono
tolte
le
sofferenze,
ma
ci
sentiamo
indegni
addirittura
di
perdonare,
di
aver
ragione.
Oggi
le
famiglie
sono
disunite,
ma
il
Signore
ce
lo
aveva
spiegato:
la
fortuna
della
famiglia
è
la
donna,
una
moglie
saggia
e
attenta
nel
dosare
le
parole
e
nel
comportarsi
(Sir
26).
L'elemento
della
fortuna
può
essere
anche
l'elemento
della
sfortuna,
mentre
l'uomo
è
stato
creato
con
altre
caratteristiche.
Entrambi
devono
impegnarsi
a
dare
più
importanza
alla
famiglia,
non
a
quello
che
la
sensualità
chiede,
se
no
era
meglio
non
sposarsi.
Maria
e
Giuseppe
avevano
in
comune
il
desiderio di sorprendersi positivamente, sapevano cosa gradiva l'altro. Perché non facciamo altrettanto?
DOVE SONO ANDATI A FINIRE?
Il
problema
principale
di
ogni
millennio
è
sempre
stato
uno:
i
poveri
peccatori.
Siamo
sicuri
di
non
appartenere
a
questa
categoria?
Ci
sono
tanti
modi
per
non
comportarsi
bene.
La
ragione
umana
ha
una
logica
diversa
dalla
Verità,
quello
che
noi
dobbiamo
fare
è
già
scritto,
non
dobbiamo
nemmeno
spostare
una
virgola.
Essere
cristiani
cattolici
fa
parte
di
un
mistero
infinito
che
non
si
può
visualizzare
o
rendere
scientifico.
Altre
dottrine
hanno
una
realtà
diversa.
Come
pensiamo
di
conoscere
l'infinito?
Gesù
è
asceso
al
cielo
e
Maria
è
assunta
in
cielo.
Sappiamo
che
sono
spariti
dai
nostri
occhi
e
non
hanno
lasciato
alcuna
traccia
sulla
terra.
Altro
non
possiamo
dire.
Cosa
significa
il
cielo?
Non
è
sicuramente
la
volta
celeste
sopra
di
noi.
È
importante
la
Verità
non
la
ragione,
per
essere
veri
cristiani
dobbiamo
usare
quell'incoscienza
che
è
irragionevole.
Quando
si
dice
di
essere
al
settimo
cielo
vuol
dire
essere
al
massimo
della
gioia
della
luce
di
Dio.
Allora
ci
sono
altri
cieli?
Se
parliamo
di
cose
che
non
conosciamo
ci
spiazziamo,
facciamo
confondere
le
altre
persone.
Perché
ci
comportiamo
come
saccenti?
L'unica
cosa
che
dobbiamo
fare
è
amare
come
ci
dice
Gesù:
non
criticare
e
non
giudicare.
Volerci
bene
è
la
cosa
che
ci
può
unire,
l'eredità
lasciataci
da
Gesù
e
Maria.
Come
pensiamo
di
ottenere
con
le
preghiere
se
non
amiamo
e
non
osserviamo
i
comandanti?
È
come
chiedere
aiuto
a
un
amico
e
offenderlo
in
continuazione.
Che
voglia
ha
di
aiutarci?
Noi
cristiani
cattolici
abbiamo
tanti
anni
di
specializzazione
ma
non
ci
miglioriamo,
non
siamo
conformi
e
unanimi
nel
parlare
di
Dio.
Dobbiamo
essere
degni
rappresentanti
di
una
realtà
così
grande. Se non sappiamo certi misteri è meglio educarci sull'amore, su questo verremo giudicati.
Confidenze di Maria santissima a Roberto Longhi sul monte Misma
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© Un deserto sul Misma - Silenzio, preghiera, meditazione, abbandono….
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Monte Misma - Silenzio, preghiera, meditazione, abbandono