Gesù
desidera
che
abbiamo
nel
cuore
la
gioia
non
la
felicità
nella
mente.
Quest’ultima
non
ha
niente
a
che
fare
con
la
cristianità,
ma
quanto
dura?
La
felicità
la
procuriamo,
è
effimera,
falsa,
non
possiamo
averla
in
ogni
momento
ma
è
diventata
il
nostro
fine.
Chi
dice
di
essere
felice
e
non
lo
è,
sta
mentendo,
lo
si
vede
dai
suoi
occhi.
Perché
diventa
così
infelice
chi
è
stato
felice?
Maria
Santissima
non
ha
sentimenti
alterni,
è
equilibrata
anche
nei
momenti
peggiori.
Con
la
gioia
nel
cuore
affrontiamo
il
periodo
più
difficile
come
se
niente
fosse,
siamo
pronti
a
salire
sul
patibolo,
a
immolarci
come
Gesù.
Chi
ce
l’ha
non
fa
fatica
a
sacrificare
sé
stesso,
non
offenderà
mai
nessuno
perché
si
dispiace
per
l’altro,
accetta
anche
colpe
che
non
ha.
Quando
il
Signore
ci
chiama,
ci
mette
alla
prova
con
mille
tribolazioni,
ma
con
la
gioia
affrontiamo
tutto
con
coraggio.
Impegniamoci
ad
accettare
quello
che
mai
abbiamo
accettato,
anche
le
offese
più
profonde,
l’ingiustizia.
A
cosa
servono
le
nostre
preghiere
se
non
abbiamo
la
gioia
nel
cuore?
Con
essa
capiamo
di
essere
uomini
vincenti,
indistruttibili.
Quando
ci
scoraggiamo,
ci
rassegniamo
e
ci
lamentiamo
è
perché
non
l’abbiamo.
Il
peggiore
dei
demoni
non
regge
la
persona
gioiosa,
fugge,
anche
se
trasmette
la
rabbia
non
riesce
a
fargli
cambiare
umore.
La
gioia
nel
cuore
ha
una
profondità
evangelica,
ci
fa
accettare
la
croce
e
il
Signore
incredibilmente
interviene
facendoci
sentire
che
è
sostenibile.
Per
il
battesimo
che
abbiamo
ricevuto
siamo
come
in
una
fortezza
inespugnabile,
ma
basta
un
difetto
per
far
passare
il
diavolo
nelle
fessure
che
gli
lasciamo.
Non
sentiamoci
di
farcela
con
le
nostre
forze,
anche
gli
apostoli
sono
caduti
pur
avendo
vissuto
per
anni
con
Gesù.
Con
l’amore
potremmo
conquistare
il mondo e diventare persone inarrivabili, inattaccabili dal male.
IL VERO CRISTIANO
Come
possiamo
dire
che
siamo
la
parte
migliore?
Abbiamo
mai
pensato
come
potrebbe
essere
un
autentico
cristiano?
Egli
non
predice
il
futuro,
ma
dona
la
pace
e
toglie
la
paura.
Trasmette
forza
e
fiducia
come
faceva
Gesù,
da
vero
uomo,
quando
risanava
la
gente
al
suo
passaggio.
Le
nostre
paure
vanno
e
vengono
in
base
ai
nostri
problemi,
se
sono
grandi
ci
seguono
dappertutto
e
ci
fanno
entrare
in
un
tunnel
mentale
dove
non
ne
usciamo
più.
Nella
vita
ci
sono
anche
periodi
negativi,
però
dobbiamo
essere
obbiettivi
e
non
vestire
subito
i
panni
della
vittima.
La
divina
provvidenza
è
intervenuta
tante
volte
nei
momenti
difficili
delle
vicende
umane,
ma
noi
non
stiamo
attenti
a
queste
cose.
Facciamo
più
attenzione
nei
ragionamenti
e
nel
giudicare,
è
inutile
che
cerchiamo
di
risolvere
i
problemi
a
modo
nostro
quando
non
intendiamo
amare.
