Ci ritroviamo per pregare ma non per cercare di rispettare la parola di Dio. C’è una grande confusione, i consacrati, i veggenti e noi cristiani parliamo un linguaggio diverso. Dov’è l’amore e il linguaggio di Gesù? Il premio della vita eterna ci sarà dato se dimostreremo di essere giusti, non se abbiamo ascoltato messe e catechesi. Non è che siamo un po’ fannulloni? A chi interessa solo la preghiera viene meno ai propri doveri familiari. Dire il Rosario non significa che amiamo Maria, è un gesto d’amore che fa lei a noi perché la preghiera ci fa stare bene. La carità espia molti peccati, l’amore ci fa essere solidali e dovrebbe eliminare ogni sofferenza e contestazione. Lucifero era l’angelo luminoso più vicino a Dio che conosce bene la verità. Il suo obiettivo è trascinarci sottoterra per vendicarsi di colui che invece vuole innalzarci sopra i cieli. È impossibile per noi capire come è nato il mondo, possiamo però rispettare la parola di Dio. Porgiamo l’altra guancia? Diamo il mantello a chi ci chiede la tunica? Amiamo i nostri nemici o li odiamo? È il nostro cuore che deve cambiare. Quelli che sono stati trucidati tifano per il proprio aguzzino perché grazie a lui hanno guadagnato la vita eterna. Chi ha Dio nel cuore perdona il proprio persecutore in un modo semplice come facevano i primi cristiani. Guai a coloro che condanneranno Caino ”, al Padre dispiace un figlio che ha davanti una sorte terribile e a noi dovrebbe dispiacere vedere una persona nella dannazione. La pace del mondo verrà non per le nostre preghiere ma se Dio vedrà un uomo giusto su questa terra, come ai tempi di Abramo e Lot. È diverso il concetto. Il vero cristiano ha sempre dato fastidio e noi sosteniamo di più il comportamento dei cristiani non autentici. I l vero peccato è non aver ubbidito a Dio, cioè non aver fatto la sua volontà. Non è peccato non recitare il Rosario o ricevere la comunione sulle mani, perché andiamo a dire il contrario? Sono più pure le mani o lingua che ha appena gettato veleno sul prossimo? É peggio la nostra noncuranza della parola di Dio rispetto a una bestemmia magari detta per ignoranza. È peccato rivelare ciò che è falso, dobbiamo rivelare ciò che è vero e giusto. Critichiamo e giudichiamo ciò che non conosciamo e magari lo attribuiamo alla Madonna. Così si discredita la parola di Dio. Non è peccato non fare digiuno. Perché diciamo il contrario? Davanti a Dio il peccatore che resiste a un male peggiore è visto meglio di colui che compie meno bene di quello che potrebbe compiere. Se uno ha avuto “l’effusione dello spirito” e non parla con i frutti dello Spirito, ha ricevuto l’effusione dello spirito del male. Non è amore desiderare che una persona cambi come vogliamo noi, ma è superbia e arroganza. Sono questi i peccati che non pensiamo di commettere. “Alla Societate” canto francescano Onne giorno v'affannate, combattete, faticate, per denaro accumulare e benessere affermare; e la notte non dormite per pensare all'indomane, come meglio poter fare lo denaro moltiplicare. E voi più non conoscete lo profumo delli fiori, le canzoni degl'uccelli, la letizia dei ruscelli, la lucezza delle stelle, l'occhi vivi dei bambini, che vorrebbero sanare le storture dello mondo. E così continuate senza sosta a duellare, trascinando vostri figli, vostre orme a ricalcare, pe' l'orgoglio de vedere vostro stemma per petuare, v'encensate, ve gloriate, poi vien l'ora de morire. Ma non v'è ricchezza al mondo che corrompa sorella morte, è arrivata vostra e morite e non sapete che per tanto in alto andare molto in basso bisogna stare, e per tanto possedere, niente al mondo bisogna avere. CHE PROFITTO ABBIAMO DATO A DIO? Che ne sappiamo dei motivi per cui una persona si comporta in maniera diversa da noi? Perché continuiamo ad essere scontenti? Pensiamo che tutto quello che decidiamo sia giusto solo perché nessuno ci chiude la porta della chiesa? Quale profitto diamo a Dio con il nostro comportamento? In noi c’è la verve critica non quella di essere gli apostoli della lieta novella, che annunciano e vivono la pace. Siamo come i dipendenti che non fanno gli interessi del datore di lavoro, vogliamo avere la paga senza lavorare, i diritti e non i doveri. Ma questo è contrario alla legge di Dio. Siamo stati positivi o negativi con le altre persone? Per merito nostro chi ha migliorato la sua condotta a partire dalla nostra famiglia? Abbiamo prodotto la nostra logica non la parola di Dio , così abbiamo distrutto invece di costruire. Gli evangelisti hanno fatto fatica a scrivere il Vangelo dopo la morte di Gesù, lo hanno raccontato in modo diverso ma senza variare il contenuto. Come cristiani dobbiamo smetterla di modificare la parola di Dio, siamo sempre in cerca di cose sensazionali, di messaggi e di miracoli, quando non sappiamo vivere il naturale, il semplice. Quando vogliamo imporre qualcosa agli altri vogliamo convincere noi stessi. Se non facciamo fruttare la parola di Dio quale premio pensiamo di ricevere nel giorno del giudizio? A cosa serve tenere la corona del rosario in tasca quando ormai siamo arrivati al lumicino? È attraverso le prove dure che noi miglioriamo perché il Signore “tutti quelli che ama li rimprovera e li castiga”. Confidenze di Maria santissima a Roberto Longhi sul monte Misma
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