Un deserto sul Misma
Con
le
indulgenze
plenarie
si
possono
espiare
tanti
anni
di
purgatorio
in
un
batter
d'occhio.
Non
è
misericordia
di
Dio
questa?
Il
Signore
non
è
un
condottiero
che
ci
dà
la
possibilità
di
andare
al
fronte
per
uccidere
il
più
possibile
e
vincere,
come
hanno
fatto
i
grandi
condottieri
del
mondo.
Secondo
la
nostra
logica
più
eliminiamo
gli
altri
e
più
si
fa
spazio
il
nostro
potere,
ma
la
vittoria
del
Signore
avviene
in
una
misura
diversa,
nell’immolare
noi
stessi.
Gesù,
per
vincere
la
morte,
non
ha
ucciso
i
suoi
accusatori,
ma
si
è
lasciato
immolare
come
un
mite
agnello.
Noi,
addirittura,
pensiamo
di
sostenere
delle
iniziative
che
penalizzano
i
nostri
fratelli.
Dov'è
la
divina
misericordia?
E
se
fossimo
noi
quelli
da
eliminare?
Chi
può
dire:
"Sono
giusto?"
I
farisei
facevano
così.
Siamo
fragili
e
ci
lasciamo
condizionare
dalle
“buone”
iniziative
che
vanno
a
influire
sugli
altri.
Quante
generazioni
hanno
ragionato
allo
stesso
modo,
peggiorando
la
propria
condizione?
Il
Signore
potrebbe
dire:
"Questi
miei
figli
vengono
a
dire
a
me
di
fare
oggi
quello
che
non
ho
fatto
ieri.
E
pensano
di
difendermi,
di
sostenere
la
mia
parola.
Ma
io
sono
venuto
a
dirvi
di
fare
vendetta
tra
gli
uomini
o
di
amarvi
gli
uni
gli
altri?"
Non
tocca
a
noi
stabilire
chi
merita
o
chi
non
merita
di
essere
amato,
il
Signore
non
ha
fatto
questa
differenza,
non
ha
escluso
nessuno.
Né
possiamo
pensare
di
decidere
noi
dove
far
intervenire
Maria
Santissima,
perché
Lei
conosce
tutte
le
situazioni
non
solo
chi
ci
sta
a
cuore.
L'amore
è
l’eredità
che
Gesù
ci
ha
lasciato,
ma
noi
l’abbiamo
nel
cuore?
L'uomo
non
è
più
crudele
oggi
di
allora,
ci
dimentichiamo
forse
della
strage
degli
innocenti
o
delle
strade
di
Roma
piene
di
morti
crocifissi?
Tutto
questo
si
è
consumato
per
mancanza
d'amore.
Chi
sarebbe
pronto
ad
entrare
nell'arena
per
farsi
sbranare
dai
leoni
al
posto
di
nostro
fratello?
Eppure,
pur
non
essendo
davanti
a
una
prova
così
cruenta
(che
tanti
prima
di
noi
hanno
affrontato),
non
sappiamo
amarci
neanche
gratuitamente,
ma
creiamo
i
conflitti
e
vogliamo
che
il
Signore
ce
li
tolga.
La
divina
misericordia
non
è
una
preghiera
per
ricordare
al
Signore
di
essere
misericordioso.
Lui
non
si
dimentica,
non
si
smarrisce.
Come
possiamo
salvare
gli
altri
se
condanniamo
noi
stessi?
Senza
la
sostanza,
la
forma
non
serve
a
nulla.
Il
mondo
è
ancora
perfetto
come
l’ha
creato
il
Signore:
il
sole
sorge
e
tramonta
nei
tempi
stabiliti,
le
stagioni
fanno
i
loro
cicli,
i
fiori
crescono
spontaneamente,
gli
animali
fanno
la
loro
funzione.
È
il
miracolo
della
semplicità
della
creazione.
Che
cosa
andiamo
a
cercare?
Davanti
alla
natura
non
abbiamo
nessuna
funzione
e
nessun
potere.
Dovremmo
solo
meravigliarci
per
essere
anche
noi
parte
di
essa.
Se
non
riusciamo
a
capire
quel
Dio
meraviglioso
che
ci
ha
creato
con
tanta
fantasia
e
amore,
non
impediamo
agli
altri
di
conoscerlo.
Sappiamo
parlare
la
lingua
del
cuore
ed
essere
riamati
dall'amore
che
fuoriesce
da
noi
quando
amiamo
un'altra
persona?
Far
felici
gli
altri
è
la
cosa
che
ci
coinvolge
di
più,
ma
noi
ci
sentiamo
nel
giusto
solo
perché
il
Signore
non
viene
a
rimproverarci.
Essere
cristiani
non
significa
penalizzarci,
ma
esprimere
gioia
quando
siamo
afflitti
da
tante
cose
e
manifestarla
anche
nella
preghiera.
È
l'amore
che
elimina
le
guerre
e
le
negatività
del
mondo,
non
le
novene,
perché
se
noi
amiamo
veramente
il
Signore
può
per
onor
nostro,
dilatare
la
sua
grazia
in
ogni
continente.
L'amore
sconfigge
Satana,
ce
lo
ha
insegnato
Maria
Santissima
e
ce
lo
conferma
la
Bibbia.
Davanti
a
tutto
non
dobbiamo
metter
la
facoltà
di
risolvere
i
problemi,
ma
prendere
la
nostra
croce
e
seguire
Gesù.
Se
conoscessimo
la
semplicità
di
essere
figli
di
Dio,
potremmo
capire
che
la
vita
è
una
cosa
meravigliosa
e
che
lo
stupore
del
creato
è
più
grande
di
tutte
le
prove.
Cosa
c'è
di
più
gioioso
del
momento
in
cui
si
aspetta
un
figlio?
Non
sappiamo
apprezzare
neanche
quello,
viviamo
per
le
cose
morte
e
siamo
morti
alla
vita.
Senza
lo
Spirito
di
Dio
non
potremmo
muoverci,
saremmo
soltanto
carne
e
ossa,
perché
non sappiamo gioire e ringraziare il Signore della nostra esistenza?
Confidenze di Maria santissima a Roberto Longhi sul monte Misma
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