Un deserto sul Misma
Fare
di
tutte
le
erbe
un
fascio
e
classificare
allo
stesso
modo
uno
che
fa
mille
peccati
e
uno
che
fa
mille
sacrifici,
non
è
una
cosa
giusta.
Nessuno
ha
l'autorità
o
il
diritto
di
decidere
questo,
atteniamoci
al
Libro
della
Verità,
altrimenti
finiamo
per
favorire
qualcuno
e
penalizzare
altri.
Cosa
rappresenta
per
noi
la
croce?
Diciamo
a
Gesù
che
con
la
sua
santa
croce
ha
redento
il
mondo,
ma
è
il
Santo
che
l’ha
santificata
con
il
suo
sangue.
I
due
legni
della
croce
e
la
corona
di
spine
non
sono
un
nostro
vanto,
sono
la
nostra
vergogna,
perché
l'uomo
le
ha
costruite
con
l'intenzione
peggiore,
quella
di
uccidere
il
giusto,
di
deriderlo,
di
offenderlo.
Come
possiamo
andarne
fieri,
se
in
realtà
quel
patibolo
l'abbiamo
costruito
noi?
Quante
volte
abbiamo
chiesto
scusa
della
nostra
vergogna?
Il
Dio
della
pace,
della
gioia,
dell'amore,
non
è
un
costruttore
di
croci;
perché
andiamo
a
dire
che
ci
dà
la
croce?
E’
lui
che
la
dà
a
noi
o
siamo
noi
che
l'abbiamo
data
a
lui?
Tutte
le
volte
che
benediciamo
con
la
bocca
e
malediciamo
col
cuore,
siamo
costruttori
di
croci,
perché
su
quella
croce
il
diavolo
metterà
un
giusto,
uno
che
subisce
la
nostra
giustizia.
Il
discorso
si
ripete
quando
giudichiamo
e
critichiamo:
siamo
la
manodopera
del
diavolo,
l’ideatore
di
quella
croce,
e
non
ce
ne
rendiamo
conto.
A
cosa
serve
nasconderci
dietro
a
tante
maschere
costruite
ad
hoc,
solo
perché
facciamo
l'ultima
parte
della
nostra
vocazione
cristiana,
la
preghiera?
Potremmo
essere
più
graditi
al
Signore
se
solo
riconoscessimo
le
nostre
colpe:
"L'abbiamo
combinata
grossa,
una
cosa
peggiore
non
potevamo
farla.
Scusaci
Signore,
ti
chiedo
scusa
a
nome
mio
e
a
nome
dei
miei
fratelli"
.
Se
a
Gesù
avessimo
dato
una
torta
invece
della
croce,
chissà
come
sarebbe
bello
il
mondo,
ne
avremmo
guadagnato
tutti.
Non
ci
dispiace
aver
causato
un
immenso
dolore
a
Maria
Santissima?
Abbiamo
costruito
il
patibolo
a
suo
figlio,
ma
non
ce
l'ha
rinfacciato,
anzi,
appare
perché
ci
ama
e
vuole
salvarci.
È
una
grande
dimostrazione
di
amore
ed
è
per
merito
suo
che
la
nostra
fede
resiste.
Quella
croce
l'avevano
costruita
quelli
che
pensavano
di
essere
i
migliori
del
Tempio,
che
pregavano
e
digiunavano
meglio
degli
altri,
con
il
sostegno
dei
sacerdoti.
Ci
conviene
imitarli?
Gesù
non
ha
approvato
il
comportamento
degli
scribi
e
dei
farisei,
perché
sapeva
dove
volevano
arrivare
nella
loro
malvagità
interiore.
Quando
avremo
capito
il
nostro
errore,
pregheremo
ventiquattr'ore
al
giorno
senza
che
nessuno
ci
obblighi
a
farlo
e
senza
aver
bisogno
di
un
incontro
o
di
un
gruppo
che
ci
fa
pregare.
Con
l'amore
potremmo
eliminare
tante
croci,
disintegrare
tanto
male
e
dare
valore
a
tutte
le
nostre
azioni,
come
ha
fatto
Maria
Santissima
che
non
ha
accolto
nessuna
provocazione.
Non
ci
sarebbero
più
problemi,
perché
l’amore
è
l'antidoto
di
tutto.
Se
conoscessimo
la
realtà
di
cui
noi
facciamo
parte,
potremmo
gioire
nel
conoscere
il
Signore,
la
vita;
accetteremmo
le
ingiustizie,
ci
lasceremmo
mettere
in
croce
con
amore
senza
criticare
nostro
fratello.
Perché
abbiamo
così
paura
di
amare?
Non
ci
verrebbe
voglia
di
togliere
dalla
croce
Gesù?
Cerchiamo
di
guardarla
con
occhio
diverso,
pensiamoci
due
volte
prima
di
costruirne
altre,
perché
così
non
miglioriamo
la
nostra
situazione.
Dal
nostro
debito
il
Signore
ha
fatto
uscire
il
miglior
credito
per
l'umanità,
la
santificazione.
Diamo
valore
a
questo
suo
gesto
meraviglioso,
desiderando
il
bene
anche
di
chi
ci
ha
fatto
la
cosa
peggiore.
Sta
scritto:
“voi
che
avete
accettato
il
bene,
perché
non
accettate
il
male?”
Le
prove
non
sono
le
croci,
sono
i
fatti
normali
della
vita
e
il
Signore
con
sua
Madre
ci
viene
incontro,
ce le alleggerisce.
I FALSI PROFETI VIVONO DI VANAGLORIA
A
noi
stanno
cuore
di
più
le
cose
sensazionali,
non
quelle
alla
nostra
portata
che
Dio
ha
già
preordinato
per
noi.
Vogliamo
compiacere
gli
altri,
gestirli,
stupirli,
catturarli;
si
va
ai
pellegrinaggi
per
il
sensazionalismo,
non
come
si
conviene
a
un
luogo
benedetto.
Se
non
saremo
giusti
davanti
al
Signore,
non
otterremo
la
sua
grazia.
Gli
atleti
hanno
migliorato
i
loro
limiti
negli
ultimi
cinquant’anni
e
noi
invece
di
migliorare
le
nostre
performance,
le
abbiamo
peggiorate
e
confuse;
rispetto
ai
primi
cristiani,
siamo
regrediti
in
una
misura
scandalosa.
Ci
basiamo
troppo
sul
"si
dice"
e
non
siamo
in
sintonia
con
la
Bibbia.
Chi
si
scandalizza
degli
altri,
crea
scandalo
davanti
agli
occhi
di
Dio,
il
quale
è
un
testimone
scomodo.
Ci
interessa
di
più
la
compiacenza
dell'amico
o
la
verità
di
Dio?
Il
Signore
ci
conosce
molto
meglio
di
quello
che
pensiamo,
conosce
il
doppio
fine
che
abbiamo
dentro
di
noi;
fintantoché
non
toglieremo
la
vanagloria,
conosceremo
la
sapienza
solo
come
frase
scritta
sul
Vangelo,
non
la
gusteremo
mai
nel
profondo
del
cuore.
Quando
mai
abbiamo sentito dire da un santo:
"Hai visto che avevo ragione io?".
Confidenze di Maria santissima a Roberto Longhi sul monte Misma
I costruttori di croci
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