La
croce
che
abbiamo
costruito
a
Gesù
sta
a
testimoniare
che
chi
ama
non
deve
aspettarsi
la
riconoscenza.
I
martiri
lo
hanno
sperimentato.
Perché
facciamo
così
fatica
a
subire
una
piccola
prova,
quando
quella
più
cruenta
e
difficile
l’ha
subita
Gesù?
Se
ci
lamentiamo
abbiamo
paura
di
amare,
di
essere
calunniati,
perseguitati
e
criticati.
Abbiamo
paura
della
croce.
Dov'è
la
dignità
e
il
coraggio
dei
figli
di
Dio?
Quando
Gesù
è
stato
tentato
nel
deserto,
come
in
una
sfida
epica
tra
il
bene
e
il
male,
gli
fu
detto:
"Se
tu
sei
Figlio
di
Dio,
dì
a
questa
pietra
che
diventi
pane".
Il
diavolo
ci
tenta
nella
natura
divina,
non
in
quella
umana,
perché
nella
prima
abbiamo
il
delirio
del
soprannaturale
e
siamo
perdenti.
Ci
vuole
portare
a
peccare
di
divinità,
a
commettere
l’errore
che
ha
fatto
quando
è
stato
scacciato
dal
Paradiso.
Non
era
certo
che
Gesù
era
il
Figlio
di
Dio,
perché
Maria
Santissima
l'aveva
tenuto
nascosto
per
trent’anni
con
tanto
rispetto
e
umiltà
,
altrimenti
l’avrebbe
messo
in
croce
prima.
La
Madonna
ha
svolto
il
suo
compito
nel
migliore
dei
modi,
nel
silenzio,
possibile
che
adesso
cambi
totalmente
comportamento?
Chi
di
noi
avrebbe
nascosto
la
divinità
per
così
tanto
tempo?
Se
fossimo
portatori
anche
solo
di
un
piccolo
miracolo,
lo
saprebbe
il
mondo
intero.
"Sta
scritto:
Non
di
solo
pane
vivrà
l'uomo",
quanti
discorsi
avremmo
fatto
noi?
Nelle
tentazioni
Gesù
ha
nascosto
la
sua
divinità
e
ha
difeso
la
natura
umana
per
rivelarci
come
dovremmo
comportarci.
Il
diavolo,
mostrandogli
in
un
istante
tutti
i
regni
della
terra,
gli
disse:
"Ti
darò
tutta
questa
potenza
e
la
gloria
di
questi
regni,
perché
è
stata
messa
nelle
mie
mani
e
io
la
do
a
chi
voglio"
.
Il
potere
terreno
e
le
fantasticherie
sono
in
mano
al
diavolo,
che
ci
fa
digiunare
e
pregare
come
facevano
scribi
e
farisei,
ma
non
ci
fa
amare.
"Se
ti
prostri
dinanzi
a
me
tutto
sarà
tuo"
:
chi
per
avere
successo
e
piacere,
non
accetterebbe
la
proposta
del
demonio?
Gesù
gli
rispose:
"Sta
scritto:
Solo
al
Signore
Dio
tuo
ti
prostrerai,
lui
solo
adorerai".
Adoriamo
la
parola
di
Dio
o
il
nostro
pensiero?
I
veri
profeti
non
sono
mai
stati
accomodanti
con
lo
stile
di
vita
del
loro
tempo,
ma
hanno
versato
sangue.
E
a
noi
è
riservata
la
parte
senza
nessuna
prova?
Lo
condusse
a
Gerusalemme,
lo
pose
sul
pinnacolo
del
tempio
e
gli
disse:
"Se
tu
sei
Figlio
di
Dio,
buttati
giù;
sta
scritto
infatti:
Ai
suoi
angeli
darà
ordine
per
te,
perché
essi
ti
custodiscano;
e
anche:
essi
ti
sosterranno
con
le
mani,
perché
il
tuo
piede
non
inciampi
in
una
pietra".
Gesù
viene
nuovamente
tentato
nella
natura
divina.
Il
Signore
riconosce
i
nostri
difetti,
ma
non
accetta
coloro
che
si
classificano
miracolosi
o
miracolati,
perché
rasentano
il
divino.
