Un deserto sul Misma
Noi
ci
affezioniamo
all'ideologia
che
abbiamo
nella
mente
come
se
fosse
l’unica
verità
e
se
gli
altri
non
condividono
il
nostro
pensiero,
siamo
pronti
anche
a
scontrarci
col
desiderio
di
convincerci.
Ma
tutto
quello
che
è
necessario
il
Signore
l'ha
già
scritto
sulla
Bibbia
e
sul
catechismo,
non
c'è
più
niente
da
aggiungere.
Potenzialmente
siamo
tutti
dotati
della
Verità,
possiamo
conoscerla
e
realizzarla,
ma
se
non
sappiamo
alimentarla
con
le
giuste
dimostrazioni,
finiamo
per
confonderla
con
altre
verità.
Chi
può
dire
quanto
male
e
quanto
bene
si
sta
consumando
nel
mondo?
Nessuno,
solo
Dio
lo
sa
perfettamente.
Invece
la
nostra
ideologia
ci
fa
prendere
posizioni
verso
un'ingiustizia,
ma
non
siamo
a
conoscenza
di
quelle
più
grandi.
Se
il
Signore
vuole
soccorrere
tutti
i
suoi
figli,
perché
vogliamo
limitare
la
sua
azione?
Sappiamo
quanta
ipocrisia
e
quanta
verità
c'è
in
questo
momento?
Il
bisogno
di
fiumi
di
parole
dimostra
soltanto
che
non
abbiamo
fede.
Quando
saremo
capaci
di
gestire
una
situazione
non
ne
avremo
più
bisogno,
come
una
persona
che
sa
fare
il
proprio
mestiere
non
necessita
più
di
consigli
perché
non
è
un
apprendista.
Le
nostre
parole
confondono
e
indeboliscono
la
nostra
fede,
che
è
basata
principalmente
sull'
amore,
la
carità
e
il
perdono
,
elementi
che
troviamo
in
tutti
i
libri
della
Bibbia.
L'amore
e
la
carità
non
sono
vantaggiose
o
vanitose,
chi
di
noi
ha
il
sentimento
di
pensare
a
una
persona
che
è
in
grande
difficoltà
e
sta
soffrendo?
Oppure
pensiamo
a
coloro
che
ci
hanno
fatto
un
piccolo
sgarbo
perché
siamo
feriti
nell'orgoglio?
La
carità
non
è
compassione,
sappiamo
condolerci
con
la
sofferenza
di
nostro
fratello?
Senza
il
terreno
fertile
della
carità
il
mondo
non
cambierà:
possiamo
anche
pregare
in
continuazione,
proporre
nuove
idee
e
discorsi,
ma
non
ci
sarà
il
lievito
per
la
pasta,
il
sale
per
le
pietanze,
la
luce
per
le
tenebre.
Se
veniamo
a
sapere
che
una
persona
ha
un
certo
problema,
non
diciamo:
“Se
lo
merita
perché
nella
sua
vita
ne
ha
combinate
tante”.
Siamo
forse
giudici
degli
altri?
Chi
ha
sbagliato
deve
avere
intorno
solo
accusatori?
La
sofferenza
non
è
da
augurare
a
nessuno.
Ci
stupiamo
delle
magagne
degli
altri,
ma
non
ci
stupiamo
delle
meraviglie
che
ha
creato
Dio
e
dell’amore
che
ha
verso
di
noi.
Cerchiamo
di
capire
quello
che
il
Signore
si
aspetta
di
più
da
ciascuno
di
noi.
Certo,
la
preghiera
è
il
contorno
delle
nostre
azioni,
le
abbellisce,
ma
perché
pensiamo
solo
a
noi
stessi
quando
c'è
una
grande
sofferenza
nel
mondo?
Non
è
amore
questo.
Abbiamo
mai
conosciuto
la
possibilità
di
piacere
al
Signore,
attraverso
azioni
e
fioretti?
La
violenza
che
fa
più
male
è
quella
di
non
essere
capiti,
di
non
riuscire
ad
essere
uniti
nella
stessa
ideologia.
