Un deserto sul Misma
Il
Signore
non
si
scandalizza
delle
nostre
miserie,
ma
viene
a
cercarci
dove
noi
andiamo
errando,
nei
posti
più
malfamati,
per
tenderci
la
mano.
Abbiamo
il
desiderio
di
fare
quello
che
ci
chiede?
A
Dio
non
si
fanno
domande,
si
danno
solo
risposte
ai
suoi
comandamenti.
La
natura
è
obbediente
al
sul
Creatore,
tutto
è
conforme
a
ciò
che
il
Signore
ha
predestinato,
mentre
l'elemento
disobbediente
che
vaga
all'infinito
nel
suo
disordine
è
l'uomo,
l'unico
essere
creato
con
intelligenza.
Quando
rispettiamo
la
legge
di
Dio,
lui
ci
risponde,
ma
non
come
ci
illudiamo
noi,
magari
con
frasi
davanti
al
Santissimo:
"il
Signore
e
la
Madonna
mi
hanno
detto...";
questi
pensieri
sono
una
profanazione,
sono
peccati
gravi
che
pesano
su
tanti
cristiani.
Se
fossero
veri
il
nostro
cuore
non
sarebbe
più
duro
come
la
pietra,
ma
sciolto
come
il
burro
e
per
tutta
la
nostra
vita
ne
porteremmo
il
beneficio
della
gioia;
non
ci
permetteremmo
mai
di
pronunciare
una
parola
sbagliata,
anche
davanti
al
peggior
nemico.
Quale
sentimento
abbiamo
verso
i
nostri
fratelli,
soprattutto
quelli
che
ci
hanno
tradito
e
“pugnalato”?
Dobbiamo
condolerci
con
loro
perché
sono
stati
fatti
strumenti
del
male,
anche
se
vanno
in
chiesa
tutti
giorni.
Geremia
redarguiva
le
persone
che
entravano
nel
tempio,
perché
il
problema
è
proprio
lì,
verso
coloro
che
devono
rappresentare
la
legge
di
Dio,
ma
sono
i
primi
a
non
osservarla.
Non
sappiamo
neanche
il
significato
della
parola
pregare;
bisogna
farlo
con
dignità
e
cognizione
di
causa,
senza
barattare
con
il
Signore
e
dando
valore
a
ogni
nostra
azione,
altrimenti
potrebbe
essere
inutile,
come
ci
riferiva
Isaia:
"Anche
se
moltiplicate
le
preghiere,
io
non
ascolto”
(Is
1,15).
Perché
apriamo
la
porta
al
male
e
la
chiudiamo
al
bene?
Una
moltitudine
dei
nostri
problemi
è
causata
dai
nostri
errori
e
noi
invochiamo
il
Signore
e
la
Madonna
per
rimediare
ai
nostri
disastri.
Non
è
ora
di
mettere
al
di
sopra
di
tutto
l'amore,
la
carità,
l'obbedienza,
l’accettare
le
ingiustizie
e
di
non
essere
d'inciampo
al
nostro
fratello?
Perché
dobbiamo
sostituire
tutto
questo
con
una
misera
preghiera
detta
in
modo
superficiale?
I
veri
cristiani
sono
scelti
in
un
corpo
speciale
per
superare
prove
di
primissimo
livello
e
di
estrema
difficoltà,
perché
sono
corpo
di
Cristo,
non
un
gruppo
formato
sulla
teoria.
Essere
fratelli
in
Cristo
vuol
dire
veramente
sentire
la
persecuzione
del
male
che
ci
scarnifica
e
ci
distrugge
fino
all'inverosimile,
quasi
a
portarci
al
limite
della
sopportazione.
Sono
impressionanti
gli
inghippi
che
non
ci
permettano
di
diventare
cristiani
autentici,
sono
tutti
principi
umanamente
logici,
ma
senza
la
carità
e
l’amore
non
dobbiamo
sostenere
niente.
Gesù
aveva
l'autorità
di
eliminare
i
suoi
accusatori,
ma
non
l'ha
usata,
pur
essendo
senza
peccati.
