Un deserto sul Misma
C'è
grande
festa
in
cielo
quando
si
radunano
due
o
più
persone
in
nome
del
Signore
con
nel
cuore
il
desiderio
di
amarsi
totalmente.
Mentre
Roberto
era
in
casa
a
leggere
la
Bibbia,
improvvisamente
si
è
trovato
in
un’altra
dimensione,
è
stato
fatto
partecipe
della
gioia
che
si
prova
in
Paradiso
quando
c'è
una
pecorella
che
ritorna
all’ovile
e
gli
è
stato
fatto
vedere
il
disastro
di
un'anima
che
scende
all'Inferno.
Se
conoscessimo
come
è
terrificante
la
caduta,
sarebbe
molto
più
facile
per
noi
diventare
più
buoni,
amarci
veramente
e
non
commettere
quegli
errori
che
continuamente
commettiamo.
Quando
un'anima
scende
all'Inferno
non
è
che
i
diavoli
l’aspettano
a
braccia
aperte
per
dirgli:
”Siamo
dello
stesso
partito,
tu
ci
hai
dato
ascolto,
hai
fatto
quello
che
ti
abbiamo
chiesto,
meriti
un
premio”.
Non
è
così.
La
violenza
parte
proprio
dal
diavolo:
l'anima
viene
umiliata
e
schernita
perché
aveva
davanti
a
sé
l'opportunità
della
gioia
eterna.
Invece
di
ringraziarlo
per
aver
aderito
alla
sua
proposta,
il
diavolo
lo
offende
per
non
aver
saputo
resistere
alla
grazia.
Come
potrà
sentirsi
quell'anima
che
si
rende
conto
del
proprio
errore?
E’
un'esperienza
terrificante
essere
offesi
e
dileggiati
da
chi
ha
procurato
la
rovina.
Che
insulti,
violenze
e
umiliazioni
deve
accettare
un'anima
in
continuazione!
E
molto
di
più
quando
ciò
accade
a
un
sacerdote.
Preghiamo
affinché
aumenti
in
noi
la
fede,
ma
al
di
sopra
di
tutto
deve
esserci
l'amore
fra
di
noi
e
il
desiderio
che
gli
altri
stiano
bene,
non
il
rispetto
umano.
Roberto
ha
respirato
l'aria
meravigliosa
e
gioiosa
del
Paradiso
quando
ritorna
un'anima;
quando
siamo
artifici
di
dare
un
beneficio
a
un'anima,
vale
di
più
di
tutto
quello
che
possiamo
immaginare.
Il
Signore,
che
ci
ha
dato
tutto
il
necessario
e
anche
di
più,
per
conoscere
la
verità,
non
ammette
giustificazione;
è
inutile
mostrare
di
non
aver
capito
o
di
mettere
in
pratica
un'altra
legge,
perché
poi
rimane
la
colpa
da
espiare.
Fa
dispiacere
al
Signore,
purtroppo,
vedere
la
disperazione
delle
anime
che
ha
creato,
perdersi
per
ignoranza,
incapacità,
orgoglio,
superbia,
avidità.
Anche
Maria
Santissima
è
rassegnata
nel
vedere
che
comunque
questo
popolo
continua
a
dire
di
“si”
con
la
bocca,
ma
non
col
cuore,
perché
se
viene
a
dirlo
noi,
la
nostra
parte
di
errore
l'abbiamo.
Che
bello
poter
espiare
e
liberare
tante
anime
attraverso
un
semplice
gesto
di
amore.
Tante
sette
alle
persone
che
vi
entrano
perquisiscono
tutto:
averi,
anima,
intelletto.
Il
nostro
Signore
invece
ci
lascia
tutto,
ci
chiede
la
cosa
più
semplice
che
possiamo
fare,
che
dipende
soltanto
da
noi,
di
volerci
bene.
Il
risultato
di
una
persona
che
vuole
bene
è
la
felicità,
mentre
uno
che
odia,
che
è
ribelle,
che
cova
dei
sentimenti
strani,
è
infelice.
Il
Signore
ci
chiede
di
amare
per
farci
felici,
e
noi
facciamo
tutto
il
contrario!
Cerchiamo
di
non
disperdere
quello
che
la
Madonna
ci
dona
con
tanto
amore,
perché
l'esperienza
che
ha
vissuto
Roberto
Longhi
è
una
verità
che
ci
deve
servire
come
monito
quando
stiamo
per
compiere
un'azione
di
male;
sappiamo
infatti
che
l'Infido
ci
aspetta
per
umiliarci
dopo
aver
causato
il
nostro
fallimento.
In
quel
momento
potremmo
pensare
all'offesa
che
abbiamo
recato
al
Signore,
pur
vedendo
che
aveva
fatto
tutto
affinché
noi
capissimo.
E’
una
confidenza
originale,
genuina,
autentica
di
Maria
Santissima
che
dobbiamo
far
entrare
nel
nostro
cuore.
Quando
la
Madonna
ci
chiede
di
pregare
affinché
si
possa
evitare
un
problema,
è
perché
sa
con
precisione
quello
che
avviene
dopo,
quello
che
per
noi
è
un
mistero.
Ecco
perché
la
pastorella
di
Fatima,
una
bambina,
quando
ha
avuto
la
visione
dell'Inferno,
si
è
messa
il
cilicio
per
espiare
e
salvare
le
anime.
E
noi
con
tanta
facilità
banalizziamo
una
realtà
così
grande.
Porgiamo
un
sorriso
a
chi
ci
offende,
perché
il
miglior
modo
di
amare
è
voler
bene
al
nemico,
non
di
escluderlo.
L'amico,
per
assurdo,
è
un
premio
che
il
Signore
ci
dà,
ma
il
nemico
se
lo
amiamo,
è
quello
che
ci
fa
meritare
il
Paradiso,
non
ce
lo
fa
meritare
l'amico.
Se
fossimo
scaltri
e
intelligenti
capiremmo
questi
passaggi.
I
l
Signore
ci
dice
di
amare
il
nemico
per
farci
meritare
il
Paradiso,
perché
conosce
il
risultato.
Poi,
se
noi
amiamo
un
nemico,
il
Signore
ne
libera
mille,
perché
la
sua
benedizione
è
mille
volte
superiore
a
quella
che
noi
offriamo.
Dobbiamo
essere
riconoscenti
per
quello
che
abbiamo,
non
pretendere
ancora
di
più,
ma
santifichiamo
tutto
con
la
nostra
vita,
sapendo
che
le
sofferenze
che
abbiamo
avuto
in
passato
non
sono
state
vane.
Ma
non
ci
dispiace
annullare
tanti
anni
di
sacrifici
e
di
vita
dura,
sotto
la
prepotenza
di
familiari
e
vicini?
Sorridiamo
a
questo,
non
rattristiamoci
e
non
pensiamo
che
il
Signore
ci
abbia
lasciati
in
balia
del
male,
ma
è
un
modo
per
santificare
i
sacrifici.
Se
aprissimo
veramente
il
nostro
cuore
e
non
dessimo
più
spazio
al
nostro orgoglio e al nostro egoismo, potrebbero aprirsi le porte del Paradiso per tante anime.
Confidenze di Maria santissima a Roberto Longhi sul monte Misma
Oltre al danno una beffa atroce
© Un deserto sul Misma - Silenzio, preghiera, meditazione, abbandono….
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