Chi
odia
il
prossimo
detesta
sé
stesso,
è
sempre
arrabbiato
e
facile
all'ira.
Chi
si
lamenta
e
non
perdona
è
come
se
uccidesse
il
Signore.
L’orgoglio
è
il
peggior
compagno
di
viaggio
della
nostra
vita,
quando
cadiamo
nella
provocazione
ci
arrabbiamo
e
facciamo
un
errore
dietro
l’altro.
Sappiamo
portare
la
croce
al
posto
del
nostro
fratello,
accettare
la
parte
più
crudele
e
disumana,
e
toglierla
al
nostro
nemico
invece
di
augurargli
ogni
sorta
di
sventura?
Chiediamo
al
Signore
di
favorire
altri
al
posto
nostro,
magari
un
peccatore.
Se
siamo
veramente
uomini
di
Dio
il
giogo
diventa
leggero.
Quale
gioia
potremmo
provare
se
ci
amassimo
veramente!
Coloro
che
sono
venuti
ad
adorarlo
erano
i
pastori,
la
peggiore
specie
di
allora,
la
più
misera
e
rifiutata
che
non
poteva
entrare
neanche
nel
Tempio.
Dio
non
ha
voluto
premiare
i
migliori
perché
non
guarda
a
coloro
che
pregano
bene,
ma
al
cuore.
Sentiamoci
i
peggiori.
È
stato
posto
in
una
mangiatoia
come
se
si
fosse
dato
in
pasto
a
tutti,
è
nato
solo
ed
è
morto
solo
per
colpa
dell’uomo.
Fin
da
subito
è
iniziata
una
grande
sofferenza
per
Maria,
una
ragazza
che
ha
dovuto
sloggiare
in
piena
notte
e
andare
in
paesi
forestieri,
abbandonata
a
sé
stessa
e
al
suo
meraviglioso
Giuseppe.
Non
si
è
mai
lamentata,
se
fosse
capitato
a
una
coppia
comune
l’avrebbero
rivelato
ai
quattro
venti
e
avrebbero
aspettato
che
fosse
Dio
a
liberarli
dall’oppressore.
Abbiamo
quella
caratteristica
indispensabile
che
si
assomiglia
all’immagine
di
Maria
nell’umiltà
e
nell’obbedienza?
Guadiamo
al
mondo
che
abbiamo
costruito
con
il
nostro
modo
di
comportarci,
è
meglio
che
non
abbiamo
a
parlare
della
Madonna,
ma
in
nome
del
nostro
orgoglio.
Già
suor
Lucia
di
Fatima
scriveva
che
Gesù
era
molto
deluso
che
abusavano
del
nome
Santissimo
di
sua
Madre.
Vogliamo
offuscare
la
sua
luce
o
servirla
e
onorarla
nel
silenzio,
conformandoci
a
quello
che
realmente
rappresenta?
Non
dobbiamo
usare
il
suo
nome
per
i
nostri
progetti,
mettendo
davanti
promesse
inesistenti.
Maria
Santissima
non
riesce
più
a
fare
breccia
nel
nostro
cuore,
perché
vogliamo
essere
aiutati
a
modo
nostro
invece
di
camminare
sul
percorso
che
ha
preparato
per
noi.
Come
possiamo
pretendere
che
intervenga
nel
nostro
fango?
Troppo
tempo
le
facciamo
perdere
per
pulire
la
nostra
sporcizia,
dovremmo
farlo
noi.
Siamo
disponibili
ad
accettare anche la parte peggiore della vita, le persone più antipatiche, in riparazione di tanta malvagità sulla terra?
Confidenze di Maria santissima a Roberto Longhi sul monte Misma
Gioia nel cuore o felicità
© Un deserto sul Misma - Silenzio, preghiera, meditazione, abbandono….
Monte Misma - Oasi della Pace - via Spersiglio 25 Pradalunga (Bergamo)
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