Com'è
possibile
che
autorizzi
noi
peccatori
ad
accusare
il
nostro
fratello?
Non
creerà
mai
“plotoni
d'esecuzione”.
Dobbiamo
essere
educati
e
diventare
educatori
per
insegnare
come
attingere
alla
verità
di
Dio.
Chi
di
noi
non
ha
un
briciolo
di
malignità
nel
cuore,
di
risentimento,
di
asprezza,
di
maldicenza
in
certi
momenti?
Il
demonio
li
aumenterà
a
dismisura
nel
cammino
della
nostra
vita.
Quando
veniamo
a
sapere
qualcosa,
la
interpretiamo
con
un
po'
di
malignità
nascosta,
poi
la
riveliamo
agli
altri.
Davanti
a
un
fatto
terribile
di
cronaca
come
ci
comportiamo?
Amiamo
e
giustifichiamo?
Soffriamo
con
quella
persona
che
si
è
resa
conto
di
aver
commesso
un
atto
doloroso
verso
il
fratello?
Egli
non
trova
nessuna
condivisione
e
nessun
sostegno,
tutti
lo
giudicano.
Se
in
quel
momento
Dio
avesse
tolto
la
sua
mano
protettiva
da
noi,
avremmo
commesso
lo
stesso
crimine.
Se
non
l'abbiamo
fatto
non
è
che
siamo
più
bravi,
soltanto
Dio
non
ci
ha
messo
la
prova
come
ha
fatto
con
quel
poveretto.
Il
Signore
ci
dice
di
visitare
i
carcerati
non
per
compatirli,
ma
per
il
grave
rimorso
nella
coscienza
che
possono
avere.
Pensiamo
a
chi
si
sveglia
dopo
aver
commesso
un
crimine
efferato
e
dopo
essere
stato
ipnotizzato
e
manovrato
dal
male
(perché
in
quel
momento
non
era
lui
che
agiva);
potrebbe
dire:
"Signore
mio,
che
cosa
ho
fatto"?
E
noi
siamo
caritatevoli
o
siamo
lì
ad
uccidere
uno
che
è
già
morto?
Chi
ci
dice
che
amiamo
il
Signore?
Non
dobbiamo
scandalizzarci
di
certe
categorie
di
peccatori,
ma
ringraziamo
il
Signore
se
non
siamo
stati
messi
alla
stessa
prova,
non
è
detto
che
a
un
certo
punto
della
nostra
vita
possiamo
scoprire
cosa
ci
sta
dietro
anche
a
un
comportamento
umano.
A
volte
capita
a
tutti
di
perdere
la
lucidità,
tant'è
che
abbiamo
detto
in
più
occasioni:
"era
meglio
che
facevo
questo
invece
di
quello".
Anche
se
non
abbiamo
mai
ucciso,
siamo
senza
amore
e
carità.
Quando
uno
si
sveglia
e
ha
davanti
il
quadro
della
situazione,
in
tanti
casi
è
morto
alla
vita
e
se
ne
trova
uno
che
gli
tende
la
mano...
Sono
tutti
delinquenti
quelli
che
sono
in
prigione?
L'innocenza
o
la
colpevolezza
non
deve
riguardare
noi,
nessuno
ci
ha
dato
l'autorità
di
deciderla.
Semmai
il
Signore
ci
ha
detto
di
amare
sempre
e
comunque,
perché
non
sappiamo
neanche
che
cos'è
conveniente
chiedere.
Condoliamoci
con
chi
ha
commesso
un’azione
atroce,
non
accusiamolo
mai
e
vediamolo
come
un
fratello.
Il
Signore
ci
vuole
così
bene,
che
vuole
accarezzarci per farci capire il nostro dovere, ciò che si aspetta da noi.
Confidenze di Maria santissima a Roberto Longhi sul monte Misma
Uccidiamo chi è già morto
© Un deserto sul Misma - Silenzio, preghiera, meditazione, abbandono….
Monte Misma - Oasi della Pace - via Spersiglio 25 Pradalunga (Bergamo)