A
Lui
non
servono
i
numeri,
ma
la
concretezza.
La
natura
divina
ci
sconvolge,
non
abbiamo
la
possibilità
di
gestirla,
perché
vogliamo
offrirla
al
primo
che
incontriamo?
La
divinità
si
rivela
per
conto
suo,
non
siamo
noi
i
suoi
custodi.
Il
modo
di
evangelizzare
che
Gesù
ci
ha
insegnato
è
il
silenzio.
Non
dobbiamo
pensare
che
il
male
deve
essere
affrontato
“di
petto”
altrimenti
ci
distruggerebbe,
cerchiamo
di
essere
miti
agnelli,
ma
di
stare
lontano
dai
lupi.
Quelli
non
si
ammansiscono.
Ci
sarà
un
motivo
per
cui
Maria
non
ha
proferito
parola
del
progetto
meraviglioso
che
Dio
aveva
su
di
Lei:
si
è
lasciata
umiliare,
insultare
e
sfrattare
più
volte
da
un
luogo
all'altro,
ma
è
sempre
rimasta
in
silenzio.
Il
male
non
conosce
i
progetti
di
Dio,
se
mai
conosce
la
legge
di
Dio.
Quelli
li
sveliamo
noi
perché
abbiamo
troppa
fretta
di
dimostrare,
di
attirare
l'attenzione,
di
proclamare.
Come
cristiani
bisogna
essere
discreti
e
accettare
la
situazione
che
abbiamo
anche
se
non
è
gradevole.
Nel
deserto
Gesù
ha
dimostrato
che
la
natura
umana
è
più
forte
di
quello
che
pensiamo
noi
e
può
superare
certe
prove
se
ci
si
affida
a
Dio.
Perché
vogliamo
avere
le
scusanti
della
nostra
fragilità?
Siamo
deboli
dove
ci
conviene,
ma
forti
dove
abbiamo
un
interesse.
Dov’è
la
nostra
fede?
Accettiamo
con
coraggio
ciò
che
umanamente
si
vorrebbe
evitare.
Le
grazie
avvengono
abbondanti
quando
ci
si
affida
con
un
pensiero
a
Dio,
senza
che
nessuno
lo
sappia.
Cerchiamo
di
essere
più
riservati,
che
il
Signore
non
ha
bisogno
che
uno
vada
a
dire
che
fa
i
miracoli.
Diffondiamo
l'amore
prima
di
tutto,
poi
la
parola
del
Vangelo
che
è
anche
formativa
e
completa
la
natura
umana
con
quella
divina.
Costruirsi
sul
“
pregate,
pregate,
pregate
”
ha
dei
contraccolpi
come
quando
si
prende
una
medicina,
va
bene
da
un
lato,
ma
ha
delle
controindicazioni
dall'altro.
Quanti
di
noi
dicono:
"
Sono
stato
guarito
",
ma
quanti
in
realtà
si
sono
ammalati
di
spiritualità?
Se
non
si
fa
la
volontà
di
Dio,
si
è
malati
di
divinità.
Oggi
i
cristiani
stanno
vivendo
la
parte
più
comoda
e
usano
il
nome
del
Signore
per
rivelare
la
propria
parola.
Un
giorno
ne
dovranno
rendere
conto.
Se
siamo
guariti,
anche
nella
prova
più
difficile
il
Signore
sarà
con
noi,
non
saremo
in
crisi
di
astinenza
perché
non
abbiamo
partecipato
a
certe
funzioni…
Il
soprannaturale
e
l'attesa
di
certi
messaggi,
crea
dipendenza
e
squilibrio
nelle
persone.
Le
confidenze di Maria Santissima non sono niente di nuovo, ma “il vecchio” che ci siamo dimenticati.
Confidenze di Maria santissima a Roberto Longhi sul monte Misma
Guariti o malati di spitirualità
© Un deserto sul Misma - Silenzio, preghiera, meditazione, abbandono….
Monte Misma - Oasi della Pace - via Spersiglio 25 Pradalunga (Bergamo)
Monte Misma - Silenzio, preghiera, meditazione, abbandono