E’
quella
di
un
familiare
che
pensa
solo
per
sé
dopo
aver
ricevuto
tanto
bene,
così
l'amore
si
raffredda,
si
erige
un
muro
di
separazione
e
si
vive
da
separati
in
casa.
Se
non
amiamo
i
familiari,
figuriamoci
gli
altri…Quante
volte
ci
si
approfitta
di
chi
è
mite
e
buono?
Nell'ambiente
di
lavoro
quando
c'è
una
persona
disponibile,
i
furbastri
lo
sfruttano
perché
sanno
che
non
dirà
mai
di
no,
non
usano
la
stessa
delicatezza
con
lui.
Anche
negli
ambienti
sociali
ci
sono
gli
approfittatori,
coloro
che
sanno
soltanto
chiedere
e
non
danno
mai
il
loro
aiuto.
Mentre
la
persona
buona
e
mite
non
ha
nemmeno
il
coraggio
di
dire
le
sue
necessità.
È
quello
che
fa
il
Signore
con
noi,
perché
anche
lui
si
aspetta
una
risposta
da
parte
nostra.
Non
dimentichiamoci
di
dire:
"Signore
hai
bisogno
anche
tu
di
qualcosa
da
me?".
La
risposta
potrebbe
anche
sorprenderci.
Maria
Santissima
può
fare
tutto,
ma
quando
troverà
uno
che
si
conduole
con
lei,
magari
con
una
buona
azione
o
un
fioretto,
potrebbe
ottenere
dal
Signore
una
grazia
particolare
per
una
persona,
un
paese,
una
nazione.
Siamo
abituati
a
chiedere,
ma
non
offriamo
mai
il
nostro
aiuto
perché
non
abbiamo
neanche
la
più
lontana
idea
di
essere
cristiani.
Obiettivamente,
cosa
ci
costa
pregare?
Niente,
perché
poi
ci
rende
sereni,
tranquilli
e
gioiosi.
Se
il
Signore
ci
fa
star
bene
dopo
aver
pregato,
non
ci
viene
in
mente
che
anche
noi
possiamo
far
star
bene
qualcuno
con
un
atto
di
carità?
Finché
nessuno
ci
mette
alla
prova,
siamo
disponibili
a
dare
la
vita
per
nostro
fratello,
ma
la
realtà
è
ben
diversa.
Perché
non
lodiamo
e
ringraziamo
il
Signore,
anziché
continuamente
chiedere?
Ci
mostriamo
talmente
egoisti
che
spesso,
se
non
veniamo
esauditi,
lasciamo
perdere
tutto
e
non
preghiamo
più.
Non
lamentiamoci
di
aver
dato
più
di
quello
che
abbiamo
ricevuto:
se
fosse
vero
siamo
i
più
fortunati,
dovremmo
cantare
di
gioia
non
essere
tristi,
altrimenti
l'orgoglio
ha
il
sopravvento
e
ci
dice
di
pensare
a
noi
stessi,
di
farci
valere.
Non
è
bello
vedere
un
nostro
familiare
felice?
Non
soffriamo
mai
quando
abbiamo
fatto
felice
un'altra
persona,
anche
se
abbiamo
rinunciato
a
qualcosa
di
nostro.
È
facile
dimostrarsi
bravi
con
chi
non
sa
niente
di
noi,
ma
non
andiamo
a
parlare
d'amore
con
chi
ci
può
chiudere
subito
la
bocca,
con
un
parente.
Dobbiamo
essere
sinceri,
veri,
perché
parlando
con
una
persona,
parliamo
con
Dio.
Ognuno
di
noi
ha
dei
lati
buoni
e
altri
meno
buoni,
rafforziamoci
su
quelli deboli e offriamo quelli forti per la società, la famiglia, perché la nostra chiesa ha bisogno di cristiani credibili.
Confidenze di Maria santissima a Roberto Longhi sul monte Misma
Amare vuol dire dare
© Un deserto sul Misma - Silenzio, preghiera, meditazione, abbandono….
Monte Misma - Oasi della Pace - via Spersiglio 25 Pradalunga (Bergamo)